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Greta Thunberg dal carcere si lamenta: letto scomodo e cibo pessimo. Altro che rivoluzionaria!



Greta Thunberg, l’attivista svedese per l’ambiente, ha recentemente rivolto lamentele all’ambasciata svedese in Israele riguardo alle condizioni della sua detenzione, avvenuta dopo il blocco della flottiglia che trasportava aiuti umanitari a Gaza. Secondo quanto riportato dal Guardian, un’e-mail inviata dal ministero degli Esteri svedese a contatti vicini a Thunberg ha rivelato dettagli inquietanti sulla sua esperienza in prigione.



Dalla sua cella, Greta ha descritto le condizioni come estremamente difficili. Un funzionario che ha visitato l’attivista ha riferito che Thunberg ha segnalato di essere stata rinchiusa in una cella infestata da cimici, lamentandosi della scarsità di cibo e acqua. Nella corrispondenza, si legge: «Mi ha parlato della disidratazione. Le sono state date quantità insufficienti di acqua e cibo. Ha anche dichiarato di aver sviluppato un’eruzione cutanea che sospetta sia stata causata dalle cimici dei letti. Ha parlato di trattamenti duri e ha detto di essere rimasta seduta per lunghi periodi su superfici dure». Queste affermazioni pongono l’accento su un trattamento che molti considerano inumano.

Inoltre, un’altra detenuta ha riferito a un’ambasciata di aver visto Thunberg costretta a tenere delle bandiere mentre venivano scattate foto, sollevando interrogativi sulla diffusione delle sue immagini. Il funzionario del ministero svedese ha aggiunto: «Si chiedeva se fossero state distribuite sue immagini».

Un altro aspetto preoccupante riguarda le affermazioni di un giornalista turco, Ersin Celik, che ha dichiarato durante un’intervista con la CNN turca che Greta è stata bendata e costretta a baciare la bandiera israeliana. Celik, uno dei 37 attivisti coinvolti nella missione della Global Sumud Flotilla, ha affermato: «Nonostante sia poco più di una bambina, Greta è stata presa di mira dagli israeliani. È stata bendata, ammanettata, trascinata e costretta a baciare la bandiera israeliana». Secondo il giornalista, il trattamento riservato a Thunberg sarebbe stato motivato dalla sua notorietà e dal suo attivismo contro le politiche israeliane.

Anche un altro partecipante alla flottiglia, il giornalista italiano Lorenzo D’Agostino, ha condiviso la sua esperienza, descrivendo le condizioni di detenzione come “barbare”. Al suo arrivo a Istanbul, ha raccontato all’agenzia turca Anadolu che lui e gli altri attivisti sono stati sottoposti a umiliazioni durante la loro detenzione in Israele. «Siamo stati presi a calci. Siamo rimasti senza acqua potabile per oltre due giorni. In generale, hanno colto ogni occasione per umiliare chiunque di noi», ha dichiarato D’Agostino.

Il giornalista ha specificamente menzionato il trattamento di Greta Thunberg, definendola «una donna coraggiosa» e sottolineando che, a soli 22 anni, è stata umiliata e avvolta in una bandiera israeliana, esibita come un trofeo. «Avevo la sensazione di trovarmi in un luogo davvero barbaro e speravo davvero che questa barbarie finisse presto», ha aggiunto.

Questi eventi hanno suscitato una vasta attenzione mediatica e hanno portato a un acceso dibattito sulle condizioni di detenzione degli attivisti e sul trattamento riservato a chi si oppone alle politiche israeliane. Le dichiarazioni di Thunberg, Celik e D’Agostino mettono in luce una situazione che molti osservatori considerano inaccettabile e che richiede una risposta immediata da parte della comunità internazionale.

Le autorità svedesi e le organizzazioni per i diritti umani stanno monitorando attentamente la situazione, mentre la pressione pubblica cresce affinché vengano garantiti i diritti e il benessere di Greta Thunberg e degli altri attivisti detenuti. La vicenda continua a evolversi, con richieste di maggiore trasparenza e rispetto per i diritti umani in situazioni di conflitto e tensione.



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