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Mentre si discute solo di Flotilla, passa sotto silenzio l’ok di papa Leone al piano di pace di Trump per la Palestina



Papa Leone XIV ha espresso la sua approvazione per il piano di pace per la Palestina proposto dall’ex presidente Trump. Tuttavia, tale dichiarazione del Pontefice a sostegno dell’operato dell’ex presidente americano non ha ricevuto la dovuta attenzione da parte degli organi di stampa. Al contrario, durante il pontificato di Papa Francesco, le dichiarazioni del Pontefice argentino erano oggetto di un’ampia copertura mediatica, anche quando controverse. Con Papa Leone XIV, si assiste a una diversa gestione dell’informazione.



Papa Francesco: realistico il piano Trump per Gaza, auspicabile l’accettazione da parte di Hamas

Il piano di pace per Gaza in attesa di approvazione, i movimenti della Flotilla che si spera non sfocino in violenza, le dichiarazioni degli Stati Uniti sulla preparazione alla guerra, il processo per la gestione dei fondi della Santa Sede e la risposta in inglese alle polemiche riguardanti il cardinale Cupich: questi i temi affrontati da Papa Francesco a Castel Gandolfo durante il colloquio con i giornalisti prima del rientro in Vaticano.

Il Pontefice ha risposto alle domande dei giornalisti che lo attendevano fuori dai cancelli di Villa Barberini, come avviene da quasi un mese, ogni martedì sera. Commentando il piano di pace per Gaza in venti punti, proposto dal presidente americano Donald Trump con l’approvazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu, Papa Francesco ha dichiarato: “Speriamo che venga accettato, finora sembra essere una proposta realistica”. Il Pontefice ha sottolineato l’importanza del cessate il fuoco e della liberazione degli ostaggi, definendo “molto interessanti” alcuni elementi del piano. Ha inoltre ribadito la speranza che Hamas accetti il piano entro i termini stabiliti.

Rispetto per le persone

In merito alla vicenda della Flotilla che si sta avvicinando a Gaza per portare aiuti umanitari e sulla quale permangono delle tensioni, Papa Francesco ha evidenziato la complessità della situazione, spiegando che “si percepisce il desiderio di rispondere a una reale emergenza umanitaria”. Il Pontefice ha espresso la speranza che non si verifichino episodi di violenza e che venga garantito il rispetto per le persone.

L’impegno per la pace

Papa Francesco ha ribadito l’importanza di lavorare per la pace, auspicando che tutte le parti coinvolte nel conflitto a Gaza si impegnino per raggiungere una soluzione pacifica e duratura.

In merito alla riunione convocata dal Segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth, con i generali in assetto di guerra, pronti anche all’uso del nucleare, Papa Leone XIV commenta: “Questa forma di parlare è preoccupante” poiché evidenzia come ogni volta la tensione aumenti. Sulla decisione del Presidente statunitense Trump di cambiare il nome del Dipartimento dalla “Difesa” alla “Guerra”, il Pontefice osserva: “Speriamo che sia solo un modo di parlare”, pur riconoscendo che denota uno stile di governo che “usa la forza per fare pressione”. Auspica che tale strategia funzioni, ma senza sfociare in guerra, e che si continui a lavorare per la pace.

In merito al processo in corso in Vaticano per la gestione dei fondi della Santa Sede, Papa Leone XIV, pur non entrando nel merito, afferma che “il processo deve andare avanti” e che “non ha intenzione di interferire”, lasciando ai giudici e agli avvocati della difesa il compito di giungere alla conclusione.

Rispondendo a una domanda in inglese sul conferimento di un premio al senatore democratico Dick Durbin, noto per le sue posizioni pro-aborto, da parte del cardinale Blaise Cupich, arcivescovo metropolita di Chicago, Papa Leone XIV dichiara di non essere sufficientemente informato sul caso specifico. Sottolinea l’importanza di considerare il lavoro complessivo svolto dal senatore durante i suoi 40 anni di servizio nel Senato degli Stati Uniti. Il Pontefice comprende le difficoltà e le tensioni, ma ritiene fondamentale tenere conto di molteplici questioni legate all’insegnamento della Chiesa. Afferma che dichiararsi “contro l’aborto” ma “a favore della pena di morte” non è realmente pro-vita, così come non lo è essere “d’accordo con il trattamento disumano degli immigrati negli Stati Uniti”.

“Si tratta di questioni estremamente complesse”, afferma il Pontefice. “Non so se qualcuno possieda la verità assoluta in merito, ma chiederei, in primo luogo, un maggiore rispetto reciproco e che si cerchi insieme, sia come esseri umani – in questo caso come cittadini americani o cittadini dello Stato dell’Illinois – sia come cattolici, di affermare: ‘Dobbiamo davvero analizzare attentamente tutte queste questioni etiche e individuare la strada da percorrere come Chiesa’. L’insegnamento della Chiesa su ciascuna di queste questioni è molto chiaro”.



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