Aumento prezzo sigarette, mazzata per i fumatori



L’aumento dell’imposta sulla produzione e sui consumi di tabacchi lavorati introdotto dall’articolo 86 della legge di bilancio potrebbe avere un effetto di incremento di 10 centesimi per ogni pacchetto. E’ quanto specifica la relazione tecnica che accompagna la manovra secondo cui l’incremento della fiscalità potrebbe essere recuperato dai produttori con un aumento dei prezzi di vendita di circa 10 centesimi a pacchetto, per tutte le fasce di prezzo. Tuttavia l’aumento non è automatico in quanto i produttori potrebbero anche decidere di ridurre i margini mantenendo il prezzo stabile. Nella legge di bilancio sono previsti per il 2019 rincari della tassazione per le sigarette, per il tabacco trinciato e per i sigari, per un totale di 132 milioni.



Bonus eccellenze – Dalla stessa relazione tecnica emerge anche un altro dato. Con il nuovo “bonus eccellenze” avrà un’opportunità di posto fisso un “cervellone” su dieci. Lo sconto fino a 8mila euro è previsto per incentivare l’assunzione di laureati con 110 e lode con meno di 30 anni e dottori di ricerca entro i 34 anni, che abbiano conseguito il titolo tra gennaio 2018 e giugno 2019.

Tagli ai ministeri – La manovra prevede inoltre tagli da 435 milioni alla spesa ai ministeri e un calo della spesa in conto capitale, che finanzia gli investimenti, da 822 milioni, che salgono a circa 1,6 miliardi se si sommano 790 milioni di “riprogrammazioni”. Secondo le tabelle complessivamente i fondi per la spesa corrente saliranno nel 2019 di 206 milioni (con 646 milioni di rifinanziamenti) e la spesa per investimenti di 342 milioni (con un rifinanziamento di 1,9 miliardi).

Bonus cultura – La manovra del governo, viene sempre spiegato nella relazione tecnica, riduce di 20 milioni, nel 2019, il bonus cultura ma ciascun diciottenne continuerà a ricevere 500 euro. Si tiene conto “del trend di utilizzo registrato nelle prime due edizioni (il 72% degli aventi diritto)” e anche del fatto che i 500 euro non sono stati spesi per intero da ciascun ragazzo.

Gioco d’azzardo – La stessa relazione tecnica spiega inoltre che l’aumento del prelievo erariale unico sulle macchinette del gioco d’azzardo, pari allo 0,50% delle somme giocate, darà un maggior gettito allo Stato pari a 239,1 milioni di euro per il 2019 e di 237,6 milioni di euro per gli anni successivi, a condizioni di gioco invariate.

Banche e assicurazioni – La stretta su banche e assicurazioni consentirà allo stato di risparmiare, nel 2019, oltre 4,2 miliardi. La relazione tecnica allegata alla manovra conferma le previsioni già indicate dal governo nel Draft Budgetary Plan (Dbp). L’aumento degli acconti per le assicurazioni, che nel 2019 passa dal 59% all’85% assicurerà 832 milioni, mentre dal comparto del credito provengono oltre 3 miliardi. La rimodulazione delle Dta, cioè il differimento delle deduzioni sulla svalutazione dei crediti, porta a un recupero di gettito di 950 milioni. Quasi 1,2 miliardi arriveranno invece dalla dilazione in 10 anni della deducibilità delle perdite attese in sede di prima applicazione dei nuovi principi contabili Ifrs 9. Oltre 1,3 miliardi arriveranno poi dall’intervento sulla deducibilità in 11 anni (dal 2019 al 2029) delle quote di ammortamento del valore dell’avviamento e di altri beni immateriali che interessano per la “quasi totalità” operatori bancari e finanziari.

Fondi per 900 specializzandi in medicina – Novecento nuovi contratti di formazione specialistica per i medici, a partire dal 2019. E’ l’effetto dell’incremento previsto in legge di bilancio dei fondi per gli specializzandi, secondo quanto spiega la relazione tecnica alla manovra. Al finanziamento complessivo già previsto di 708 milioni se ne aggiungeranno “22,5 per il 2019, 45 milioni per il 2020, 68,4 milioni per il 2021, 91,8 milioni di euro per il 2022 e 100 milioni di euro a decorrere dall’anno 2023”.

Bonus edilizi ed ecobonus fino a 6 miliardi – La proroga dei vari bonus, dalle ristrutturazioni ai giardini, fino all’ecobonus, stimolerà circa 6 miliardi di spese in più, che senza agevolazione non si sarebbero messi in cantiere.

Enti locali, rischio di un aumento delle tasse – Anche in questo caso si tratta di un rischio, perché non è detto che tutti i sindaci ne approfitteranno. Ma la mancata conferma del blocco degli aumenti di tributi e addizionali locali fa lanciare l’allarme al Pd di rincari praticamente “inevitabili”. Le imposte locali erano congelate dal 2016 per volere dei governi Renzi prima e Gentiloni poi. Ora senza il rinnovo della norma Regioni e Comuni, che non l’avevano gia’ fatto in precedenza, potranno aumentare le aliquote fino ai livelli massimi. Cioè il 3,3% per l’addizionale Irpef regionale, lo 0,8% per quella comunale (con l’eccezione di Roma dove è già allo 0,9%) e il 10,6 per mille per Tasi e Imu sulle seconde case.

E nel testo della Legge di Bilancio, attualmente all’esame del Parlamento, l’emendamento Art. 41-bis, di cui è prima firmataria la Senatrice Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità si prevede un aumento delle accise, tale da assicurare un gettito annuo non inferiore ai 600 milioni di euro da destinare alle cure oncologiche. I promotori del Tobacco endgame, iniziativa cui hanno aderito più di 40 società scientifiche in Italia (www.tobaccoendgame.it), sostengono pienamente queste proposte. L’industria del tabacco però è contraria, sostenendo l’idea che l’aumento delle tasse sul tabacco comporterebbe una riduzione dei fumatori, e quindi una riduzione del gettito fiscale e il rischio (mai provato) di un aumento del commercio illegale. E questo lo sostiene con forza, finanziando istituti di ricerche economiche e sociali, fondazioni legate all’accademia e alla politica, e tramite l’azione lobbistica a livello di Parlamento, Governo e Agenzie interessate. Queste pressioni hanno messo in difesa il la Ministra Lorenzin, costringendola, come numerosi articoli nelle scorse settimane hanno riportato, ad intervenire cercando di confutare questa ipotesi, minimizzando l’impatto di un aumento veramente contenuto, sulle vendite. Ma così il messaggio che è passato all’opinione pubblica è che l’intervento sul prezzo del tabacco serva unicamente a fare cassa, a spese del consumatore, e deprima l’economia. Alla fine, il tabacco è un male, sì, ma necessario…..

 Ma ricordiamo che la tassazione dei tabacchi è innanzitutto un arma per la salute!

Le prove esistenti mostrano che il tabacco causa malattie, disabilità, morti premature (circa 80000 morti nel 2016!), perdita di produttività per l’intera economia del Paese, oltre che danni ambientali. Secondo le principali istituzioni economiche internazionali, come la Banca Mondiale, le paure che hanno frenato i Governanti sono in gran parte infondate: nella grande maggioranza dei paesi che hanno adottato politiche fiscali, come l’aumento delle accise sui tabacchi, non si sono verificate perdite di posti di lavoro, non si sono ridotte le entrate fiscali, e anzi, nel medio periodo, il gettito è aumentato.

Invece tali politiche hanno ridotto i fumatori e apportano benefici senza precedenti per la salute senza danneggiare le economie (World Bank, 1999). L’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, rileva che le tasse per la salute stanno diventando sempre più utilizzate, non solo per aumentare il gettito, ma anche come strumento per modificare i comportamenti a rischio dei consumatori: nel 2016, quindici Paesi membri su 35 ed altri 10 nel 2017 hanno deciso aumenti sistematici delle tasse sui tabacchi (OECD, 2017). L’Italia non è fra questi. In Italia il prezzo di un pacchetto di sigarette è mediamente sotto i 5 Euro, contro i 16€ dell’Australia, 11€ della Norvegia e dell’Irlanda, 10€ del Regno Unito, 7€ della Francia, 6€ della Germania. Siamo arrivati all’assurdo che gli Svizzeri (dove i pacchetti costano 7,12€), vengono a comprare sigarette in Italia!!!). E in Italia, da molti anni non vediamo una diminuzione della prevalenza di fumatori, dopo decenni di diminuzione.

Eppure l’aumento del costo del tabacco è l’intervento più efficace, in relazione al costo, per la riduzione della prevalenza di utilizzatori di tabacco: ad un aumento del 10% del prezzo dei tabacchi, la prevalenza di fumatori si riduce, in media, del 4%. Per questo la Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco, un trattato internazionale del 2003 proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e ratificato da XXX paesi, fra cui l’Italia nel 2008, individua (art. 6) le politiche fiscali e dei prezzi quale uno dei mezzi più efficaci per influenzare la domanda e, quindi, il consumo di prodotti del tabacco.

Recentemente, basandosi su tre documenti fondamentali, prodotti dall’International Agency for Research on Cancer (IARC, 2011), dall’OMS (WHO, 2010) e dal National Cancer Institute (US-NCI, 2016), sono state promulgate le Linee Guida per l’implementazione dell’Articolo 6 relativo alla tassazione, per fornire indirizzi per l’applicazione di una politica fiscale appropriata, finalizzata a proteggere la salute, riducendo il numero di fumatori, e ad aumentare il gettito fiscale. Queste, tra l’altro, raccomandano “processi regolari di adeguamento o procedure per la rivalutazione periodica dei livelli di imposizione fiscale sul tabacco”.

L’alternativa è quella di sostenere costi sanitari ed umani sempre più elevati, per la nostra timidezza nell’affrontare il mercato della morte, quale è oggi quello del tabacco? Abbiamo bisogno di sostenere il sistema sanitario, ma ancora di più abbiamo bisogno di ridurre il rischio di ammalarsi. E’ necessaria una leadership politica coraggiosa e lungimirante che faccia propria questa impresa di civiltà pensando alle generazioni future, e non a difendere l’utile economico immediato di una industria profondamente egoista.

I consumatori di tabacco hanno bisogno di aiuto per smettere

Gli studi dimostrano che poche persone comprendono i rischi specifichi del tabacco per la salute. Ad esempio, un’inchiesta del 2009 in Cina ha rivelato che solo il 38% dei fumatori era consapevole che fumare provoca cardiopatie coronariche e solo il 27% sapeva che è causa di ictus. Tra i fumatori consapevoli dei pericoli del tabacco, la maggior parte vuole smettere. Il sostegno psicologico e la prescrizione di farmaci aumenta di più del doppio la probabilità di successo di un fumatore che cerca di smettere. · A livello nazionale, servizi globali di assistenza sanitaria che aiutino a smettere di fumare sono disponibili solamente in 19 paesi, che rappresentano il 14% della popolazione mondiale. · Nel 28% dei paesi a basso reddito e nel 7% di quelli a medio reddito non esiste alcuna forma di assistenza per chi vuole smettere di fumare. Le avvertenze illustrate funzionano Le pubblicità contro il tabacco di forte impatto e le avvertenze grafiche sui pacchetti – soprattutto quelle che includono immagini – riducono il numero di bambini che iniziano a fumare e fanno aumentare quello dei fumatori che smettono. Le avvertenze grafiche sono in grado di convincere i fumatori a proteggere la salute dei non fumatori, riducendo il fumo tra le pareti domestiche ed evitando di fumare vicino ai bambini. Gli studi condotti in Brasile, Canada, Singapore e Tailandia dopo l’introduzione di pacchetti con avvertenze grafiche illustrate concordano nel dimostrare che le avvertenze grafiche aumentano in misura significativa la consapevolezza delle persone rispetto ai danni derivanti dal consumo di tabacco. Anche le campagne di informazione di massa possono ridurre il consumo di tabacco, inducendo le persone a proteggere i non fumatori e convincendo i giovani a smettere di consumare tabacco. · Solamente 19 paesi, che rappresentano il 15% della popolazione mondiale, si attengono alle migliori pratiche per le avvertenze illustrate, che dovrebbero includere avvertenze scritte nelle lingue locali e coprire in media almeno la metà della superficie anteriore e posteriore dei pacchetti di sigarette. Nessun paese a basso reddito ha raggiunto il livello previsto da queste buone pratiche. Le avvertenze illustrate sono obbligatorie in 42 paesi, che rappresentano il 42% della popolazione mondiale. · Più di 1,9 miliardi di persone, vale a dire il 28% della popolazione mondiale, vivono nei 23 paesi che negli ultimi due anni hanno attuato almeno una decisa campagna di comunicazione di massa contro il tabacco.

I divieti sulla pubblicità fanno diminuire i consumi

I divieti su pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco possono ridurre il consumo di tabacco. · Il divieto totale di ogni pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco potrebbe in media far diminuire il consumo di tabacco del 7%, mentre per alcuni paesi la diminuzione dei consumi arriverebbe al 16%. · Solo 19 paesi, che rappresentano il 6% della popolazione mondiale, hanno introdotto il divieto totale di ogni pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco. · Circa il 38% dei paesi ha restrizioni minime su pubblicità, promozione e sponsorizzazioni del tabacco o non ne ha affatto.

La tassazione scoraggia il consumo di tabacco

La tassazione sul tabacco è il modo più efficace di ridurre il consumo di tabacco, soprattutto tra i giovani e i poveri. Un incremento della tassazione che faccia aumentare i prezzi del tabacco del 10% porta a una diminuzione del consumo di tabacco del 4% circa nei paesi ad alto reddito e fino all’8% in quelli a medio e basso reddito. · Solamente 27 paesi, che rappresentano meno dell’8% della popolazione mondiale, hanno una quota di tassazione che ammonta a più del 75% del prezzo di vendita finale. · Secondo i dati disponibili, gli introiti provenienti dalla tassazione del tabacco sono in media 154 volte più alti rispetto alla spesa per il controllo del tabacco. La risposta dell’OMS L’OMS è impegnata nella lotta contro l’epidemia globale del tabacco. La Convenzione quadro per la lotta al tabagismo dell’OMS è entrata in vigore nel febbraio del 2005. Da allora, è diventata una uno dei trattati con la più ampia adesione nella storia delle Nazioni Unite, con 176 Parti, che equivalgono all’88% della popolazione mondiale.

La Convenzione quadro è il più importante strumento di controllo del tabacco dell’OMS e costituisce una pietra miliare nella promozione della sanità pubblica. È un trattato basato sulle evidenze scientifiche che riafferma il diritto delle persone al più alto livello di salute raggiungibile, offre un quadro normativo per la cooperazione sanitaria internazionale e stabilisce alti standard cui conformarsi. Nel 2008, l’OMS ha introdotto un metodo pratico, con un buon rapporto costo-benefici, per migliorare l’applicazione concreta delle disposizioni della Convenzione quadro dell’OMS. Si tratta delle misure cosiddette MPOWER3 , che individuano i migliori approcci per la riduzione del consumo del tabacco. Ognuna delle misure MPOWER corrisponde ad almeno una disposizione della Convenzione quadro dell’OMS per la lotta al tabagismo. Le sei misure MPOWER sono: · Monitorare il consumo di tabacco e le politiche di prevenzione · Proteggere le persone dal consumo di tabacco · Offrire aiuto per abbandonare il consumo di tabacco · Avvertire circa i pericoli del tabacco · Rafforzare i divieti su pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco · Aumentare la tassazione sul tabacco.



Lascia un commento