Benzina, UE all’ Italia: “Via tassa regionale”: a quanto si riduce il costo



In Italia a concorrere al prezzo (alto) dei carburanti vi è una tassa sconosciuta ai più: si tratta dell’IRBA, sigla stante per “Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione”.Per l’Unione Europea, però, va abolita. La Commissione Europea ha infatti da poco inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora chiedendo l’abolizione della tassa regionale, in quanto «non ha finalità specifiche ma unicamente di bilancio, contravvenendo quindi alle norme dell’UE»



La Commissione europea vuole che l’Italia elimini l’imposta regionale sulla benzina perché sarebbe contraria al diritto dell’Unione. La richiesta è stata messa per iscritto in una lettera di messa in mora inviata alle autorità italiane, prima tappa della procedura d’infrazione che, nel suo ultimo stadio, potrebbe portare il Paese davanti alla Corte di giustizia Ue. L’Irba (Imposta regionale sulla benzina per autotrazione) è in vigore dal primo gennaio 2012 e corrisponde a una tassa di circa 2 centesimi su ogni litro di carburante erogato. Si tratta di un’imposta che “non persegue scopi specifici, ma punta solo a obiettivi di bilancio, cosa contraria al diritto dell’Unione”, scrive la Commissione in una nota. L’Italia ha ora due mesi per rispondere all’invito di Bruxelles, che potrebbe anche decidere di portare avanti la procedura d’infrazione inviando a Roma un parere motivato.

Ecco il paese dove la benzina costa 1 euro
Tutti conosciamo le Isole Canarie e Tenerife per il clima sempre caldo, le spiagge bianche e un mare dai colori mozzafiato. Ci sono alcune isole dove l’acqua è cristallina, quasi caraibica ed altre dove molti sportivi si recano perché qui è possibile praticare surf ed altre attività simili. Ma non tutti sanno che le Canarie sono anche un arcipelago in cui aprire un’attività e vivere può essere molto vantaggioso. Sempre più pensionati dall’Italia infatti, secondo l’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), decidono di trasferirsi qui perché con 1000 euro è possibile fare una vita da ricchi. Pensate che la benzina costa solo 1,08 euro, le sigarette (per chi ha il vizio) costano 2,30 euro e si può mangiare fuori un pasto completo spendendo davvero poco.

Le Isole Canarie hanno il più attraente incentivo fiscale d’Europa, costituiscono infatti una “zona economica speciale (ZEC=Zona Especial Canaria): nel 2000 l’Unione Europea ha infatti dichiarato l’arcipelago delle Canarie una zona a bassa tassazione, già riconosciuta dal Titolo V della Legge 19/1994, modificata poi dal Regio Decreto Legge 12/2006, allo scopo di promuovere lo sviluppo economico e sociale delle isole attraverso nuovi investitori e diversificando la struttura produttiva.
Rispetto alle altre regioni spagnole l’arcipelago delle Canarie ha sempre avuto una tassazione favorevole perché riconosciuta come Comunità Autonoma, ma dal 2000, con l’introduzione della ZEC, sono stati fissati molti incentivi fiscali. Il regime fiscale delle Canarie consente alle imprese di godere di una tassazione con un’aliquota al 4% contro il 25% del territorio continentale spagnolo. Per chi volesse aprire un’attività alle Canarie sono riconosciuti fondi di finanziamento che possono contribuire fino al 60% dell’investimento. La ZEC consente anche vantaggi fiscali per le aziende non residenti in Spagna.
Mentre l’IVA, che alle Canarie si chiama IGIC, è un imposta che pesa del 5% sull’imponibile. Lo scopo di questo particolare sistema fiscale è da ricercarsi dietro la volontà delle isole, in accordo con la Commissione Europea, di creare nuovi posti di lavoro, diversificare la struttura economica delle Canarie e proporsi come punto di appoggio agevolato per attività da installare in Africa. Le normative riguardanti il nuovo regime economico fiscale e la ZEC sono state inoltre prorogate fino al 2026. Non confondiamo le Isole Canarie con un paradiso fiscale ma dal paradiso in terra non si discosta poi così tanto.



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