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Garlasco, Dna di Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi: la difesa ipotizza “contatto con il telecomando”



Nel corso della trasmissione Quarto Grado, la genetista Marina Baldi, parte del team difensivo di Andrea Sempio, ha presentato alcune ipotesi riguardanti la possibile contaminazione del DNA trovato sulle unghie di Chiara Poggi, vittima di omicidio a Garlasco il 13 agosto 2007. La Baldi ha dichiarato che la teoria del telecomando sembra essere la più plausibile tra le fonti di contaminazione che potrebbero spiegare la compatibilità del profilo genetico di Sempio con quello rinvenuto sulla vittima.



Recentemente, si è diffusa la notizia di una compatibilità tra l’aplotipo Y rilevato nel 2007 su due unghie di Chiara e la linea paterna del profilo biologico di Sempio. Questa informazione è emersa dall’analisi biostatica condotta dalla genetista Denise Albani, perita nominata dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’ambito dell’incidente probatorio della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. La Albani presenterà le sue conclusioni il 18 dicembre prossimo, ma già il 26 settembre aveva chiarito che le risultanze rappresentano un contesto familiare di appartenenza e non identificano una persona specifica.

Nell’analisi, la Albani ha inserito i dati di Sempio e di altri otto soggetti, tra cui Alberto Stasi, Marco Poggi e alcuni amici di quest’ultimo, in un database internazionale, effettuando comparazioni. I risultati hanno evidenziato una compatibilità con la linea paterna di Sempio, insieme a un altro DNA maschile ignoto e non identificabile.

Tuttavia, restano da chiarire alcuni aspetti fondamentali. È necessario stabilire se il DNA rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi sia da considerarsi un contatto diretto o se sia stato trasferito tramite un oggetto. Marina Baldi ha suggerito che l’ipotesi del telecomando potrebbe spiegare come Chiara sia entrata in contatto con il DNA di Sempio in modo indiretto. “Abbiamo fatto riunione nel mio studio a Roma in cui abbiamo valutato tutta la scena del crimine. Abbiamo tirato fuori alcune ipotesi sulle fonti di contaminazione. Quella del telecomando ci sembra la più possibile,” ha spiegato la genetista.

La difesa di Sempio ha anche sottolineato che la stanza in cui si trovava la televisione era frequentemente utilizzata da lui. Angela Taccia, legale di Sempio, ha affermato: “Quella in cui c’era la tv era una delle stanze più frequentate da Andrea all’epoca. E sappiamo che quella mattina Chiara ha fatto colazione in quella stanza con la televisione accesa, quindi ha toccato quel telecomando.”

Le indagini continuano, e la questione della contaminazione del DNA rimane centrale nel processo. La difesa di Sempio sta cercando di dimostrare che il DNA trovato sulla vittima non sia necessariamente indicativo di un contatto diretto, ma piuttosto il risultato di un trasferimento mediato. Questo approccio potrebbe avere un impatto significativo sulla percezione della colpevolezza di Sempio e sulla direzione del processo.

Il caso di Chiara Poggi ha suscitato un ampio interesse pubblico e mediatico, non solo per la brutalità del crimine, ma anche per le complessità legate all’analisi del DNA e alla sua interpretazione in contesti legali. La difesa sta cercando di costruire una narrativa che possa contestare le evidenze presentate dall’accusa, ponendo interrogativi sulla validità delle conclusioni scientifiche e sulle modalità di raccolta e analisi delle prove.



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