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Bruxelles contro Orban per il vertice Trump-Putin in Ungheria: “Rispetti il mandato d’arresto”



Nonostante l’Ungheria abbia annunciato lo scorso aprile l’intenzione di abbandonare la Corte penale internazionale (CPI), il mandato d’arresto per Vladimir Putin resta pienamente in vigore. Lo chiarisce la stessa Corte all’ANSA: “Il recesso dallo Statuto di Roma ha effetto un anno dopo la notifica al Segretario generale dell’ONU. Fino ad allora, il Paese resta vincolato agli obblighi derivanti dallo Statuto”.



Di conseguenza, l’Ungheria – che ospiterà un summit nelle prossime settimane al quale potrebbe partecipare anche Putin – è ancora giuridicamente tenuta a eseguire il mandato di cattura.

“L’obbligo di arresto resta valido e l’esecuzione delle decisioni della Corte è una responsabilità giuridica”, ribadisce l’Aja.


Budapest, epicentro della tensione diplomatica

Secondo indiscrezioni, il presidente russo Vladimir Putin e l’ex presidente statunitense Donald Trump potrebbero incontrarsi proprio a Budapest, su invito del premier ungherese Viktor Orbán. La prospettiva ha generato forti tensioni diplomatiche e istituzionali, sia in Europa che oltreoceano.

La scelta dell’Ungheria, unico Paese UE a mantenere rapporti privilegiati con il Cremlino, non è stata condivisa con gli altri leader europei e viene interpretata da molti come una provocazione politica, volta a ribadire che non sarà Bruxelles a decidere i termini di un’eventuale trattativa sulla pace in Ucraina.

“Tutto il lavoro fatto finora per riportare il leader statunitense dalla parte giusta è di nuovo traballante”, è il commento amaro che circola nei corridoi delle istituzioni europee.


Una questione logistica… e geopolitica

Oltre agli aspetti simbolici e politici, c’è una questione concreta: come raggiungerà Putin Budapest? Con lo spazio aereo ucraino interdetto e le rotte NATO sotto sorveglianza, il Cremlino dovrà valutare con estrema attenzione il percorso.

Le ipotesi sul tavolo sono due:

  • Rotta balcanica: sorvolo su Mar Nero, poi Bulgaria e Serbia, prima di entrare in Ungheria.

  • Rotta mediterranea: attraverso il Mediterraneo fino al Montenegro, poi Serbia e infine Ungheria.

Entrambe le opzioni prevedono il passaggio su spazi aerei controllati da paesi membri della NATO, e potrebbero quindi essere fonte di forte tensione o di incidenti diplomatici imprevisti. A ciò si aggiunge la difficoltà politica per i Paesi sorvolati, che potrebbero essere accusati di non aver agito in base al mandato d’arresto internazionale.


La posizione dell’UE e le fragilità della difesa europea

Mentre la Commissione europea presentava la “roadmap” per una difesa comune entro il 2030, l’incontro Putin-Trump rischia di mettere in secondo piano gli sforzi per una posizione unitaria dell’Unione.

Il piano prevede che almeno il 55% degli investimenti in difesa venga destinato a industrie europee e di aumentare al 40% gli acquisti militari congiunti. Tuttavia, il progetto si basa su “coalizioni volontarie di capacità”, cioè accordi fra Stati membri senza vincolo comune. Francia, Germania e Italia, ad esempio, hanno già fatto sapere di voler mantenere la competenza nazionale sulla difesa, riducendo il peso dell’iniziativa comunitaria.

Un’ulteriore grana in vista del Consiglio europeo della prossima settimana, che dovrebbe affrontare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. L’opposizione già annunciata da Orbán e dal premier slovacco Robert Fico rischia di paralizzare ancora una volta il fronte europeo.


Un summit che alimenta tensione, non distensione

L’eventuale summit a Budapest – nonostante venga ufficialmente presentato come un tentativo di dialogo – rischia di trasformarsi in un momento altamente divisivo e delicato. L’ingresso in Europa di un leader ricercato dalla giustizia internazionale e accusato di crimini di guerra è un atto politicamente e giuridicamente dirompente, che espone l’Unione a un difficile equilibrio tra diritto, diplomazia e realpolitik.

La scelta di Budapest, invece di un luogo neutro come la Mongolia o l’Arabia Saudita, solleva ulteriori interrogativi. Così come l’accettazione, da parte di Trump, dell’invito di Mosca senza richiedere una sede alternativa.

In questo contesto, qualsiasi incidente – anche non intenzionale – potrebbe avere conseguenze imprevedibili. Un presidente russo in volo sopra lo spazio aereo della NATO o del Mediterraneo non è solo una questione logistica: è un segnale geopolitico che l’Europa e l’Alleanza atlantica osservano con grande attenzione.



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