Rudi Garcia non è l’unico ex del campionato di Serie A a Marsiglia, anzi ormai i biancoazzurri possono contare su un discreto gruppo, tra tecnico e giocatori, che conoscono bene il campionato italiano: tra questi c’è anche Lucas Ocampos, ex di Milan e Genoa, e proprio con la squadra ligure nella stagione 2016/17 era andato a segno contro la Lazio. «Ho giocato contro i biancocelesti penso tre o quattro volte, ma una ho anche segnato e devo dire che quella partita è rimasta tra i più bei ricordi. La Lazio è una buona squadra, forte sia a livello offensivo, sia difensivo, quindi dovremo guardarci le spalle, senza dimenticare di fare il nostro gioco. L’Olympique Marsiglia ha guadagnato prestigio, a livello europeo, dopo la finale dello scorso anno contro l’Atletico Madrid, ma non dobbiamo soffermarci su quello che è stato, ma piuttosto su quello che sarà. La partita contro la Lazio è molto importante per noi, perché abbiamo bisogno di questi tre punti, non sarà facile ma cercheremo di approfittare del fattore Velodrome per quanto possibile». Come noto lo stadio dovrà fare a meno delle sue curve, ma gli Ultras del Marsiglia, o meglio parte di loro, hanno trovato comunque una sistemazione in tribuna Ganay, con il beneplacito del club che ha chiesto d’evitare qualsiasi incidente.
TITOLARE. Questo ha ovviamente ridato il sorriso ai giocatori ed anche a Ocampos che tornerà titolare, nel 4-3-3 di Rudi Garcia, questa sera dopo due settimane d’assenza per infortunio. «Ho lavorato molto con il preparatore atletico per ritrovare la mia forma migliore ed oggi mi sento al 100%: sto bene ed è questa la cosa più importante, non importa dove giocherò (se a destra o a sinistra), l’unica cosa che conta è rimanere uniti per portare a casa la vittoria».
A quattro giorni e quei confronti diretti con le grandi regolarmente persi nell’ultimo anno, Simone Inzaghi è venuto su in contropiede e ha tirato una bella stecca, non si è capito bene in quale direzione. Forse pensava a chi gli chiede di lottare per la Champions. Ha difeso se stesso, il suo lavoro, certi risultati, ricordando l’addio di De Vrij, lunedì avversario all’Olimpico con Spalletti. Il riferimento all’olandese è stato implicito mentre Acerbi, che ha voluto con forza alla Lazio arrivando persino a litigare con Lotito, ascoltava al suo fianco. «E’ un dato di fatto aver perso certe partite. Ma sono dati di fatto le campagne faraoniche, i soldi spesi e certe squadre che ti vengono a prendere uno dei tuoi giocatori migliori… Marsiglia e Inter sono state costruite per vincere gli scudetti e con altri budget. Noi ci vogliamo avvicinare con le nostre idee e le nostre forze, anche per noi è stato un buon mercato, ma Marsiglia e Inter hanno fatto di più. L’anno scorso siamo stati bravi a vincere una Supercoppa, a volte si dimentica. Battere la Juve è un problema. Dopo di noi c’è riuscito solo il Napoli. Ci sono determinate squadre che sono superiori a noi, ma nel calcio tutto è possibile e in questi due anni e mezzo abbiamo visto che se la partita si interpreta nel migliore dei modi sul campo si può vincere. Noi vogliamo continuare nel processo di crescita» ha spiegato Simone, ruggente come nei giorni migliori da allenatore e quando segnava raffiche di gol da centravanti.
POKER. Ecco proprio il Marsiglia l’ha riportato indietro con la mente di diciotto anni. «All’Olympique mi lega uno dei ricordi più importanti della mia carriera, una serata magica, segnare 4 gol in una partita Champions non è mai capitato a nessun altro attaccante italiano, è un record che mi tengo. I primati si battono e vedremo chi ci riuscirà, spero soprattutto possa essere fonte di ispirazione per i miei ragazzi al Velodrome». Chissà se ha chiesto un poker di reti a Immobile, confermato al centro dell’attacco e sostenuto da Caicedo. Inzaghi avrà bisogno della vera Lazio per non rischiare l’eliminazione dall’Europa League. Così, in modo implicito, ha ricordato l’arrivo dell’ex giallorosso Strootman in Provenza e il clima torrido annunciato al Velodrome. «Abbiamo bisogno di una partita importante davanti a una grande squadra e che in estate ha condotto un mercato faraonico. Vogliamo andare avanti nel percorso europeo, sapevamo di non essere stati fortunati al sorteggio. E’ bellissimo giocare queste sfide, le curve sono chiuse, ma ci saranno più di 30 mila spettatori. Troveremo uno stadio bellissimo».
CARO GARCIA. Un pareggio, nella logica della doppia sfida, potrebbe bastare. Inzaghi ha allontanato l’idea. «Non si possono fare calcoli e cominciare una partita europea, con i ritmi altissimi, pensando di poter pareggiare. Scenderemo in campo sapendo di affrontare la finalista dell’ultima Europa League, bisogna avere coraggio e giocarsela nel migliore dei modi. L’anno scorso meritavamo la semifinale con l’Olympique che ci è sfuggita a Salisburgo». L’ultima mezza stecca l’ha riservata a Garcia. Il francese si è caricato avvertendo aria di derby. Inzaghi l’ha snobbato. «E’ un allenatore preparato, ha fatto bene alla Roma. Ma se per lui è un derby, per noi non lo è, il derby lo giochiamo con la Roma. Il Marsiglia merita rispetto, sarà una partita tosta, non credo decisiva perché l’Apollon non è il fanalino di coda del girone, ma certo questa doppia sfida con i francesi darà una bella indirizzata al girone». E allora vedremo chi avrà tenuto la chiesa al centro del villaggio europeo.
La sua è una forza tranquilla: «Ho i miei obiettivi, vorrei vincere. Cerco sempre di migliorare, di non fermarmi mai. Mi è già successo, non capiterà più. Per me è sempre una sfida, ogni giorno. La sfida è dimostrare a me stesso, non agli altri, che posso giocare nella Lazio, che posso fare qualcosa in più. Do il massimo mentalmente, è utile quando non ci si arriva fisicamente. Cerco di migliorarmi, sono molto umile, sto molto con i piedi piantati per terra». E’ un piacere sentir parlare dal vivo Francesco Acerbi. In un mondo fatto di spot e di post, la tranquillità della sua forza è un esempio di trasparenza ed efficacia. Acerbi non fa chiacchiere chiassose, è deciso, è concreto. Gioca e rigioca da 133 partite di fila (oggi la 134ª) e non lo fa per i record: «Non gioco per i record anche se fa piacere poterli raggiungere. Il mio segreto? E’ preparare ogni partita al massimo, vivo il calcio come passione. Faccio una vita regolata sotto ogni punto di vista. Per giocare così tanto devi avere i tuoi obiettivi, non devi cambiare strada neppure quando le cose non vanno bene. Ormai è automatico ricaricarmi, non faccio più caso a quanto gioco. Lo faccio per fare sempre qualcosa in più».
L’Uefa. Il tempo perduto, il tempo ritrovato. Acerbi parla di se stesso semplicemente e della Lazio con familiarità. L’Uefa lo considera in lizza per il titolo di miglior difensore dell’Europa League assieme a Rudiger (Chelsea), Romagnoli (Milan), Papastathopoulos (Arsenal), non s’è scomposto più di tanto: «Ho letto questa notizia, fa piacere, sarei ipocrita se dicessi il contrario, ma finisce lì. Ho ancora tanto da dimostrare a me stesso, a tutti». La Lazio è la sua nuova sfida: «L’impatto è stato ottimo grazie a tutti, i compagni mi hanno fatto sentire subito uno di loro». Il fantasma di De Vrij non l’ha impensierito: «Non ho mai pensato ai paragoni con De Vrij – ha detto Acerbi con fare deciso – sono molto sincero. Guardo a me stesso, a ciò che posso e voglio dare alla Lazio. Avevo molta voglia di rimettermi in gioco in una grande squadra. Lavoro al massimo per chi crede in me. Fa piacere sentir dire che ho fatto dimenticare De Vrij, ma finisce lì». A Marsiglia servirà coraggio, un leone come Acerbi sa come sarà meglio giocare: «Affronteremo un’ottima squadra, hanno solo un punto in classifica, non conta. E’ una squadra costruita per vincere, ci attaccherà, cercheremo di imporre il nostro gioco. Dovremo farci trovare pronti, se non entreremo in campo con determinazione e voglia di non subire gol sarà durissima. Attaccare è l’unica possibilità che può permetterci di portare a casa punti. Serviranno determinazione e coraggio nell’affrontarli, abbiamo le armi per vincere, dipende solo da noi. L’Europa è importante, cercheremo di onorarla fino alla fine».
L’Italia. Acerbi ha ritrovato l’Italia di recente, sogna di strappare un posto nell’undici: «Non voglio fare la comparsa così come non l’ho mai voluta fare alla Lazio. Lavoro per mettere in difficoltà Inzaghi e Mancini, per giocare. Può succedere o no, io ragiono così».
Difficilmente il destino avrebbe potuto scrivere un copione più interessante perché, l’incontro di Europa League tra Marsiglia e Lazio, è una sfida nella sfida per Rudi Garcia, primo perché proprio dal doppio confronto con i biancocelesti dipenderà il futuro europeo della sua squadra e secondo perché la sua esperienza a Roma, sponda giallorossa, ha lasciato ancora oggi un buon ricordo in molti tifosi del suo ex club. Senza ovviamente mancar di rispetto alla Lazio quindi, il tecnico francese vuole proseguire la sua tradizione positiva iniziata in Italia anche con l’OM: «È un piacere per me poter ritrovare una squadra italiana dopo l’esperienza positiva che ho vissuto in Serie A: a differenza della Francia, nello stivale molte città hanno due squadre ed io ho avuto la fortuna di poter capitare a Roma e per questo il mio cuore è rimasto romanista, perché il legame con i tifosi è stato sempre molto bello e profondo. Questo non significa che non abbia rispetto della Lazio, anzi, però siamo stati già avversari e con la mia ex squadra le cose sono andate sempre bene, ora spero di rinnovare questa tradizione anche con la nuova». Il Marsiglia ha perso ufficialmente Thauvin, per un problema al tallone d’Achille, e Garcia dovrà fare a meno di uno dei suoi giocatori più brillanti, ma l’ex tecnico della Roma sembra aver preso bene le misure alla Lazio: «È un squadra piena di qualità, basta guardare i nomi dei suoi giocatori: da Immobile a Milinkovic Savic passando per Luis Alberto coniugano esperienza e qualità, sanno difendere bene e prendono pochi gol in campionato. Ogni anno lottano per entrare in Champions ed ora occupano il quarto posto in classifica: sono tanti i pericoli che possono creare, dagli inserimenti di Parolo alle chiamate in profondità d’Immobile, senza dimenticare giocatori in continua progressione come ad esempio Milinkovic Savic. Affronteremo un club di livello e dovremo fare molta attenzione». La vittoria contro il Nizza in campionato ha portato, se non il sereno, almeno qualche certezza in più ed ora è necessario consolidare i progressi anche in Europa: «Non siamo riusciti a vincere i nostri primi due incontri e quindi dobbiamo riuscire a portare a casa almeno questo, anche per ottenere la seconda posizione in classifica. Abbiamo tre opzioni di gioco per questa sfida, ma voglio soprattutto che i miei ragazzi riescano a cambiare sistema in corso d’opera se necessario».
TENSIONE. A livello teorico la situazione tra le due tifoserie appare calma al momento, ma su Facebook uno dei gruppi organizzati del Marsiglia ha annunciato che organizzerà la trasferta a Roma vietando la partecipazione a donne e minori, un post che sta avendo qualche reazione polemica, ma che fa emergere la paura di possibili sorprese negative.
Quattro gol a Salisburgo e altrettanti a Francoforte, all’inizio di ottobre. Un cappotto dietro l’altro, stesso risultato (1-4). Così si era chiusa l’avventura in Europa League ai quarti di finale nella scorsa primavera e nello stesso modo si è riaperta in Germania, dopo il successo di misura sull’Apollon Limassol, alla “prima” fuori casa del girone. Inzaghi e la Lazio si devono rialzare, gli ultimi due viaggi continentali si sono trasformati in un incubo. L’Uefa segnala un numero sorprendente: 4 sconfitte nelle ultime 5 trasferte contando il ko a Bucarest con la Steaua (0-1 a febbraio) nei sedicesimi e il 3-2 subìto in Belgio con lo Zulte Waregem nello scorso dicembre. Conta per le statistiche, ma nessuno ci fece caso, la Lazio aveva già messo in tasca la qualificazione e la certezza del primo posto, Inzaghi lasciò a casa più di mezza squadra e fece debuttare Miceli, ex regista della Primavera, a giugno soffiato dal Cagliari a parametro zero. L’ultimo successo esterno dei biancocelesti risale a metà marzo, quando si imposero in Ucraina eliminando la Dinamo Kiev (2-0 con gol di Leiva e De Vrij) dopo il pareggio (2-2) dell’Olimpico. Stasera al Velodrome servirà quel tipo di Lazio, la stessa che aveva aperto la fase a gironi vincendo ad Arnhem con gli olandesi del Vitesse e poi all’Allianz Riviera con il Nizza di Balotelli.
DIFFERENZA. I dolci ricordi francesi incoraggiano Inzaghi non solo per il poker firmato con l’Olympique Marsiglia nel Duemila, quando guidava l’attacco di Eriksson. Nell’ultimo anno, con Simone in panchina, la Lazio ha tenuto un ruolino di marcia impressionante in trasferta. Nello scorso campionato ha vinto 12 partite su 19 fuori casa e suona come un rimpianto enorme aver fallito l’assalto Champions a Crotone (2-2) alla penultima giornata. Dei 71 punti totalizzati in 38 giornate, la squadra biancoceleste ne ha presi addirittura 40 lontano dall’Olimpico, compresi 4 pareggi a chiudere il conto. Appena tre sconfitte esterne, di cui una nel derby con la Roma, e le altre due nelle partite di ritorno a San Siro con il Milan (1-2, gol irregolare di Cutrone) e poi al San Paolo con il Napoli (1-4). Il percorso, quasi netto, era stato avviato nel girone d’andata con sei vittorie consecutive, impreziosite dall’impresa all’Allianz Stadium con la Juve di Allegri, interrompendo un’imbattibilità durata oltre due anni.
SPAZI. La vocazione da trasferta della Lazio è stata confermata nell’avvio del nuovo campionato. Inzaghi ha perso solo con la Juve alla seconda giornata e ancora nel derby, e ha vinto a casa di Empoli, Udinese e Parma. La squadra si esalta negli spazi e nell’attacco alla profondità. La riprova al Tardini. Un contropiede rifinito da Correa ha portato al rigore trasformato da Immobile e ribaltando l’azione con l’apertura di Milinkovic e l’assist di Ciro è arrivato il raddoppio dell’argentino. El Tucu (squalificato) avrebbe fatto comodo a Marsiglia: ha il cambio di passo e le progressioni buone per rendere letali le ripartenza. Inzaghi dovrà affidarsi alla corsa di Lulic e al solito Immobile per colpire l’OM in contropiede.
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