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Torino, l’agente della celere: “Quelle zecche erano in piazza per ucciderci”



Andrea Cecchini denuncia la violenza contro le Forze dell’Ordine e critica il sostegno a gruppi come Askatasuna, chiedendo azioni concrete dallo Stato.



In una lettera al blog di Nicola Porro, Andrea Cecchini, segretario di Italia Celere, ha espresso la sua indignazione nei confronti di chi difende coloro che attaccano le Forze dell’Ordine. Cecchini ha descritto Askatasuna come un luogo di violenza, affermando che non è mai stato un presidio di legalità o un centro di crescita culturale. Secondo lui, questo gruppo è stato al centro di numerosi attacchi contro gli agenti, che si sono ritrovati a fronteggiare situazioni di violenza durante le manifestazioni.

Nella sua lettera, Cecchini si chiede come sia possibile che alcuni possano considerare questi individui come martiri, quando scendono in piazza travisati e armati, utilizzando bastoni e molotov. Ha criticato anche alcuni sindaci e istituzioni che, a suo avviso, hanno mostrato sostegno per tali gruppi, attaccando invece le Forze dell’Ordine, che rappresentano la vera legalità, libertà e giustizia. “È vergognoso!” ha esclamato.

Un aspetto particolarmente inquietante per Cecchini è la mancanza di una risposta adeguata da parte delle istituzioni di fronte alle violenze subite dai poliziotti. Ha sottolineato che, mentre centinaia di agenti sono stati attaccati con molotov e altre armi, non ci sono state conseguenze significative per i responsabili. Al contrario, ha evidenziato come, per un’irruzione in una sede giornalistica, si sia proceduto rapidamente allo sgombero. “La nostra vita vale molto di più di tutto”, ha affermato, sottolineando che in una democrazia non possono esistere libertà e giustizia se chi la difende viene attaccato.

Cecchini ha accusato Askatasuna di aver “cullato fior fior di terroristi”, affermando che organizzare scontri di strada equivale a essere un terrorista. Ha lamentato la scarsa attenzione da parte delle autorità riguardo alle violenze contro le Forze dell’Ordine, a fronte di un’attenzione maggiore per altri crimini. “Stiamo crescendo terroristi”, ha avvertito, evidenziando che quando non si fermano queste violenze, si invia un messaggio che incoraggia ulteriori atti di violenza.

Il segretario di Italia Celere ha previsto che ci saranno momenti di grande tensione in futuro e ha auspicato che le violenze perpetrate da questi gruppi siano seguite da un’azione decisa da parte dello Stato. Ha fatto notare che, mentre le Forze dell’Ordine vengono criticate per la loro condotta, le istituzioni spesso non riconoscono il loro impegno e il rischio che corrono quotidianamente.

“Quale repressione?”, si è chiesto Cecchini, sottolineando che il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) autorizza le forze dell’ordine a intervenire in caso di violenze. Ha espresso preoccupazione per il fatto che, quando non viene consentito l’intervento, si disattende il dovere dello Stato di far rispettare la legge. Ha chiesto che venga data alla polizia la possibilità di fare il proprio lavoro senza timori legati al politicamente corretto.

Cecchini ha anche riportato che, negli ultimi dodici mesi, 250 poliziotti sono stati feriti durante manifestazioni pro-palestinesi. Ha descritto questa situazione come un problema non solo legale, ma anche sociale, poiché dimostra che le istituzioni non riescono più a distinguere tra bene e male. “Per 250 poliziotti feriti non abbiamo nessuno in carcere, nessuno!”, ha affermato, mentre per un violento ferito ci sono poliziotti che subiscono gravi conseguenze.



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