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New York elegge un pazzo e Fratoianni si vanta: “È come noi, stesso programma”



La sinistra italiana si trova nuovamente a fare i conti con una figura che potrebbe rappresentare una nuova speranza: Zohran Mamdani, 34 anni, è stato eletto sindaco di New York, segnando un momento storico come primo sindaco musulmano della città, nonché il primo di origine sud-asiatica e il primo nato in Africa. L’elezione di Mamdani, che entrerà in carica il 1° gennaio, lo rende anche il sindaco più giovane della città negli ultimi cento anni. La sua vittoria è stata ottenuta battendo l’ex governatore democratico dello stato di New York, Andrew Cuomo, che ha corso come indipendente con il supporto di Donald Trump e Elon Musk, oltre al candidato repubblicano Curtis Sliwa.



Mamdani ha fatto campagna su un programma che prevede l’implementazione di università e trasporti gratuiti, il blocco dei prezzi degli affitti e l’aumento delle tasse per i miliardari. Questo approccio ha attirato l’attenzione della sinistra italiana, che ha immediatamente visto in lui un nuovo paladino. Nicola Fratoianni, leader di Alternativa Verde e Sinistra (Avs), ha dichiarato: “Zohran Mamdani è il nuovo Sindaco di New York: ha vinto perché ha proposto l’università e i trasporti gratuiti, prezzi degli affitti bloccati e l’aumento delle tasse per i miliardari. Ha proposto di mettere davanti gli interessi e i diritti della maggioranza delle persone. È il nostro programma. E la vittoria di Zohran significa che si può fare, negli Usa come in Italia. Siamo in campo per questo”.

Anche il Partito Democratico (Pd) ha accolto con entusiasmo la notizia. La segretaria Elly Schlein ha commentato: “Splendida vittoria di Zohran Mamdani a New York! Con un messaggio chiaro contro il caro vita: per una città che tutte e tutti si possano permettere”. Ha poi aggiunto che Mamdani ha vinto grazie a una campagna collettiva supportata da centomila volontari, contrapposta ai finanziamenti milionari dei suoi avversari e alla campagna denigratoria orchestrata da Trump. Schlein ha evidenziato come la sinistra stia ritornando a vincere grazie a programmi chiari su temi come stipendi dignitosi, sanità universale e diritto alla casa.

Tuttavia, l’entusiasmo per la vittoria di Mamdani ha subito innescato tensioni interne nel Pd. La rapidità con cui Fratoianni ha espresso il suo sostegno ha evidenziato la frenesia della sinistra italiana nel cercare nuove icone, nonostante le sfide interne e la mancanza di una proposta politica unitaria. Fratoianni ha sottolineato la sovrapposizione tra il programma di Mamdani e quello di Avs, ribadendo che la sua vittoria rappresenta un modello replicabile anche in Italia.

Il Pd, pur arrivando secondo nel tempismo di reazione, ha mostrato un grande entusiasmo. Schlein ha utilizzato un linguaggio emotivo, enfatizzando il significato della vittoria di Mamdani e collegandola a un messaggio di speranza contro la paura. Ha anche fatto riferimento ad altre vittorie democratiche, come quelle di Mikie Sherrill in New Jersey e Alice Spanberger in Virginia, nonché al referendum vinto dal governatore democratico Gavin Newsom in California, definendo tutto ciò un “bel risveglio negli Usa”.

Tuttavia, il successo di Mamdani deve essere contestualizzato. Egli ha prevalso non solo grazie al suo messaggio, ma anche contro il partito democratico tradizionale, il che suggerisce che i suoi temi potrebbero non trovare lo stesso riscontro in altre aree. Le elezioni in Virginia e New Jersey, dove hanno vinto candidati più moderati, indicano una preferenza dell’elettorato per posizioni meno radicali.

La reazione del Pd alla vittoria di Mamdani ha messo in evidenza le divisioni interne. Laura Boldrini ha affermato che “la sinistra vince quando fa la sinistra”, citando Obama e sottolineando che il futuro sembra più luminoso. Simona Malpezzi, invece, ha evidenziato la forza di un partito plurale in grado di unire diverse anime in una visione comune. Tuttavia, le tensioni non sono mancate, con il deputato Marco Furfaro che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di ascoltare e rispondere ai problemi reali, piuttosto che alle discussioni superficiali.

Persino Italia Viva, attraverso il senatore Ivan Scalfarotto, ha commentato il risultato di Mamdani, paragonandolo a “l’altra faccia di Trump” e suggerendo che la vittoria di Mamdani potrebbe non riflettere un consenso più ampio negli Stati Uniti. Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha avvertito che la scelta di New York non rappresenta necessariamente l’elettorato americano nel suo complesso e ha invitato a non trarre conclusioni affrettate.



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