Per Federica Pambianchi, il secondo Natale senza il figlio Riccardo Branchini si avvicina, un momento segnato dalla tristezza e dall’incertezza. Riccardo è scomparso nel nulla ad Acqualagna nella notte tra il 12 e il 13 ottobre 2024, allontanandosi in auto dalla casa dove viveva con la nonna e la madre. La sua destinazione era la diga del Furlo, dove ha abbandonato la vettura. Sul computer di Riccardo sono state rinvenute tracce di ricerche che avevano inizialmente indotto la famiglia a pensare a una fuga all’estero. Tuttavia, resta avvolto nel mistero un biglietto trovato nella sua stanza, ancora in possesso degli inquirenti e mai letto dalla madre. Le segnalazioni ricevute nel corso degli anni non hanno mai condotto a indizi concreti sulla sua sorte, mentre la madre è tormentata dall’idea che il corpo di Riccardo possa trovarsi sul fondo della diga.
“L’anno scorso, durante il periodo di Natale, vivevo con la speranza di rivedere Riccardo“, ha dichiarato Pambianchi a Fanpage.it. “Non voglio dire che questa speranza non ci sia più, ma è passato tanto tempo e non siamo riusciti a ottenere risposte. Mi sento distrutta, tormentata dall’idea che il corpo di mio figlio possa essere rimasto lì per tutto questo tempo”.
La madre esprime una crescente sfiducia riguardo alla possibilità che Riccardo sia ancora vivo. “Purtroppo è così. Abbiamo ricevuto segnalazioni e abbiamo cercato di verificarle tutte. Alcuni ci hanno fatto sperare di rivedere Riccardo, ma non è mai accaduto. Inizio a temere seriamente che il suo corpo possa essere lì. Vorrei avere risposte, magari tramite uno sfangamento della diga. Mi basterebbe sapere se mio figlio è lì oppure no. Se non ci fosse, riprenderei le mie ricerche con un altro spirito”.
Lo sfangamento della diga era previsto già nel 2021 per motivi ambientali, ma è stato continuamente rimandato. “Sì, esatto. Quando mio figlio scomparve, i sommozzatori mi spiegarono che il grande quantitativo di fango nella diga potrebbe aver impedito ai soccorritori di individuare il corpo. Per questo motivo, mi piacerebbe avere finalmente la possibilità di rispondere alle domande che mi pongo da così tanto tempo. Lo sfangamento non è un’operazione da compiere solo per Riccardo, è già in programma per motivi ambientali. Tuttavia, il mio dubbio dovrebbe incentivare questi lavori”.
Pambianchi ha anche cercato segnalazioni dall’estero. “Ci siamo interfacciati con diverse trasmissioni televisive e organi di stampa stranieri, e le foto di Riccardo sono state diffuse, ma purtroppo nulla ha portato a risposte concrete. Mi sento sempre più giù, poiché nessuno degli sforzi fatti finora ha portato a risultati”.
“Non voglio alimentare false speranze, ma è possibile che non siano arrivate segnalazioni perché parliamo di città straniere e le difficoltà di riconoscere Riccardo, soprattutto dopo anni, potrebbero essere maggiori, no?”, chiede il giornalista. “Voglio crederci, potrebbe anche essere andata così, ma il dubbio della diga del Furlo non lascia mai la mia mente e ultimamente è più forte che mai. Voglio sottolineare che la Procura di Urbino e il Prefetto hanno fatto di tutto per aiutarmi a trovare Riccardo, ma le ricerche nella diga sono comunque segnate da forti limitazioni a causa del fango”.
Si parla anche di un possibile gesto inconsulto da parte di Riccardo. “Purtroppo il dubbio ce l’ho. Prima della sua scomparsa, mi sembrava strano. Gli avevo chiesto cosa avesse e mi aveva spiegato di essere rimasto deluso dalle capitali europee che aveva visitato. Mi aveva detto: ‘Pensavo di trovare chissà cosa e invece non è successo niente'”.
“Ha detto questo?”, domanda il giornalista. “Sì. I viaggi ravvicinati lo avevano stancato fisicamente, ma anche gli amici mi hanno parlato di un profondo malessere che forse mio figlio nascondeva per non farmi preoccupare. Alla sua comitiva aveva detto di sentirsi trascurato, e loro avevano cercato di rassicurarlo. Da poco aveva iniziato a lavorare, ma sembrava comunque sentisse la mancanza della scuola. Si sentiva smarrito, e io avevo provato a dirgli che forse doveva prendersi del tempo per iscriversi all’università, ma lui non aveva voluto. Poi c’è un episodio avvenuto a Berlino che mi fa riflettere”.
“Le va di raccontarlo?”, chiede il giornalista. “Una sera era andato in discoteca con gli amici a Berlino, ma si era allontanato dal locale. Era scomparso per circa quattro ore. Gli amici si erano molto spaventati, ma lui era rientrato in piena notte e nessuno aveva parlato di questo episodio con me”.
“Fino a quando Riccardo non si è allontanato da Acqualagna, giusto?”, chiede il giornalista. “Esatto. Se lo avessi saputo prima, forse avrei provato a metterlo in contatto con uno psicologo”.
Pambianchi ricorda anche un dettaglio preoccupante: “Ha depositato 200 euro sul suo conto circa due o tre giorni prima di sparire. Non ha ritirato un euro e in quel periodo non ha mai toccato il conto corrente. Tutto questo è molto strano, soprattutto se unito ai racconti degli amici sul suo stato psicologico. Ho cercato di accantonare il dubbio che Riccardo fosse nella diga quando ci sono state le segnalazioni, ma nessuno ha mai portato a lui”.
“Mio figlio è sempre stato molto riservato, potrebbe non avermi mostrato cosa provava per non farmi preoccupare”, aggiunge Pambianchi. “Non pensa che l’acqua avrebbe restituito qualcosa se Riccardo fosse stato nella diga?”, chiede il giornalista. “Non è detto, purtroppo. Qualche anno fa a Cantiano ci fu un’alluvione che ha trascinato via diversi oggetti, alcuni dei quali sono finiti anche nella diga del Furlo e lì si sono fermati. Se Riccardo fosse lì dentro, il fango potrebbe non aver fatto riemergere nulla di suo”.
“Ci auguriamo tutti che non sia così, ovviamente”, conclude il giornalista. “Ci spero tanto. Sono molto sfiduciata, e le feste natalizie non mi aiutano. Vorrei ricevere un messaggio, una lettera, una telefonata. Mi manca passare la giornata di Natale con lui, fargli un regalo. Forse questo è ciò che desidero di più in questo momento: la possibilità di fargli un regalo. Per me, questo non è Natale; in realtà, non lo era neppure l’anno scorso. Non sono belle parole le mie, ma è un periodo davvero buio”.
“Il suo scoraggiamento è comprensibile, soprattutto in questo periodo dell’anno”, osserva il giornalista. “In questi anni, però, ho sentito l’amore delle persone attorno a me, anche quelle che non conosco. Il fatto che i media cerchino di mantenere accesa una luce su Riccardo significa tantissimo per me. Se mio figlio fosse davvero fuggito altrove, i racconti dei giornalisti sarebbero l’unico modo per arrivare a lui”.



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