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Lecce, 52enne aggredita dal compagno per gelosia: colpita e strangolata, fugge dai vicini



Scappava piangendo, col viso gonfio e sporco di sangue, ha bussato alle case accanto per mettersi al sicuro. Una cinquantaduenne malmenata dal partner si è decisa a telefonare al 112. La richiesta d’aiuto è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 1° dicembre, a Lecce, in viale Grassi. L’uomo che l’ha picchiata ha quarant’anni ed è nato a Manfredonia. I poliziotti lo hanno fermato subito non appena sono intervenuti: ora dovrà rispondere di violenze domestiche, ferite gravi e intimidazioni.



La scena della violenza era pesante. Una donna di 52 anni mostrava ferite evidenti, colpi e segni sul collo; la felpa piena di sangue. Parlando con gli agenti dell’accaduto poco prima, ha raccontato pugni in faccia, schiaffi continui, pure tentati soffocamenti: le dita del marito strette alla gola, tanta pressione da far restare lividi netti anche dopo. Solo allora ha trovato il coraggio di parlare di mesi trascorsi tra abusi fisici ed emozionali.

Quando gli agenti sono arrivati, lo tizio era sul balcone del quarto piano e gridava parole sconnesse verso la moglie. Per impedire che facesse sciocchezze, un paio di poliziotti hanno cominciato a parlargli dal basso, intanto altri salivano di corsa nell’appartamento. La donna, nel frattempo, è stata portata d’urgenza all’ospedale “Vito Fazzi”, dove le hanno dato subito assistenza; anche se stava male, ha detto chiaramente di voler denunciare il marito.

Dalle sue parole è venuta fuori una situazione pesante: la storia, durata poco, era piena di botte e umiliazioni, spesso ripetute. Il partner, troppo possessivo, col tempo le aveva tagliato i contatti con chi gli voleva bene, poi le ha tolto il telefono per tre giorni, così non poteva avvisare nessuno.

Ma non era la prima volta. La donna di 52 anni ha raccontati altri attacchi subiti tempo fa, mai segnalati, avvenuti in soli mesi di vita insieme costretta. L’uomo, sui 40, con trascorsi per violenza domestica e già ai domiciliari, nascondeva un passato fatto di gesti brutali, verificato dagli agenti durante i giri d’accertamento. Tutte le prove trovate hanno causato il fermo immediato, finendo dentro al penitenziario salentino chiamato “Borgo San Nicola”.

Gli accertamenti vanno avanti, però al momento domina lo sconforto per una storia nata come amore e finita invece nel terrore. Un caso che mostra bene quanto sia utile parlare, senza restare zitti, soprattutto quando le cose prendono una piega violenta – proprio come ha scelto di fare la donna di 52 anni.



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