La controversia riguardante la famiglia anglo-australiana che vive in una casa isolata nei boschi di Palmoli, in provincia di Chieti, ha attirato l’attenzione dei media e dei politici. Il vicepremier Matteo Salvini ha espresso il suo disappunto per la decisione del tribunale dei minori dell’Aquila, che ha ordinato il trasferimento dei tre bambini e della madre in una comunità educativa per un periodo di osservazione. Salvini ha definito questa azione “vergognosa”, sostenendo che rappresenta un attacco alla libertà di scelta dei genitori e alla loro modalità di vita.
Nel suo intervento, Salvini ha affermato: “Mi ripropongo, non da ministro ma da genitore, da padre e da italiano, di seguire direttamente la vicenda e se serve, di andare sul posto perché ritengo vergognoso che lo Stato si occupi di entrare nel merito dell’educazione privata, delle scelte di vita personali di due genitori che hanno trovato nell’Italia un Paese ospitale e che invece gli ruba i bambini”. Ha inoltre paragonato la situazione a quella dei campi rom, accusando le istituzioni di avere un “doppiopesismo” nei confronti delle famiglie. “Non hanno la luce, l’acqua e la televisione. Ma io sono stato nel campo rom di Giugliano la settimana scorsa: centinaia di bimbi in età scolare non a scuola, sporchi, senza insegnanti, senza luce, gas e acqua e con genitori che in molti casi campano rubando. Lì dove sono gli assistenti sociali? Dov’è la Procura? Dov’è il tribunale dei minori?” ha dichiarato.
La situazione della famiglia era emersa lo scorso anno, quando i bambini erano stati ricoverati a causa di un’intossicazione da funghi. Da quel momento, la Procura minorile dell’Aquila ha avviato controlli, effettuando sopralluoghi e redigendo relazioni sui servizi sociali. Le indagini hanno rivelato “criticità legate all’abitazione”, che risultava priva di luce e acqua corrente, e problemi legati alla documentazione sull’istruzione domiciliare, considerata non pienamente regolare. Inizialmente, era stata sospesa la responsabilità genitoriale, ma senza allontanare i minori. Tuttavia, il tribunale ha successivamente deciso per il trasferimento dei bambini in una comunità educativa, ritenendo “necessario un periodo di osservazione in un contesto monitorato”. L’atto ha anche criticato l’esposizione mediatica della vicenda da parte dei genitori, accusati di aver reso identificabili i minori.
Il legale della famiglia, Giovanni Angelucci, ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso contro la decisione del tribunale, sostenendo: “Nell’ordinanza ci sono elementi non corretti. Si insiste sull’autorizzazione all’istruzione domiciliare quando la documentazione è completa e protocollata”. La famiglia ribadisce che il loro stile di vita rappresenta una scelta alternativa, non una forma di negligenza. Nel frattempo, è stata lanciata una petizione online per chiedere il permesso di mantenere i bambini nella loro casa nel bosco, che ha già raccolto oltre 31 mila firme.
L’intervento di Salvini ha suscitato reazioni critiche da parte di esponenti dell’opposizione, tra cui Elisabetta Piccolotti di Avs, che ha sottolineato l’importanza di concentrarsi sui diritti e sulla tutela dei bambini. Piccolotti ha affermato: “In Abruzzo, sul caso della famiglia nel bosco, è necessario ripartire dalla vera priorità: i diritti e la tutela dei bambini”. Ha avvertito che lo scontro tra la famiglia e i tribunali sta danneggiando i bambini, che “da giorni vivono assediati dai giornalisti e che ieri sera sono stati portati via con una folta presenza di forze dell’ordine”. Ha aggiunto che il trasferimento forzato dei bambini potrebbe avere un impatto negativo sul loro equilibrio psicologico.
Piccolotti ha quindi esortato a trovare un dialogo costruttivo per garantire che i bambini possano tornare a casa, assicurando al contempo la loro istruzione e socializzazione. Ha dichiarato: “Chi, come il Ministro Salvini, sta cercando di strumentalizzare politicamente questa vicenda non sta facendo altro che rendere tutto più difficile: la smetta di alzare i toni”. Ha invitato a un intervento della ministra competente per affrontare la questione in modo pacifico e nell’interesse dei bambini, sottolineando che non possono essere trattati come oggetti dagli adulti che li circondano.



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