Anna Falchi: “Da bambina ho incontrato E.T”



Questo articolo in breve

Da bambina, ho visto gli Ufo per ben due volte». Anna Falchi, durante un’intervista radiofonica, è tornata a parlare del suo “incontro ravvicinato” avvenuto nei primi anni Ottanta, confermando la versione già data in passato e aggiungendo particolari. «Avevo circa 10 anni e vivevo nella campagna di Reggio Emilia, assieme a mia madre e a mio fratello Sauro», ha raccontato l’attrice. «La prima volta, c’era foschia però vidi distintamente un disco volante volare sopra la nostra casa».



La stessa esperienza si ripetè l’anno dopo, sempre sotto Natale. «Una notte fui svegliata da un suono molto forte, pareva una sirena. Quando uscii, nel campo davanti a casa si era posato un disco volante bianco, con i piedini per atterrare e, oltre al suono molto forte, emetteva tutto intorno una luce rossa». Tutto qui: niente omini verdi dalla grossa testa e dagli occhi sporgenti come il simpatico E.T. del film di Spielberg che tra l’altro era famoso in quegli anni. Solo un velivolo di forma rotonda. «Io ho pensato che il disco volante fosse extraterrestre, ma magari si trattava di astronavi messe a punto dalla Nasa». La Falchi sostiene di non aver avuto un’allucinazione, anche perché non era sola. «Con me c’erano sia mia madre sia mio fratello. Ma la località dove allora vivevamo era una zona industriale un po’ isolata e non c’erano altre case o altre persone nei dintorni». Tutta la famiglia reagì però con sbigottimento. «Ci chiudemmo in uno sgabuzzino piangendo». Il giorno dopo, alla luce del sole, mamma e bambini uscirono di nuovo in giardino e notarono che l’oggetto volante aveva lasciato segni sul terreno. La famigliola non avvertì le forze dell’ordine, ma la notizia si diffuse in qualche modo. «Fui contattata da alcuni ufologi», spiega l’attrice.

La Falchi fu comunque segnata dall’esperienza. «Mi ha permesso di crescere con una mente aperta», ha raccontato. «Sono certa che esistono altre civiltà oltre il nostro sistema solare. Se mi avessero rapita quel giorno? Magari! Così avrei scoperto i segreti dell’universo». Anna non ha mai fatto mistero di questo argomento. «All’inizio della carriera lo raccontavo spesso, ma mia madre una volta mi rimproverò e per un po’ smisi. Se tornassi indietro preferirei non dirlo». Forse Anna ha avuto paura di sentirsi additata come bizzarra, ma ora difende quell’esperienza. La racconta spesso, forse per trovare spiegazioni alternative a quelle dell’incontro con un oggetto proveniente dallo spazio: «Cerco di razionalizzare», disse un anno fa. «Ho visto foto satellitari di una base Nasa in cui si vede qualcosa che assomiglia a un disco volante. Forse si tratta di velivoli sperimentali. Io però sono convinta che la vita esista su altri pianeti e che gli esseri che li abitano siano più evoluti di noi. Al loro confronto siamo uomini preistorici».



Lascia un commento