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Chiuso un portone, magari si può aprire una porticina: perché il calcio, anzi la vita, va così e bisognerà farsene una ragione, ma subito, per dimenticare Anfield, la magia di un momento e poi la disperazione. «Magari va a finire che arriviamo in finale in Europa League». E’ da luglio che va così, in questo microcosmo che a volte non sa uscire dai propri tormenti, che sembrano a volte un po’ nostalgici oppure si riempiono di chissà quale oscuro sentimento: ma quando Liverpool è ormai una bolla vuota e il Cagliari si presenta sull’uscio del cervello, tra pensieri aggrovigliati, ecco spuntare la sagoma di Maurizio Sarri, attraverso la più capziosa delle domande che contiene in sé una valanga di chiavi di letture e che Ancelotti afferra e manipola con cura. «E’ certo che mi piacerebbe una finale di Europa League con Sarri e credo ne sarebbe contento pure lui. Si carica di significati, perché ritroverei una delle mie squadre, perché scatenerebbe empatia. Sarà dura arrivarci ma noi ce la metteremo tutta. L’Europa League torna a febbraio, prima verrà la coppa Italia, a cui teniamo, e prim’ancora il campionato, cioè il Cagliari».



SI CAMBIA. E’ quando il gioco si fa duro che il turn-over bisogna giocarselo e in queste riffe che sono diventate le vigilie, l’unica certezza è la rivoluzione tout court a cui Ancelotti s’attiene per evitare che l’acido lattico finisca per far affogare quel Napoli che da Liverpool è uscito ammaccato nell’umore ma comunque fiero di se stesso: «La reazione emozionale è stata positiva, abbiamo recuperato anche fisicamente. C’è stata delusione ma niente è cambiato: restiamo quelli della settimana scorsa, con le nostre ambizioni. E c’è equilibrio in ogni componente: nella società, nella gente…». Affinché ce ne sia anche in campo, e per fare in modo che le gambe girino e la testa non resti aggrovigliata nelle ombre di Anfield, ecco il Napoli che t’aspetti: Meret è partito ma dovrebbe andare in panchina; Mario Rui è rimasto a casa e ha liberato la corsia di sinistra per Hysaj con quella di destra che andrebbe a Malcuit; Zielinski farà riposare Fabian Ruiz, Diawara dovrebbe avere un’altra occasione per dimostrare anche a se stesso di essere cresciuto, ormai ha ventuno anni e davanti, al fianco di Milik ci può andare Mertens, lui più di Insigne che non si ferma da due mesi.

L’«ISOLAMENTO». Ecco, ora bisogna ripulirsi dalla malinconia d’un martedì perfido, d’una speranza divenuta illusione proprio sul bello, quando tutto sembrava stesse per accadere: e il Napoli di Cagliari riparte da Anfield, chi l’avrebbe detto?, perché è stato in quei novanta minuti che s’è aggiunta autostima alle certezze del passato. «La Champions ci ha dato consapevolezza delle nostre forze e l’Europa League, lo ricordo, l’hanno vinta Manchester United e Atletico Madrid. La nostra corsa è su tre fronti, vogliamo restare nella scia della Juventus ma soprattutto dare continuità alle nostre prestazioni. Ho ragazzi eccezionali e seri, giovedì sono stati a cena tutti assieme e venerdì è stato il loro miglior allenamento. Io non potevo chiedere di più a questa squadra, siamo arrivati proprio ad un passo dagli ottavi di finale». Però adesso lo farà: ci sono tre porticine spalancate e in bacheca, si sa, un posto sempre si trova per qualcos’altro.

Ecco una breve lista che potrebbe risultare utile ai fini delle ricerche:

  1. Portogallo con Rádio e Televisão de Portugal;
  2. Svizzera con Schweizer Radio und Fernsehen;
  3. Turchia con Turkish Radio and Television Corporation;
  4. Serbia con Radio-televizija Srbije;
  5. Paesi Bassi con Sanoma Media Netherlands;
  6. Paraguay con Sistema Nacional De Television;
  7. Slovacchia con Slovenská Televízia;
  8. Suriname con Surinaamse Televisie Stichting;
  9. Repubblica Ceca con Ceská Televize;
  10. Svezia con Modern Times Group.

DOVE VEDERE CAGLIARI NAPOLI IN TV

Per vedere Cagliari Napoli in TV hai bisogno di un abbonamento Sky con il pacchetto Sky Calcio. Se soddisfi questo requisito, la gara sarà visibile con ampio pre partita e post partita su Sky Sport HD e Sky Sport Champions League Serie A, canale 202.

Nel caso in cui non fossi un abbonato Sky purtroppo non potrai vedere la partita in TV ma puoi sempre usufruire di alcuni servizi alternativi per vedere Cagliari Napoli in streaming. Altrimenti puoi approfittare dell’occasione per sottoscrivere un abbonamento Sky.

DOVE VEDERE CAGLIARI NAPOLI  IN STREAMING

Il match Cagliari Napoli sarà trasmesso anche in streaming su diverse piattaforme, tutte rigorosamente di Sky. Anche qui se avete un abbonamento Sky potete utilizzare l’applicazione SkyGo (gratuita) che permette la visione del match anche in streaming. SkyGo infatti permette di vedere su PC, Smartphone, Tablet e non solo tutti i programmi Sky sfruttando il proprio abbonamento di casa.

E lo chiamavano il falso nueve: perché all’epoca, il 10 dicembre di due anni fa, mica si era ancora capito d’aver dinnanzi a sé un centravanti autentico, uno di quegli attaccanti da cui conviene stare alla largo. Poi spuntò dal nulla, o quasi, Dires Mertens, che fino a quel momento era stata la controfigura di Milik e – dunque – anche di Higuain, si intrufolò nel Sant’Elia e ci mise la faccia da scugnizzo. «Datemi il pallone»: per autografarlo, perché dopo una tripletta si fa così. Ne aveva già fatta una, a Bologna, ma quelle ebbe un altro sapore, ovviamente, lo rivelò compiutamente, anticipò il poker al Torino, servì per conferirgli un ruolo: il vero nove.

CHE BOMBER. Poi è chiaro che si ripensi a quell’istante, la fotografia dell’evoluzione della specie: Cagliari 0, Napoli 5, in scioltezza, deliziando e restando con gli occhi spalancati, perché un Mertens del genere non se lo sarebbe aspettato nessuno, neanche Sarri, neanche «Ciro», esploso in tutta la sua luminosa spavalderia e capace di rovistare nell’isola il proprio talento e spargerlo in campo. E ci saranno mille e vari motivi se il Cagliari sperasse che almeno per un giorno, cioè questo, Ancelotti guardi altrove, magari a Insigne, che nelle gerarchie della vigilia sembra stia un filino dietro, sono dettagli in apparenza: gli allenatori ragionano seguendo altri percorsi, se ne fregano (e giustamente) delle statistiche e dei corsi e ricorsi, però intanto questa è un’isola felicissima per Mertens che, un anno fa, nel secondo 0-5 consecutivo si è semplicemente accontentato di partecipare al festival del gol. Il resto è materiale per gli amanti dei numeri, ma qualcosa vorrà pur dire: otto reti in appena sei partite, fanno una media 1,3, magari chissenefrega oppure no. Perché potrà dipenderà dall’aria (?) o una richiamo della natura, che in Mertens sa essere dolce e carogna, dipende da dove l’analizzate: però quando il belga di Napoli o il napoletano di Lovanio incrocia il Cagliari, gli viene tutto così terribilmente semplice.

SCORIE. Poi quest’anno il giovanotto ci ha già dato, manco fosse abbonato alle triplette: quella all’Empoli è datata 2 novembre, sembra passata un’eternità con tutti queste partite che si accavallano, ed invece è stata utile per arricchire il garage di casa, dove vengono depositati i cimeli di questa sua carriera ch’è svoltata e lo farà ancora. Perché stavolta, dovesse giocare, gli toccherebbe condividere quell’appezzamento di terreno che è l’area di rigore, e sarebbe un po’ sua e un po’ di Milik, e significherebbe ripetere un copione ch’è andato in scena una sola volta dall’inizio, accadde contro l’Udinese, quando Insigne se ne stette a casa con l’influenza. E sarebbe una prova del nove per due: poi se vi parrà, chiamateli pure falsi….



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