A seguito del gesto sessista compiuto da un agente di polizia nei confronti dei manifestanti pro-Gaza a Milano, Ilaria Cucchi (Avs) ha dichiarato a Fanpage.it: “Si tratta di un episodio emblematico della nostra società. Ci mostra chiaramente cosa accade quando la politica non destina risorse all’educazione di genere e promuove un clima di impunità per le forze dell’ordine”.
Tutto va a fuoco.
Tutto distrutto.Ma c’è il problema del gesto sessista.
Fanpage oltre la diarrea ammiscata collammerda
Maaammamia. pic.twitter.com/Qe6bad0Nvu
— Esercito di Cruciani (@EsercitoCrucian) September 22, 2025
Ottantacinque poliziotti ricoverati in ospedale, una città devastata e c’è chi si sofferma sul gesto “sessista” di un militare asserragliato in un blindato mentre fuori infuria la guerriglia?
Può una rappresentante dello Stato nutrire un’avversione così profonda nei confronti delle forze dell’ordine da non comprendere che esistono un limite al ridicolo, una scala delle gravità, delle emozioni e anche del rispetto per chi quotidianamente rischia la vita e l’incolumità per un misero stipendio, al fine di scortare e difendere anche lei?
È una vergogna.
È l’apoteosi dell’ipocrisia, è l’ennesima scusa per vomitare odio e violenza contro i soliti “bersagli” in divisa.
Mentre viene espressa una finta “censura” a delinquenti e teppisti da un lato, dall’altro li si fa eleggere in Europa e li si fa sfuggire ai processi.
Via dalle regole, via dallo Stato, via dall’ordine e dalla sicurezza, in culo ai cittadini onesti che subiscono prepotenze e violenze. Con la menzogna a sostenere le tesi più improbabili, fra le quali gli attacchi alla Flotilla che naviga su Gaza.
Attacchi che, se fossero veri, affonderebbero navi e barchette come fossero di carta, ma che vanno “assunti come reali” poiché a bordo non c’è più chi possa raccontare un’altra verità, fatto sbarcare per prudenza o neppure fatto aggregare alla comitiva.
Ci si deve fidare degli “al lupo al lupo” urlati dagli stessi che quindici giorni fa si sono autoincendiati con una canna o tirandosi addosso un razzo.
E ora annunciano di essere sotto tiro, timbrando la loro verità con le conferme di parlamentari navigatori della stessa risma di chi, in mezzo a una guerriglia urbana, punta il dito su un gesto e non sul disastro.



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