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Arrabbiate e deluse. Nell’ultimo turno di campionato si è sollevata la protesta di Roma e Cagliari, che oggi pomeriggio si ritrovano di fronte da avversarie. Lunedì è dovuto intervenire Nicchi in seguito all’errore di domenica sera per il fallo da rigore di D’Ambrosio su Zaniolo. Sono stati fermati Rocchi e Fabbri, che erano rispettivamente in campo e al Var. Oggi occhi puntati su Mazzoleni (e Giacomelli al Var) che avranno una grossa responsabilità. Se la Roma ha protestato a caldo con Totti, anche il Cagliari ha fatto sentire la sua protesta per il pareggio di Frosinone (manca un rigore e ingiusta l’espulsione di Barella, che oggi non sarà in campo). E’ stata una settimana di lunghe polemiche sugli arbitri, con la sincera e lodevole ammissione dell’errore dell’Olimpico da parte di Nicchi.



ROMA. Ieri Di Francesco per la prima volta è tornato a parlare della questione arbitrale, dopo che la Roma ha avuto altre situazioni da contestare nel corso della stagione: «Rimpianti ce ne potrebbero essere mille, ma non mi voglio creare alibi. Obiettivamente ci sono stati parecchi errori nei nostri confronti, dispiace perché si è parlato tanto della disponibilità del Var come aiuto, ma perché non farsi aiutare allora? Questo è il rammarico più grande. Si sono dette tante cose, con parole forti e meno, ma il concetto è lo stesso: si chiede scusa, ma chi ci rimette sono l’allenatore e le partite, e questo dispiace perché si potrebbero evitare determinati errori. Mi auguro che da ora in poi accadano il meno possibile, specialmente nei nostri confronti».

CAGLIARI. Anche il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, era stato duro con gli arbitri dopo gli episodi di domenica: «Non siamo stati aiutati da qualche decisione arbitrale, come domenica scorsa con un fallo su Joao Pedro da rigore che doveva essere rivisto. Inoltre anche il secondo giallo a Barella non ha convinto», le parole del presidente, che undici mesi fa fu sanzionato per le reiterate proteste nei confronti della classe arbitrale. Ieri l’allenatore Maran ha chiuso l’argomento: «Come ha detto il presidente in settimana c’erano situazioni da valutare anche per noi, lo abbiamo fatto silenziosamente perché confidiamo che gli arbitri non si facciano condizionare da sfoghi o recriminazioni», un chiaro riferimento alle vibrate proteste della Roma.

RIZZOLI. Si torna in campo dopo gli errori dell’ultima giornata di campionato. La posta in palio è alta, la Roma si gioca la conferma in Champions, che determina le scelte in vista della prossima stagione. In caso di fallimento molte cose potrebbero cambiare. Il Cagliari in casa sta costruendo una tranquilla salvezza, è l’unica squadra insieme a Juve e Napoli a non aver mai perso davanti ai suoi tifosi. Le due deluse dal Var si ritrovano di fronte con obiettivi diversi e Rizzoli ha scelto l’esperto Mazzoleni per cercare di andare sul sicuro.

Ecco una breve lista che potrebbe risultare utile ai fini delle ricerche:

  1. Portogallo con Rádio e Televisão de Portugal;
  2. Svizzera con Schweizer Radio und Fernsehen;
  3. Turchia con Turkish Radio and Television Corporation;
  4. Serbia con Radio-televizija Srbije;
  5. Paesi Bassi con Sanoma Media Netherlands;
  6. Paraguay con Sistema Nacional De Television;
  7. Slovacchia con Slovenská Televízia;
  8. Suriname con Surinaamse Televisie Stichting;
  9. Repubblica Ceca con Ceská Televize;
  10. Svezia con Modern Times Group.

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DOVE VEDERE CAGLIARI ROMA IN STREAMING

«Dobbiamo fare una partita di coraggio perché quando giochi contro una squadra come la Roma, che non ha punti deboli ma solo punti di forza, non puoi che scendere in campo con questo atteggiamento». Rolando Maran taglia corto sulle assenze pesanti che non gli permetteranno grandi manovre sulla formazione da opporre ai giallorossi, ma non è tipo da piangersi addosso.

LA SVOLTA. Il suo Cagliari ha ricevuto qualche critica di recente perché non è apparso al top ed è reduce da tre pareggi consecutivi contro squadre che, Torino a parte, sembravano tutt’altro che irresistibili. Però per due volte i rossoblù sono riusciti ad agganciare il risultato in rimonta (a Ferrara e Frosinone) e questo la dice lunga sullo spirito combattivo di una squadra che anche questa sera cercherà di vendere cara la pelle. «Non riesco ad immaginare una mia squadra che giochi senza coraggio al quale, ovviamente, bisogna abbinare tutto il resto. Come dico sempre ai ragazzi: siamo noi gli artefici della nostra partita».

La Roma, nel bene o nel male, gli fa tornare alla mente ricordi belli e brutti (l’esonero dopo una sconfitta contro i giallorossi ma anche una vittoria sfiorata ai tempi di Catania con la traversa di Castro colpita al 94′ sull’uno a uno), ma allo stesso tempo potrebbe essere la prima squadra tra le big da mandare al tappeto. Non devono, però, ingannare gli isolani gli appena quattro punti di vantaggio che la formazione capitolina ha in questo momento rispetto al Cagliari. «Secondo me – spiega Maran – hanno pagato un inizio difficile, ma ora credo che Di Francesco abbia trovato il passo giusto e la partita giocata contro l’Inter ne è la dimostrazione».

Alla compagine di casa non resta che stringere i denti e, sfruttando una Sardegna Arena in ebollizione, tentare di centrare un risultato che avrebbe del clamoroso e che rappresenterebbe una svolta nelle ambizioni future di tutto l’ambiente. «Il successo in coppa è stato importante perché, anche se è vero che giocare tre partite in meno di una settimana non è mai facile, riuscire a passare il turno contro un’altra squadra della massima serie è sempre importante. E poi, vincere aiuta a vincere».

la fORMAZIONE. Inutile cercare di carpire informazioni utili sugli undici che scenderanno in campo anche se tra infortuni e squalifiche, le scelte sembrano pressoché obbligate. «Più che a quelli che non ci sono, dobbiamo concentrarci su quelli che abbiamo a disposizione e che, così come hanno fatto in coppa, cercheranno di non far rimpiangere gli assenti».
La curiosità più grande riguarda il reparto offensivo dove i soliti due, Farias e Sau, si giocano il posto accanto a Pavoletti e Joao Pedro, con quest’ultimo pronto a tornare nei panni del trequartista. «Abbiamo diverse soluzioni, anche in corso di gara e cercheremo di sfruttarle per mettere in difficoltà gli avversari. Le polemiche sul Var? Sappiamo che i nostri arbitri hanno le qualità giuste per non farsi condizionare».

Comincia oggi un ciclo di cinque partite che aiuteranno a capire se la Roma è finalmente fuori dal tunnel. La lista degli infortunati si allunga, nell’ultimo allenamento Manolas ha preso una botta alla caviglia ed è in dubbio. Eusebio Di Francesco si aggrappa alla speranza di restare in corsa per la zona Champions, ma serve vincere, altrimenti i progressi evidenziati contro l’Inter saranno solo un’illusione. «Abbiamo l’opportunità di dimostrare che abbiamo fatto il salto mentale. Con il Real Madrid siamo andati bene nel primo tempo ma poi siamo crollati, con l’Inter invece abbiamo messo in atto una grande reazione di testa, ma si deve poi andare a chiudere la partita. La fisicità come l’aspetto tecnico farà la differenza».

AL DIVINO AMORE. Troppi alti e bassi e tante assenze, il tecnico abruzzese si fa il segno delle croce: «Prima di venire in conferenza sono passato al santuario del Divino Amore, una bella preghiera potrebbe aiutarci… Se ogni volta che un giocatore prende una botta si fa male sullo stesso punto qualcosa ti fa pensare, ma non mi lego mai ad altri pensieri».
Il pericolo del Cagliari si chiama Pavoletti, opposto a una difesa che quest’anno non è invulnerabile: «Pavoletti l’ho allenato due anni, ha grandi qualità di testa, quindi dobbiamo stare attenti sia sui calci piazzati che sulle palle laterali».

Venti infortuni muscolari. Tanti, forse anche di più rispetto alla passata stagione, quando c’erano i preparatori atletici voluti da Pallotta. Di Francesco ammette che qualcosa è stato sbagliato e distribuisce le responsabilità: «Mettiamoci un po’ tutto, diamo una percentuale a tutto, anche agli errori umani di scelte fatte. Ad esempio Lorenzo Pellegrini. Il desiderio di averlo a disposizione e anche il suo di recuperare hanno portato a fare un percorso abbreviato per averlo a disposizione già a Cagliari, ma è accaduto un imprevisto proprio in un momento in cui abbiamo bisogno di giocatori. A volte ad essere frettolosi si corrono dei rischi. Ma c’è la necessità di recuperare giocatori perché abbiamo tante partite importanti, specialmente in questo periodo e averli tutti a disposizione per me sarebbe il massimo».

CONFERME SU BARCELLONA. Gli ultimi infortuni muscolari sono stati curati in Spagna. El Shaarawy e Dzeko sono andati a Barcellona, per cercare di recuperarli rapidamente. Di Francesco conferma: «Hanno fatto una capatina da quello che so io. Quello che hanno fatto di preciso tecnicamente non lo saprei neanche spiegare, non sono un medico. Facciamo tutto questo per farli recuperare il prima possibile, valutiamo soluzioni alternative per migliorare questo aspetto. C’è voglia di rimediare agli infortuni e agli errori commessi precedentemente, nessuno si deve tirare fuori, siamo tutti responsabili noi e i ragazzi che devono avere maggiore attenzione in quello che fanno».

L’anno scorso vinse tutte e * due le sfide, sempre per I 1-0 e sempre soffrendo un po’. A Di Francesco andrebbe bene anche fare il tris allo stesso modo, perché quello che conta oggi alla Sardegna Arena è tornare a casa con tre punti che possano far finalmente respirare un po’ la classifica giallorossa. E pazienza se prima di sbarcare a Roma il Cagliari era una delle sue bestie nere (il bilancio complessivo parla di tre vittorie, tre pareggi e 4 sconfitte), l’occasione è buona per mettere finalmente i conti a posto. Anche se poi il tecnico della Roma sa bene che oggi non sarà facile, non fosse altro perché il Cagliari è l’unica squadra (insieme a Juventus e Napoli) ad essere ancora imbattuta in casa: due vittorie e 4 pareggi. Insomma, per vincere ci sarà da sudare. E DiFra lo sa bene: «Ci aspetta una partita fisica, tosta, dura – dice il tecnico della Roma -. Dovremo stare attenti soprattutto alle palle alte, è la loro migliore qualità. Pavoletti? Lo conosco molto bene, visto che l’ho allenato per due stagioni. E so quanto è bravo nel gioco aereo e nello staccare con il terzo tempo».

TRA DUBBI E INFORTUNI Ecco perché oggi dovrebbe tornare a giocare titolare Federico Fazio ed al suo fianco molto probabilmente giocherà Marcano. «Si sta allenando benissimo, ci sto pensando su», dice DiFra. Anche perché Manolas molto probabilmente sarà out. Questa mattina farà un provino per vedere e valutare, ma ieri il tecnico della Roma su di lui è stato abbastanza chiaro: «Ha preso una botta, quasi non cammina, per ora ha il 50% di possibilità di giocare. Ci servirebbe di andare a fare un giro al Divino Amore e fare una preghiera in più». Già, anche se poi il tecnico giallorosso parlando della ricaduta di Lorenzo Pellegrini, ammette di aver sbagliato qualcosa nel piano di recupero del centrocampista. «Forse siamo stati troppo frettolosi, c’era la voglia mia e quella anche del ragazzo di giocare a Cagliari. Dobbiamo fare meno errori e correre meno rischi in futuro».

NUOVE SOLUZIONI Anche per ché in mezzo al campo sono rimasti solo Nzonzi e Cristante. Che già le stanno giocando un po’ tutte e che non potranno certo andare avanti fino al 2019 senza rifiatare mai. «Abbiamo due soluzioni: o mettere un difensore in più (e quindi passare a tre, ndr) o lavorare su Riccardi, un ragazzo che mi piace. Ma è un 2001, bisogna fare attenzione perché a Roma è facile farlo passare come fenomeno dell’anno o buttarlo giù in un attimo». Poi Di Francesco chiude tornando sul mancato rigore su Zaniolo, nella gara contro l’Inter: «Non voglio crearmi alibi, ma obiettivamente nei nostri confronti sono stati commessi tanti errori. Mi dispiace che ci sia laVar e non venga usata per aiutare. Alla fine si chiede scusa, ma le partite nel frattempo sono compromesse ed a rimetterci siamo noi allenatori. Mi auguro che in futuro si evitino certi errori, soprattutto quando sono così evidenti». Ma, soprattutto, si augura di tornare da Cagliari con tre punti in più.

Praticamente un anno fa, era il 16 dicembre, grazie ad un suo gol contro il Cagliari al 94’ convalidato dall’arbitro solo dopo aver visto le immagini, la Roma era ad appena un punto dalla Juventus. Oggi i bianconeri sono di un altro pianeta, ma fino a questo momento sembra essere di un altro pianeta anche la stagione di Federico Fazio. Dodici mesi fa l’argentino era il punto fermo della difesa praticamente sempre, e spesso andava anche a fare la torre in attacco, in questa stagione, invece, fatica ad imporsi. «Adesso è pienamente recuperato», ha sottolineato Di Francesco, archiviando il problema alla caviglia. Stasera a Cagliari dovrebbe giocare dall’inizio, la speranza della Roma è che archivi anche i tanti black out che ci sono stati da agosto ad oggi.

STANCO Quello che per tutti a Trigona è «Il Comandante» è arrivato in estate al settimo cielo, vista la nascita del primogenito a giugno, ma molto stanco. Al Mondiale russo ha giocato poco, ma si è allenato sempre e le vacanze non sono state lunghe. Ecco perché, visto anche il fisico, Fazio ha faticato ad essere quello della scorsa stagione. L’errore contro il Real Madrid che ha spianato la strada a Baie non è stato il primo, tanto che persino Di Francesco ha dovuto ammettere: «Non è un’annata fortunata per lui».

LAVORO EXTRA Alla sorte, però, Fazio crede poco e quindi, forte dell’incondizionata fiducia che allenatore e compagni hanno in lui, si è messo sotto, per ritrovare la forma nell’unico modo che conosce: allenandosi. Lo ha fatto in gruppo e lo ha fatto anche da solo, con lavori specifici per ritrovare la brillantezza. Finora in campionato ha saltato solo le partite contro Chievo, Samp ed Inter, per un totale di 5 gol incassati in sua assenza. Segno che, al netto degli errori individuali, la difesa della Roma non va meglio senza di lui.

ORGOGLIO A renderlo felice, in questi mesi certamente non facili, oltre alla famiglia che vive con lui a Roma, anche l’evoluzione che sta avendo la carriera di suo fratello Mariano. Dopo una breve parentesi a Ciam- pino, si è trasferito negli Stati Uniti, a Dallas, dove ha potuto coronare il suo sogno: studia e gioca a calcio al Richland College. «Mio fratello – ha detto Mariano – è felicissimo per me. Lui sta a Roma, sta bene e mi manca. Ci parliamo sempre, abbiamo un ottimo rapporto e per me è un orgoglio sapere di avere un fratello così bravo». Vero, intanto però è Mariano quello che adesso sta festeggiando, visto che con la sua squadra ha vinto il titolo nazionale dei college di Terza Divisione statunitense. Un piccolo grande successo, unito al fatto che gli studi in management sportivo proseguono spediti. Federico, da lontano, osserva e approva. Adesso tocca a lui, dopo settimane complicate, ritrovare la stessa grinta del fratello.

Si continua a lavorare senza sosta, tra Roma, Boston e Londra. Il club giallorosso e il Comune, dopo giorni complicati (almeno mediaticamente) in seguito alla bozza del Politecnico di Torino sugli studi inerenti al traffico intorno al progetto di Tor di Valle (definito «catastrofico»), si sono dati appuntamento alla settimana prossima, indicativamente, per sedersi di nuovo intorno al tavolo e provare a risolvere tutte le criticità.

FIDUCIA Da entrambe le parti filtra ottimismo e, apparente, serenità, anche se il presidente Pallotta sperava che, a due settimane da Natale, l’iter fosse andato più avanti. Per adesso non è prevista la presenza di Pallotta a Roma, ma essendo abituato a cambiare idea anche all’ultimo secondo nessuno si stupirebbe se venisse in Italia per incontri istituzionali e, forse, anche per la festa di Natale del club.

A GENNAIO Di certo, ogni giorno monitora la situazione, costantemente aggiornato dai suoi collaboratori, in attesa che il progetto finale arrivi in aula e in attesa di poter avere la relazione finale, attesa per il nove gennaio. A quel punto, la Roma si aspetta, e spera, che entro l’inizio della primavera, tra fine febbraio e marzo, venga approvata la variante al piano regolatore, per poi poter partire con i lavori esattamente tra un anno, cioè entro la fine del 2019. Quest’anno, sotto l’albero, Pallotta non potrà avere il regalo che desidera, tra dodici mesi si aspetta di vedere il cantiere aperto. Se poi dovesse servire un altro ponte o nuove infrastrutture, il club è pronto a fare la sua parte. Fino a gennaio, però, qualsiasi discorso di integrazione al progetto appare prematuro.



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