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Ilaria Salis, la reazione di Massimo Gramellini al voto fa infuriare i social: “Un commento fuori luogo”



È sorprendente che un esponente di spicco del liberalismo italiano come Matteo Salvini accusi i membri di Forza Italia di aver salvato Ilaria Salis dalle mani del governo di Viktor Orbán, aggiungendo i loro voti a quelli del centrosinistra in un voto segreto. Questa accusa, piuttosto che generare un clima di unità, ha messo in luce delle divisioni all’interno del centrodestra, di cui Salvini è parte integrante. Invece di considerare i suoi compagni come traditori, ci si sarebbe aspettati che li ringraziasse per la coerenza dimostrata.



La storia del centrodestra italiano si fonda sulla difesa delle libertà individuali, e il concetto di garantismo deve essere applicato anche nei confronti degli avversari politici. Questo principio è particolarmente rilevante quando si considera il sistema giudiziario ungherese, che presenta evidenti lacune e problematiche. Infatti, è difficile sostenere che ci sia un giudice a Budapest in grado di valutare l’operato di Ilaria Salis con la necessaria autonomia e indipendenza, specialmente dopo che un ministro del governo di Orbán le ha inviato un messaggio minaccioso, rivelando le coordinate di un carcere.

In un contesto così ostile, sottoporre Salis a un processo equivale a condannarla a una pena detentiva. Anche se il reato contestato è stato commesso prima della sua elezione come eurodeputata, è lecito interrogarsi su quale coraggio e umanità possa dimostrare un liberale nel consegnare una rivale a un destino già segnato. In questo senso, i “traditori” di Forza Italia meritano riconoscimento per aver evitato l’ennesima rappresentazione grottesca di una politica che nega le stesse garanzie che pretende per sé.

Il commento di Marco Rizzo, esponente di Democrazia Sovrana e Popolare, aggiunge un ulteriore elemento di discussione. Rizzo si chiede perché Ilaria Salis dovrebbe ringraziare il presidente Orbán. Secondo lui, se Salis fosse stata in un altro paese europeo, come Francia o Germania, sarebbe probabilmente ancora in carcere. Rizzo sostiene che, in un contesto di attacco al governo ungherese da parte del pensiero unico del totalitarismo globalista e liberista, Salis ha avuto l’opportunità di diventare eurodeputata, evitando una detenzione prolungata.

Questa situazione solleva interrogativi fondamentali sulla coerenza e sull’etica delle scelte politiche all’interno del centrodestra. Salvini, da un lato, critica il sostegno a Salis, mentre dall’altro il suo partito ha storicamente sostenuto la libertà di espressione e il diritto a un processo giusto. La contraddizione è evidente: come può un partito che si proclama difensore delle libertà civili condannare un gesto di solidarietà verso una collega eurodeputata?

Inoltre, il sistema giudiziario ungherese è stato spesso oggetto di critiche da parte di organizzazioni internazionali e osservatori, che hanno messo in dubbio la sua imparzialità e indipendenza. La questione si complica ulteriormente quando si considerano le pressioni politiche esercitate su magistrati e funzionari pubblici, che possono compromettere il diritto a un processo equo. In tale contesto, l’atteggiamento di Forza Italia appare non solo giustificato, ma anche necessario per garantire la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

La polemica che si è sviluppata attorno a Ilaria Salis e al suo status di eurodeputata mette in evidenza le tensioni all’interno del centrodestra e la necessità di una riflessione più profonda sulle proprie posizioni. La difesa delle libertà individuali non dovrebbe essere selettiva, ma estendersi a tutti, indipendentemente dalle affiliazioni politiche. È fondamentale che i partiti politici si impegnino a garantire un trattamento equo per tutti, specialmente in un contesto internazionale dove i diritti civili sono frequentemente minacciati.



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