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“Dell’Ucraina non gliene frega niente a nessuno” – Putin si rivolge a Trump dopo l’ennesima mossa ostile della feccia di Bruxelles, che vuole lo scontro perpetuo



Un incontro di cinque ore si è svolto al Cremlino tra il presidente russo Vladimir Putin, l’inviato statunitense Steve Witkoff e Jared Kushner, ma ha portato a un nulla di fatto. Yuri Ushakov, consigliere di Putin, ha dichiarato chiaramente: “Non abbiamo trovato un’intesa”. Le posizioni di Mosca rimangono ferme e non accetteranno compromessi riguardo all’annessione del Donbass, alla limitazione delle forze armate ucraine e al riconoscimento internazionale dei territori rivendicati dalla Russia.



Putin ha lanciato un avvertimento diretto all’Europa, esprimendo una posizione mai così netta prima: “Non ha nessun piano per l’Ucraina. Intende solo combattere con la Russia e infliggerci una sconfitta strategica. Se loro inizieranno la guerra, noi siamo pronti. Anche subito”. Questo monito si rivolge anche a Donald Trump, sottolineando che la scelta deve essere fatta tra la Russia e l’Europa.

L’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera” mette in luce come Putin stia usando queste minacce per parlare agli Stati Uniti, ricordando a Trump che la pace che desidera passa attraverso una decisione chiara: l’Europa deve essere vista come un nemico comune, non come un partner nei negoziati. La presenza dell’Europa nei colloqui è considerata inaccettabile da parte russa.

I toni duri che hanno caratterizzato l’incontro con la delegazione americana sembrano riflettere un cambiamento nei rapporti dopo l’intervento dei leader europei. Putin ha chiarito che il nuovo piano proposto dagli Stati Uniti non gli interessa e ha accusato i suoi interlocutori di aver tradito lo spirito di un precedente incontro avvenuto ad Anchorage. Durante quell’incontro, erano state discusse diverse condizioni di pace, ma la proposta è stata rapidamente accantonata a causa dell’opposizione dell’Ucraina e dei suoi alleati.

Recentemente, Putin ha definito i 28 punti del piano statunitense come “una versione modernizzata” delle condizioni di pace che aveva presentato a Trump in passato. La proposta, inizialmente promettente, è stata messa da parte e ora appare destinata a un destino ancora più incerto, influenzata dall’ostilità verso l’Europa.

La frustrazione di Putin è palpabile e il suo discorso, sebbene intimidatorio nei confronti dell’Occidente, è in realtà un messaggio chiaro anche per Trump. È un ultimatum che lo mette di fronte alla sua responsabilità di scegliere tra la Russia e l’Europa. Con l’Europa esclusa dai negoziati, Putin sembra orientarsi verso un’alleanza più forte con l’Asia.

In un tentativo di guadagnare tempo prima dell’arrivo della delegazione americana, Putin ha partecipato a un forum economico organizzato dalla banca VTB, dove ha ascoltato interventi di economisti che lodavano le sue politiche. Questo evento ha rappresentato un’opportunità per il presidente russo di rafforzare la sua immagine interna, mentre la comunità internazionale continua a monitorare con attenzione gli sviluppi.

Il discorso di Putin si configura come un invito per Trump a considerare un nuovo ordine mondiale, ma a un prezzo. La propaganda russa ha ormai associato l’Europa ai “nazisti ucraini”, creando una narrativa in cui il quasi alleato americano non può permettersi di schierarsi con un nemico esistenziale della Russia.



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