Il Segretario di Azione, Carlo Calenda, in occasione del sesto anniversario del partito, ha espresso la propria preoccupazione riguardo al piano di pace in Ucraina proposto dall’ex Presidente Donald Trump. Calenda ha definito il piano una “capitolazione” e ha criticato il silenzio del governo italiano, sottolineando che attualmente è il Vicepremier Matteo Salvini a esprimersi sulla questione.
Calenda ha ricordato le dichiarazioni della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo cui non sarebbe stato necessario scegliere tra Donald Trump e l’Europa. Tuttavia, ha evidenziato la necessità di una posizione chiara da parte del governo italiano in merito al piano di pace in 28 punti presentato da Trump a Kyiv e concordato dall’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, senza il coinvolgimento dell’Ucraina e dell’Unione Europea.
Il Segretario di Azione ha espresso forte preoccupazione per la mancanza di una risposta ufficiale da parte del governo italiano su una questione di tale rilevanza, che prevede di fatto la capitolazione dell’Ucraina. Ha inoltre sottolineato che la risposta flebile del Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, non è sufficiente. Calenda ha affermato che il patto avrebbe potuto essere redatto da Putin e ha chiesto alla Presidente Meloni di esprimere la propria posizione.
Il Vicepremier Matteo Salvini, da parte sua, ha dichiarato che la decisione di accettare o meno il piano di pace spetta agli ucraini, non a Bruxelles o Berlino. Pur concordando con il principio che la decisione spetti agli ucraini, Calenda ha ribadito che il piano rappresenta una resa e non ritiene che rispecchi la volontà del popolo ucraino.
Calenda ha espresso la speranza che la Presidente Meloni intervenga sulla questione, pur riconoscendo i recenti cambiamenti nel suo atteggiamento nei confronti dell’Ucraina. Ha evidenziato che l’Italia non parteciperà all’acquisto di aiuti militari americani per Kyiv, noto come Purl, e che la Presidente non si è ancora espressa sulla nuova autorizzazione per l’invio di armi. Calenda ha inoltre osservato che la Presidente Meloni sta cercando di evitare di esprimersi sulla questione ucraina e ha espresso il timore che si stia riposizionando. Infine, ha sottolineato di non essere convinto che Forza Italia possa accettare passivamente che la linea Salvini diventi egemone all’interno del governo.
Si potrebbe obiettare che il piano in 28 punti proposto da Trump, pur trascurando le posizioni di europei e ucraini, rappresenti un’opportunità per raggiungere finalmente la pace. Il piano consente l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea, senza tuttavia prevedere la sua completa demilitarizzazione. “Non si tratta di una demilitarizzazione totale, bensì di una riduzione della metà delle forze armate”, interviene Calenda. Inoltre, il piano prevede il divieto di alcune tipologie di armamenti e l’assenza di truppe NATO in Ucraina, lasciando così l’Ucraina vulnerabile all’influenza russa. Inoltre, la parte del Donbass non ancora conquistata da Putin verrebbe ceduta alla Russia. Calenda critica inoltre i canoni che Kyiv dovrebbe corrispondere agli Stati Uniti per la sua sicurezza, definendoli un’estorsione. Secondo Calenda, il piano rappresenta una capitolazione totale, soprattutto considerando che, con Trump alla Casa Bianca, la credibilità delle garanzie americane è compromessa. Tuttavia, si potrebbe sostenere che questo piano conduca finalmente alla pace. Calenda risponde che all’opinione pubblica deve essere chiarito che, concedendo all’aggressore più di quanto abbia ottenuto, si creano le condizioni per una futura aggressione, analogamente a quanto accaduto a Monaco nel 1938, e che si sta firmando una nuova Monaco.



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