Il piano di pace proposto da Trump ha condotto al cessate il fuoco, al ritiro delle truppe da Gaza e alla liberazione dei primi sette ostaggi, detenuti dal tragico evento del 7 ottobre. Nonostante ciò, alcune voci critiche, come quella della relatrice indipendente dell’ONU, Francesca Albanese, intervistata dal programma “4 di Sera”, continuano a esprimere disapprovazione nei confronti del presidente americano e di Netanyahu.
In risposta a tali dichiarazioni, Fratelli d’Italia ha pubblicato un post su Facebook in cui stigmatizza l’atteggiamento della Albanese: “L’arroganza e il nervosismo di chi ha compreso che non potrà più costruire la propria carriera sulla tragedia del Medio Oriente”, si legge sul profilo social del partito.
Tale reazione è stata suscitata dall’intervista in cui la Albanese, in sostanza, critica il piano di pace e contesta le manifestazioni commemorative del 7 ottobre: “Non mi sembra corretto, la resistenza palestinese è vecchia almeno 60 anni, per me il genocidio dal punto di vista legale è iniziato il 9 ottobre da quando è stato eseguito l’ordine di tagliare i viveri a Gaza. In un Paese come questo, che è abbastanza ottuso e ignorante su quella che è la resistenza dal punto di vista del diritto internazionale, nella storia della decolonizzazione etc., c’è una ignoranza della storia e della resistenza del popolo palestinese”. In sintesi, chi non condivide la sua opinione è considerato “ignorante”. (VIDEO)
L’arroganza e il nervosismo di chi ha capito che non potrà più costruire la propria carriera sulla tragedia del Medio Oriente. pic.twitter.com/u7NcxBA5B8
— Denis Nesci (@DenisNesci) October 12, 2025
Infine ha aggiunto: “Che è stata soprattutto pacifica, in parte armata e occasionalmente violenta e quando lo è stata, tipo il 7 ottobre, è stata violentissima. Il piano Trump? C’è un grande assente, cioè la considerazione di ciò che è necessario al popolo palestinese, che esce completamente sconfitto. Questo piano pugnala al cuore, viene rimosso il diritto all’autodeterminazione, il diritto di scegliere il proprio destino per sé. Si chiamano in causa i palestinesi per cooptazione tecnocratica e non si parla di giustizia, ma di ricostruire Gaza sulle macerie di un genocidio, sulle fosse comuni note e ancora da accertare di un genocidio, quindi questo piano è un’offesa alla dignità umana, al diritto internazionale e alla giustizia”.



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