Circa venti giorni fa, la Sindaca di Genova, Silvia Salis, ha rivolto un appello alle parlamentari affinché si unissero nella lotta contro la violenza sulle donne. In occasione della giornata dedicata al contrasto di questa problematica, la Sindaca Salis ha ulteriormente utilizzato il tema come strumento della sua campagna elettorale nazionale, presentando con notevole enfasi un progetto sperimentale sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole dell’infanzia.
Il progetto della Sindaca Salis per l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole dell’infanzia
Il progetto è rivolto ai bambini delle scuole dell’infanzia, di età compresa tra i 3 e i 6 anni, di quattro istituti scolastici, per un totale di 300 bambini. Come illustrato, il progetto coinvolgerà i genitori e sarà realizzato da due centri anti-violenza cittadini accreditati. L’opportunità di un approccio alla materia in un’età così precoce, nonché il rischio che il progetto possa essere strumentalizzato per l’introduzione nelle scuole delle teorie gender, sono al centro delle preoccupazioni del centrodestra. Quest’ultimo ha inoltre sollevato il sospetto che l’iniziativa possa essere motivata da ambizioni politiche personali della Sindaca Salis.
Berrino: «Se la Sindaca Salis nutre aspirazioni alla guida del Partito Democratico, non le persegua a scapito dei bambini»
Il senatore genovese di Fratelli d’Italia, Gianni Berrino, ha espresso preoccupazione per la decisione del sindaco di Genova di indirizzare bambini di età prescolare per fini politici. Berrino ha affermato che tale azione rappresenta una violazione della decenza e che la Costituzione italiana attribuisce alla famiglia il compito primario dell’educazione dei figli, compresa quella sessuale. Ha inoltre sottolineato che nessuna lobby o pressione esterna, inclusa quella LGBTQ+, dovrebbe interferire in un ambito così delicato che riguarda minori di appena tre anni, i quali dovrebbero vivere un’infanzia spensierata e felice, senza essere sovraccaricati da temi complessi. Berrino ha invitato il sindaco di Genova a rispettare le direttive del governo e del Ministro Valditara, e ha ipotizzato che la decisione possa essere motivata da ambizioni personali, come una candidatura alla guida del Partito Democratico, invitando il sindaco a perseguire tali obiettivi in modo diverso, senza coinvolgere i bambini.
Il deputato della Lega, Rossano Sasso, ha condiviso le preoccupazioni di Berrino, affermando che la sindaca Salis intenda competere con la sua rivale Schlein sull’ideologia gender, a scapito delle famiglie genovesi e dei bambini di tre anni. Sasso ha criticato il sindaco per aver dato priorità alla propaganda politica nelle scuole piuttosto che alla risoluzione dei problemi della città. Ha inoltre espresso curiosità riguardo al metodo di educazione sessuale proposto per bambini di tre anni, sottolineando la preoccupazione che i genitori genovesi potrebbero nutrire, alla luce delle esperienze passate con gli attivisti di sinistra nelle scuole.
Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, la Sindaca di Genova, Marta Canepa, ha affrontato le preoccupazioni espresse dal centrodestra riguardo a un’eventuale strumentalizzazione di una tematica di tale delicatezza. Ha affermato: “Mi interpellano in merito a questo attivismo e io rispondo che un sindaco progressista ha l’obbligo di tutelare i diritti dei cittadini. Considerando il contesto socio-politico attuale, ritengo fosse fondamentale lanciare un segnale forte. Abbiamo questa responsabilità”, ha dichiarato la prima cittadina, sottolineando che “iniziamo con un piccolo passo, auspicando che le centinaia di bambini coinvolti diventino migliaia. Tuttavia, dai nostri territori, dalle grandi città prevalentemente amministrate da sindaci progressisti, può originarsi un movimento culturale capace di contrastare il populismo dilagante nel Paese”. In sintesi, analizzando i segnali, sembra evidente che il progetto rappresenti un ulteriore passo lungo il percorso che da Genova conduce a Roma.



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