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Francesca Albanese e la frase da galera sull’assalto delle zecche contro La Stampa



Francesca Albanese, nota per le sue posizioni critiche nei confronti delle azioni di Israele, ha partecipato all’evento “Rebuild Justice. Ricostruire la giustizia”, organizzato dal Global Movement to Gaza presso l’Università Roma Tre in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese.  Insieme a Greta Thunberg, Albanese ha condannato l’irruzione nella redazione della Stampa di Torino, chiedendo che venga fatta giustizia. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di agire pacificamente, affermando: “Sono anni che incoraggio tutti, anche coloro che provano una profonda rabbia, la cui legittimità comprendo e condivido, a promuovere azioni non violente nei confronti di nessuno”.  Albanese ha inoltre suggerito che l’incidente dovrebbe servire da monito per la stampa, invitandola a tornare a un giornalismo basato sui fatti, con un’analisi e una contestualizzazione più approfondite, ove possibile.



Sebbene sia innegabile che l’assalto alle sedi giornalistiche sia un atto inaccettabile, Albanese sembra suggerire che le vittime di tale violenza, i giornalisti, dovrebbero considerarlo un’opportunità per rivedere il proprio approccio e dare maggiore priorità alla rappresentazione dei fatti, secondo la sua interpretazione.  Questa posizione può essere paragonata a quella di chi condanna uno stupro, ma suggerisce che la vittima avrebbe dovuto evitare di indossare abiti considerati provocatori.  Analogamente, la sua affermazione secondo cui l’attacco di Hamas del 7 ottobre dovrebbe essere visto come un monito per Israele a rivedere le proprie politiche nei confronti dei palestinesi, rischia di minimizzare la gravità dell’attacco stesso, presentandolo come un’azione comprensibile seppur condannabile.

Oggetto: Richiesta di chiarimenti in merito all’incidente presso la sede della CGIL

Gentile Presidente Albanese,

Le scrivo per porle una domanda in merito all’incidente avvenuto presso la sede della CGIL, in cui un gruppo di manifestanti contrari al Green Pass ha fatto irruzione.  Vorrei chiederle se, a suo parere, tale azione potesse essere interpretata come un monito al sindacato affinché torni a tutelare i diritti di tutti i lavoratori, compresi quelli non vaccinati, oppure se, in virtù della posizione pro-palestinese espressa da alcuni manifestanti, l’atto dovesse essere condannato senza alcuna riserva.

La ringrazio per l’attenzione che vorrà dedicare a questa mia richiesta.

Cordiali saluti,

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