Il Senato ha dato via libera definitivo alla legge che reintroduce il 4 ottobre come giorno festivo in onore di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, entrerà in vigore dal prossimo anno. Tuttavia, poiché nel 2026 la data cadrà di domenica, i cittadini potranno beneficiare concretamente di questa novità solo a partire dal 2027.
La commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha approvato il testo in sede deliberante, modificando così il calendario civile. Alla Camera, il provvedimento aveva già registrato un ampio consenso: 247 voti favorevoli, 8 astenuti e soltanto 2 contrari, a conferma del carattere bipartisan della proposta.
Il disegno di legge era stato presentato dal gruppo parlamentare di Noi Moderati con l’obiettivo di arrivare all’approvazione entro le celebrazioni per l’ottavo centenario della morte del Santo di Assisi. Il presidente della commissione, Alberto Balboni, ha sottolineato ai cronisti l’importanza simbolica della tempistica: “Annuncio con gioia ed orgoglio che oggi abbiamo approvato all’unanimità in commissione Affari costituzionali, da me presieduta, un provvedimento molto sentito: dal prossimo anno torna nel calendario civile la festa di San Francesco come festività nazionale. Ringrazio tutte le forze politiche per aver acconsentito alla deliberante”.
Il senatore di Fratelli d’Italia ha poi aggiunto: “San Francesco è il protagonista del 4 ottobre, giorno in cui morì nella sua Assisi, diventata poi la ‘Città della pace’. La figura del poverello di Assisi risponde a molte esigenze della società contemporanea, al bisogno di pace innanzitutto. Nessuno meglio del Patrono d’Italia, la cui festa fu abolita nel 1977 durante gli anni di piombo, può rispondere alla necessità di unità in una fase burrascosa del mondo”.
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha accolto positivamente l’approvazione della legge. In una nota ha dichiarato: “Accolgo con gioia e soddisfazione la notizia dell’approvazione in via definitiva in Senato della proposta di legge parlamentare che reintroduce dopo 50 anni come festa nazionale il 4 ottobre, giorno in cui si celebra San Francesco Patrono d’Italia. Il Governo ha appoggiato convintamente l’iter della proposta, che ha raccolto e fatto suo l’appello lanciato un anno fa da Davide Rondoni, poeta e Presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni per l’ottavo centenario della morte del Poverello d’Assisi”.
La premier ha sottolineato il valore condiviso della decisione: “Il sostegno bipartisan e pressoché unanime alla proposta è un segnale importante dell’unità che si ritrova in politica attorno ad una delle figure più rappresentative e distintive dell’identità nazionale. Un Santo amato da tutto il popolo italiano e in cui tutto il popolo italiano si riconosce. La Festa nazionale sarà l’occasione per celebrare un uomo straordinario e ricordarci, ogni anno, chi siamo e cosa ci unisce nel profondo”.
Il ritorno della festività dopo quasi mezzo secolo avrà anche effetti pratici: il 4 ottobre tornerà ad essere un giorno di chiusura per scuole e luoghi di lavoro, salvo eccezioni. Alcuni uffici pubblici e attività commerciali potranno modificare i loro orari, come avveniva prima del 1977.
La cancellazione della ricorrenza risale infatti a quell’anno, quando il governo decise di ridurre il numero delle festività civili e religiose per contenere i costi legati alle giornate non lavorative. La reintroduzione comporterà inevitabilmente un impatto economico: lo Stato dovrà farsi carico di maggiori spese, comprese le retribuzioni aggiuntive che spettano ad alcuni dipendenti pubblici per i giorni festivi.



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