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Saverio Tommasi trattenuto in un centro di detenzione in Israele: attende di incontrare i legali



Il giornalista Saverio Tommasi figura fra i circa 400 membri della Global Sumud Flotilla fermati dalle autorità israeliane nella notte scorsa. Le navi sono state intercettate dalla marina militare e scortate al porto di Ashdod, dove i partecipanti sono stati condotti in un centro temporaneo per l’identificazione da parte delle autorità di Tel Aviv. Fonti interne segnalano che Tommasi attende di parlare con il proprio avvocato, prima di essere trasferito in un centro di detenzione nel sud di Israele.



Al momento dell’abbordaggio, Tommasi era in diretta per documentare quanto stava accadendo; poco dopo la connessione è stata interrotta e per molte ore non sono arrivate sue comunicazioni. Solo nella mattinata di oggi è riuscito a ristabilire un contatto e riferire gli sviluppi. La nave Karma, su cui si trovava insieme ad altri attivisti come Scotto e Corrado, è stata intercettata dalle autorità israeliane, costretta a modificare la rotta e condotta sotto scorta fino ad Ashdod. Gli occupanti della Karma attendono ora di poter parlare con i propri legali prima del trasferimento in un centro detentivo.

Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, la struttura prevista per il trasferimento è quella di Be’er Sheva, nel sud del paese, sebbene il passaggio possa subire ritardi a causa della necessità di convalida del fermo e dell’intervento degli avvocati delle persone trattenute. Le celebrazioni legate a Yom Kippur potrebbero rallentare le procedure al porto, ritardando anche le visite consolari che sono previste già da domani.

In totale, sono circa 40 gli italiani trattenuti dalla marina israeliana mentre cercavano di rompere il blocco verso le coste palestinesi. Inizialmente si era parlato di 22, ma il conto è poi salito. In Aula, Tajani ha dichiarato che cinque funzionari dell’ambasciata italiana si recheranno domani al centro di detenzione; una successiva visita è stata programmata per domenica mattina, interrotta dallo Shabbat. Le autorità israeliane dovrebbero emettere “un unico provvedimento giudiziario di espulsione coatta” per tutti i membri della flottiglia.

I piani prevedono che nella giornata di lunedì 6 o martedì 7 ottobre gli attivisti vengano portati all’aeroporto Ben Gurion e rimpatriati con due voli charter, presumibilmente diretti a Madrid e Londra, sedi direttive della Sumud Flotilla. È considerato improbabile che i voli includano una rotta diretta verso Roma. Restano però numerosi punti da chiarire.



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