Dove e come vedere streaming gratis Inter – Cagliari diretta live tv no rojadirecta



Ieri mattina si è svolto il Cda dell’Inter, durante il quale è stato anche approvato il bilancio per la stagione 2017/18, conclusasi con un passivo inferiore ai 20 milioni, rispettoso dei parametri del Financial Fair Play Uefa. Il 26 ottobre l’assemblea dei soci eleggerà il nuovo presidente al posto di Thohir. Più tardi l’amministratore delegato Antonello ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine dell’evento ‘Acquanetwork & Wellness’ a proposito delle ambizioni interiste. «Stiamo inseguendo la Juventus anche dal punto di vista organizzativo. Ci dobbiamo provare, siamo la squadra che ha vinto il Triplete».



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  1. Svizzera con l’emittente Schweizer Radio und Fernsehen;
  2. Turchia con l’emittente Turkish Radio and Television Corporation;
  3. Svezia con l’emittente Modern Times Group;
  4. Suriname con l’emittente Surinaamse Televisie Stichting;
  5. Paesi Bassi con l’emittente Sanoma Media Netherlands;
  6. Portogallo con l’emittente Rádio e Televisão de Portugal;
  7. Repubblica Ceca con l’emittente Ceca Ceská Televize;
  8. Paraguay con l’emittente Sistema Nacional De Television;
  9. Serbia con l’emittente Radio-televizija Srbije;
  10. Slovacchia con l’emittente Slovenská Televízia.

E’ arrivato il momento del Toro. Lautaro Martinez ha smaltito l’infortunio al polpaccio sinistro che l’ha messo ko nei primi venti giorni di settembre e, dopo le panchine con Sampdoria e Fiorentina, oggi si prenderà la scena a San Siro, uno stadio che finora lui ha “assaggiato” solo per un paio di minuti, gli ultimi col Torino il 26 agosto scorso quando in pochi secondi fece comunque una grande giocata che stava per permettere a Icardi di segnare il 3-2 che sarebbe valso la vittoria. Martinez è stato uno dei colpi di mercato dell’Inter, non estivo, ma invernale visto che il ds Ausilio lo aveva bloccato già a febbraio mettendo sul tavolo più di 20 milioni, anticipando così la concorrenza di molti club, Borussia Dortmund in particolare. Fra luglio e agosto l’argentino è stato il giocatore nerazzurro migliore nelle amichevoli di preparazione, ha segnato 4 gol, l’ultimo dei quali straordinario all’Atletico Madrid, ha impressionato per capacità tecniche e abilità tattiche, visto che si è disimpegnato spesso da trequartista alle spalle di Icardi, ma poi l’impatto con la Serie A non è stato morbido, con l’opaca prestazione col Sassuolo, seguita poi da 88 minuti in panchina col Torino. Quindi l’infortunio e la lenta ripresa. Adesso Martinez è pronto a prendersi la vetrina. Spalletti è stuzzicato dall’idea di lanciarlo dal primo minuto, ma non da trequartista, bensì da centravanti al posto di Icardi, visto che il capitano è reduce da 270 minuti in una settimana e mercoledì ci sarà la delicata trasferta di Champions in casa del Psv. E’ possibile che ci sia una staffetta fra i due argentini, fra l’altro convocati nuovamente dal ct ad inserimenti Scaloni per le amichevoli della Selección contro Iraq e Brasile l’11 e il 16 ottobre in Arabia Saudita. Partirà Martinez? Toccherà ancora a Icardi? Spalletti deciderà oggi, ma la sensazione è che l’ex attaccante del Racing possa finalmente calcare il prato di San Siro per più di uno scampolo di secondi: «E’ possibile vederlo dal primo minuto – ha sentenziato ieri proprio Spalletti -. Lautaro è importante perché è un calciatore che ha nel DNA la possibilità di essere il terminale offensivo e di saper anche palleggiare con i compagni. E’ un giocatore caratterialmente tosto, cercheremo di proteggerlo».

TURNOVER E VRSALJKO Martinez potrebbe dunque essere uno dei volti nuovi rispetto al successo di martedì contro la Fiorentina. In vista della Champions è possibile che Spalletti lasci a riposo alcuni giocatori, soprattutto quelli dove ha meno alternative in Europa in virtù della lista “corta” dove non sono stati inseriti Dalbert, Gagliardini e JoaoMario. Proprio i primi due sono candidati a una maglia da titolare al posto di Asamoah (Dalbert) e Vecino (Gagliardini), mentre un altro cambio potrebbe verificarsi al centro della difesa, con Miranda tornato a disposizione dopo il fastidio alla caviglia sinistra che l’ha costretto a dare forfait con la Fiorentina. Infine solito ballottaggio a destra fra Politano e Candreva con l’ex Sassuolo questa volta favorito. Unico indisponibile Vrsaljko, ancora alle prese con il problema al ginocchio sinistro. Spalletti ieri ha spiegato che il croato – convocato dalla sua nazionale così come Brozovic e Perisic -, possa non rientrare prima della sosta, ma c’è una piccola speranza di averlo per la gara con la Spal di domenica 7 ottobre.

«In attesa di Nainggolan» Spalletti sul belga: «Paga l’infortunio estivo, servono i suoi strappi»

 «Dopo la settimana della svolta, questa che inizia la si può chiamare la settimana della verità perché è quella che ci può rimettere in carreggiata». Spalletti vede la luce. E’ convinto che l’Inter, dopo i successi sudati con Tottenham, Sampdoria e Fiorentina, abbia superato il momento di difficoltà. A San Siro arriva il Cagliari, la settimana prossima trasferte ad Eindhoven col Psv e Ferrara con la Spal: altri tre successi cambierebbero molte prospettive attuali. «Vincere è un bel modo per crescere – ha spiegato -. Nelle ultime tre gare abbiamo avuto poco in più e in quel poco si sono viste le nostre potenzialità, che secondo me sono molte».

La crescita Il tecnico aspetta la crescita di Nainggolan: «Da uno a dieci sta dando sei – ha sottolineato -. Sta pagando l’infortunio estivo perché lui è uno che quegli strappi lì, li fa uno ogni due-tre minuti, invece ora ne sta facendo due-tre per tempo e sono pochi. Può dare di più. Problema d’intesa con Icardi? No, non può essere messo in discussione l’abbinamento con Mauro». polemiche e totti  Inevitabilmente Spalletti è tornato anche sulle polemiche degli ultimi giorni, quelle sul libro di Totti («io devo pensare all’Inter perché ora giochiamo ogni tre giorni e non ho spazio da dedicare ad altro»), e quella con la Fiorentina: «Il fallo è netto, Vitor Hugo tocca la palla prima col palmo e poi con le dita, tant’è che la palla cambia totalmente direzione. Questo non si può mettere in discussione e io non ci sto».

Qualche apprensione. Cragno ha salvato il risultato in settimana neutralizzando al primo minuto di recupero un rigore di Kownacki che se realizzato avrebbe gettato nello sconforto tutto il “team”, mentre l’attacco stenta e non poco. Il problema del gol si trascina dalle precedenti gestioni. Troppo solo Pavoletti, anche se contro la Samp si è notato qualche progresso in Farias. Maran pare non aver ancora deciso l’assetto con il quale si presenterà al Meazza. Le valutazioni per mettere in piedi l’undici titolare saranno figlie della condizione degli acciaccati. “Dobbiamo preparare la partita mentalmente.- ha detto il tecnico – Bisogna essere coraggiosi, che vuol dire entrare in campo ed esser propositivi, anche se gli avversari sulla carta appaiono più forti”. Pisacane è uscito con i crampi mercoledì, mentre Joao Pedro ha giocato in maniera continuativa da metà mese dopo 6 mesi di stop. Coraggio a due mani e Maran potrebbe utilizzare qualcuno fra coloro che hanno avuto minor minutaggio: “Effettivamente contro la Sampdoria abbiamo corso tanto. È dunque da valutare lo stato fisico di tutti. Le tre gare disputate finora dal Cagliari in trasferta hanno dimostrato una cosa importante: se non ci facciamo condizionare dagli episodi, siamo capaci di fare buone prestazioni”. I rossoblù dovranno fare molta attenzione a controllare gli attaccanti interisti, che hanno nelle corde le qualità per colpire in qualsiasi momento. In caso di rinuncia a Pisacane è pronto Romagna, mentre per sostituire Joao Pedro la candidatura più consona è quella di Ionita. Anche Klavan avrebbe bisogno di tirare il fiato, ma con Ceppitelli indisposto non se ne parla.

Un Nainggolan motivatissimo è pronto ad andare all’assalto della sua ex squadra. Non sarà la prima occasione in cui il Ninja sfiderà la formazione rossoblù dove ha militato per 4 anni, dal gennaio 2010 al gennaio 2014, collezionando 137 presenze e 7 reti. Quella di stasera però sarà la prima volta con indosso la maglia dell’Inter e per il belga si tratterà di una partita speciale soprattutto perché Spalletti l’ha “caricata” di grande significato.

LA BENZINA DI LUCIO. Il tecnico di Certaldo ha fortemente voluto lo sbarco di Radja alla Pinetina. E’ stato lui a garantire per il suo ex giocatore ai tempi della Roma perché chiaramente in corso Vittorio Emanuele erano a conoscenza di alcuni atteggiamenti sopra le righe avuti dal centrocampista fuori dal campo. Lucio, però, non ha avuto dubbi e lo ha messo al primo posto nella lista dei rinforzi. La proprietà ha dato il via libera e Ausilio ha chiuso l’operazione. Finora però Nainggolan non ha reso come il vero… Nainggolan. Colpa principalmente dell’infortunio alla coscia accusato alla seconda amichevole, a metà luglio sul campo del Sion. Il numero 14 nerazzurro da allora ha faticato a trovare la migliore condizione perché è stato fermo quasi un mese e mezzo e non ha fatto vedere tutto il suo potenziale. Spalletti ieri a riguardo è stato inequivocabile: «A che percentuale di forma è Nainggolan finora? Da 1 a 10, sta dando 6. Direi appena sufficiente considerando le sue potenzialità. Deve trovare quella condizione che per il momento non ha avuto possibilità di trovare a causa dell’infortunio, ma lui è uno che di certi strappi ne può fare ne uno ogni 2-3 minuti. Ora ne sta facendo 2-3 a tempo e sono pochi. Con le sue vampate deve puntare la linea difensiva e fare la differenza». Chiaro, no?

LA REAZIONE DI RADJA. Spalletti ha parlato in conferenza prima dell’allenamento e chiaramente dopo pochi minuti Nainggolan è venuto a sapere il pensiero del suo allenatore. Siccome il belga non è uno che si accontenta del “6”, è facile immaginare che stasera sarà ancora più motivato del solito. A stimolarlo provvederanno anche la sua esperienza con la maglia rossoblù (dopo gli anni in B al Piacenza, Cellino è stato il primo a dargli fiducia e a fargli assaporare la Serie A dove ha esordito il 7 febbraio 2010 proprio a San Siro contro l’Inter…) e le origini della moglie Claudia, nata in provincia di Cagliari e conosciuta durante l’esperienza sull’Isola del Ninja. L’ex romanista sa di non essere ancora al top della condizione e per lui la prossima sosta sarà fondamentale perché, senza la convocazione della nazionale, potrà mettere nelle gambe la benzina necessaria per un ottobre-novembre ricco di appuntamenti. Prima però ci sono Cagliari, Psv e Spal, tre avversarie contro le quali l’Inter punta ad allungare la striscia di 3 affermazioni.
EX SENZA RETI E SCONFITTE. Contro il Cagliari la tradizione di Nainggolan è molto positiva sotto il profilo dei risultati ottenuti, ma negativa quanto a reti segnate. Nei sette precedenti finora (tutti con la maglia della Roma) Radja ha infatti ottenuto 6 vittorie e 1 pareggio, ma quando si è trovato di fronte i rossoblù non è mai riuscito a battere il portiere avversario. Fare centro stasera gli permettere di cancellare il tabù e di firmare il primo gol a San Siro da interista. Magari lo motiverà il duello a distanza con Barella, con il quale condivide il procuratore, Alessandro Beltrami, e un’amicizia forte tra le famiglie. Per il Ninja, insomma, non sarà una gara qualunque e vuole andare oltre una prestazione… da 6.

Luciano Spalletti e la sua Inter sono pronti alla «settimana della verità». Quella con altri tre incontri (dopo i tre vinti contro Tottenham, Sampdoria e Fiorentina) che potrebbero permettere ai nerazzurri sia di dimenticare, o quasi, un inizio di stagione horror sia di risistemare la classifica addirittura rientrando in zona Champions. «I prossimi 8 giorni – ha detto il tecnico ex Roma – ci possono rimettere in carreggiata e in corsa con le prime della classifica, una cosa che in base ai risultati iniziali era diventata difficile. La distanza dalle prime sembrava complicata da recuperare e invece se faremo bene in settimana, potremo rivedere quelle che sono scappate». Per riuscirci, però, contro il Cagliari Icardi e compagni non dovranno ripetere gli errori commessi per esempio con Sassuolo e Parma, due medio-piccole che hanno regalato dispiaceri: «Ultimamente ci siamo riappropriati delle nostre qualità ed è così che bisogna andare avanti perché non dobbiamo diventare tutti uguali, ma portare con noi il lavoro fatto finora, quello che ci ha permesso di essere giocatori dell’Inter. Qui si tende a diventare tutti simili e ad abbassare le punte di rendimento che abbiamo, ma una cosa del genere non può accadere. Stiamo crescendo e siamo in una fase in cui se siamo bravi possiamo far vedere le nostre potenzialità. E’ chiaro però che tutto passa attraverso l’entusiasmo e i risultati, attraverso il mettere 18-19-20 elementi nelle condizioni di giocare. Perché quando si affronta un periodo con tanti match ravvicinati, che bruciano molto sotto l’aspetto mentale alla luce del valore delle avversarie, è necessario avere più calciatori possibili al massimo». TOTTI E I FIORENTINI. Ieri però i giornalisti volevano conoscere lo Spalletti-pensiero soprattutto su due argomenti… caldi come le polemiche scatenate da Totti e dalla Fiorentina dopo l’arbitraggio di Mazzoleni. Lucio ha evitato lo scontro, ma qualcosa ai tanti amici fiorentini che ha in Toscana l’ha detta: «Capisco che siate curiosi di chiedermi di Totti e degli episodi che ha raccontato, ma questo è un argomento che non ha molto a che fare con la squadra. I nostri tifosi vogliono sapere del nostro futuro, di come stanno i miei giocatori e non di Totti. Come capitano abbiamo Icardi, più uno fuori dal campo che è Zanetti, del quale, dopo 3 mesi, ho finito di leggere la biografia. Farò lo stesso con Totti, ma ci vorrà tempo». Eccoci alla Fiorentina: «Qualche battuta alla toscana i miei amici di Firenze me l’hanno tirata, ma io… rispondo. Dal loro punto di vista hanno ragione perché se gli si fa vedere che hanno subito un torto, è inevitabile che reagiscano. Il rigore dell’1-0 però c’era perché Hugo prende la palla con il carpo della mano e poi la sfiora con le dita. E’ netto perché la palla cambia direzione e in campo se ne sono accolti tutti. E della prima ammonizione di Asamoah cosa vogliamo dire? Chiesa parte in fuorigioco di 2 metri e “Asa” non era da giallo. Per chi tifo tra Juve e Napoli? Non gufo nessuno, ma se venisse fuori un pareggio…».

Lautaro Martinez scalpita e insidia Mauro Icardi. «Può giocare dall’inizio» ha detto ieri Spalletti in conferenza prima di provarlo in allenamento con alle spalle un terzetto composto da Politano, Nainggolan e Candreva. Il tecnico prenderà la decisione stamani, ma una staffetta tra i due argentini, entrambi convocati per le amichevoli della Seleccion di ottobre, è scontata. Resta da vedere chi partirà nell’undici iniziale. Icardi è stato titolare nelle ultime 3 gare (tutte vinte) e lo sarà anche con Psv e Spal. Spalletti potrebbe decidere di risparmiargli qualche minuto (almeno inizialmente) con il Cagliari. In questo modo valorizzerebbe il Toro che non è titolare dal ko di Reggio Emilia alla prima giornata. Vrsaljko tornerà a Ferrara o dopo la sosta.
BORJA E JOAO. In vista di Psv-Inter, Spalletti farà sicuramente giocare stasera dal 1’ Dalbert e Gagliardini, che in Champions non saranno disponibili: sostituiranno rispettivamente Asamoah e Vecino. Miranda è recuperato e ieri è stato provato insieme a De Vrij, ma il dubbio tra il brasiliano e Skriniar resiste. Idem tra Politano, Keita e Candreva. Spalletti, mischiando le carte, ha anche utilizzato Borja Valero al fianco di Gagliardini, ma togliere Brozovic al centrocampo sembra complicato. Occhio però alla sorpresa. Pure Joao Mario spera: magari avrà qualche minuto come vice Nainggolan.
ANTONELLO E san siro. L’ad nerazzurro, intervenuto al 2° summit “Acquanetwork & Wellness” come relatore, ha spiegato: «La Juventus? La stiamo inseguendo, ci proviamo, ci dobbiamo provare perché siamo la squadra del Triplete. Dal punto di vista organizzativo stiamo lavorando su un progetto per avvicinarci a loro che in questo momento forse sono i più forti al mondo». Stasera a San Siro sono attesi 55.000 spettatori (400 nel settore ospiti). In tribuna il doppio ex Suazo con Cosmi, Berti, Ferri, Altobelli, Corso e Bedin.

Vuole un cagliari «coraggioso» ma non «scriteriato», Rolando Maran al quale sarebbe piaciuto avere qualche giorno in più per preparare una sfida tutta in salita come quella che vedrà il suo Cagliari affrontare l’Inter stasera a San Siro. Una gara che vede favoriti i padroni di casa, ma i rossoblù, forti dei buoni progressi dell’ultimo periodo, seppure ancora amareggiati dall’ultima trasferta a Parma, proveranno a fare la solita gara di spessore.

AVANTI TUTTA. Dopo aver messo alle corde per metà del primo tempo il Milan in casa, Maran ha grande curiosità nel vedere come i suoi ragazzi approcceranno la seconda big di questa prima fase del torneo. «Sulla carta loro sono più forti ma noi dobbiamo andare lì e mettere in campo la nostra identità. Se lo facciamo, possiamo metterli in difficoltà e a questo punto anche le pressioni su di noi si allenterebbero». Un Cagliari che cercherà di dire la sua anche se giocare in casa dell’Inter è sempre difficile, per il rango superiore dei nerazzurri e per l’ambiente. «Non mi aspetto una gara troppo simile a quella che abbiamo giocato contro il Milan perché l’Inter ha sugli esterni tante soluzioni differenti. Hanno identità diverse le due milanesi ma noi dovremo cercare di affrontarli con la stessa mentalità». Icardi potrebbe non essere della gara ma chiunque vada in campo rappresenterà un pericolo per gli isolani, che sanno di non potersi concedere distrazioni. «Scorrendo tutta la loro rosa – conferma Maran – vedo solo giocatori di qualità. Là davanti loro possono far male e sarà nostro compito cercare di fargli arrivare meno palloni puliti possibile. Ma la differenza può farla uno come Nainggolan che riesce a dare grande equilibrio a tutta la squadra, sia in fase di possesso che di non possesso».

STANCHEZZa. Senza Lykogiannis, che per un problema muscolare ha raggiunto tra gli indisponibili Ceppitelli e Rafael, Maran aspetterà fino al termine della rifinitura, in programma questa mattina direttamente in Lombardia, per scegliere l’undici iniziale. «C’è qualche acciaccato come è normale che sia a due giorni dalla precedente gara. Diciamo che il secondo giorno è sempre il peggiore dal punto di vista fisico ma già domani (oggi, n.d.r.) le cose dovrebbero andare meglio. Certo, l’Inter avrà l’ulteriore vantaggio di aver avuto un giorno in più per riposare, ma noi non dobbiamo farne un problema perché dobbiamo solo pensare a fare la partita con grande attenzione». La medicina Maran ce l’ha («dobbiamo essere sempre compatti perché se resti unito e stretto, allora tutto diventa più gestibile, soprattutto contro le grandi»), ora resta da capire se i suoi ragazzi riusciranno ad accontentarlo. E in attesa di sciogliere alcuni nodi di formazione, il tecnico si tiene stretto il suo miglior giocatore del momento, Srna. «Non sempre l’età biologica e quella anagrafica coincidono, e lui ha una grande freschezza atletica. Ha confermato tutto quello che è sempre stato in carriera e noi, quando il presidente ha avuto l’intuizione di portarlo a Cagliari, speravamo fosse esattamente così».

Mica tante le volte in cui la mano è quella giusta, quella che odora di poker. L’Inter si misura stasera, molto più che con il Tottenham. «Facile» quando c’è la Cham- pions League, oppure se di fronte hai Sampdoria e Fiorentina che pensano al loro calcio e non al tuo. Paradosso che tiene dentro tutta l’Inter: stasera Luciano Spalletti può eguagliare la sua miglior serie da quando si gode Milano e il Bosco Verticale. Quattro partite di fila non le vince dal pronti e via della scorsa stagione, una serie da quattro che fece venire strani e dolci pensieri nelle teste nerazzurre. Ecco: con il Cagliari Spalletti può fare altrettanto, quarta gioia consecutiva per riveder le stelle, perché classifica e scontri diretti alla mano la giornata è di quelle da non fallire. Di più: nove punti in tre gare consecutive è traguardo parziale che in campionato l’Inter non raggiunge da dicembre, nove mesi fa, tempo sufficiente per ragionarci su e provare a ripetersi.

LA VERITÀ È che qui si va di ciclo in ciclo. Il primo – Tottenham, Sampdoria e Fiorentina – è servito per uscire da una mini crisi. Il secondo – se lo condisci con Juve-Napoli e Ro- ma-Lazio e Sassuolo-Milan – parte dal Cagliari, arriva alla Spai e può valere (anche) il rientro dell’Inter in zona Champions, vale a dire classifica risistemata. «Sì,la possiamo chiamare la settimana della verità – ha spiegato Spalletti -. Ci possiamo rimettere in carreggiata, l’inizio di campionato ci aveva messo in condizioni difficili, ora invece abbiamo la possibilità di rivedere chi è scappato in classifica, a patto ovviamente di far bene. Abbiamo bisogno di fare risultati importanti, dobbiamo dar seguito alle vittorie». Spalletti è specialista di filotti. E sa che ora è il momento di cavalcare l’entusiasmo, una volta ritrovato il carattere e la personalità necessarie per portare a casa partite in bilico come lo sono state le ultime tre.

DIFFICOLTÀ Adesso l’Inter è chiamata ad andare oltre se stessa. Ovvero a vincere partite che per caratteristiche tecniche sono le più complicate. Le peggiori uscite stagionali nerazzurre sono state quelle con Torino, Parma e per lunghi tratti anche con il Bologna, ovvero squadre che amano chiudersi lasciando il gioco nelle mani di Spalletti. La gara con il Cagliari ha lo stesso bollino, lo stesso grado di difficoltà. E una vittoria stasera avrebbe il sapore della continuità, concetto che Spalletti va ripetendo da sempre.

LE MOSSE Una vittoria, in definitiva, vorrebbe dire volare ad Eindhoven, per una partita cruciale del girone di Champions, con l’animo sereno. Di sicuro è cambiata l’aria intorno a Spalletti. Il tecnico è uscito dall’angolo in tre mosse: fissando il mix giusto in termini di gioco tra il possesso palla esasperato delle prime partite e la verticalità delle ultime uscite. Punto due: recuperando alla causa alcuni protagonisti che parevano dimenticati, leggi Candreva, Miranda e Borja Valero. Punto tre: affidandosi al turnover, concetto imprescindibile in periodi di impegni ravvicinati come l’attuale. Sarà così anche oggi con il Cagliari, per inseguire il quarto jackpot da tre punti. La gestione delle risorse è il compito numero uno affidato dalla società al tecnico. È il discorso della famosa bicicletta di inizio stagione, che ora finalmente ha cominciato a correre coi rapporti giusti. Buon per Luciano, che ora vuole gustarsi una mano di poker, lui che pure le partite a carte nei giorni della vigilia non le ama.

Parole, parole, parole. Nel tour de force delle 7 partite in 21 giorni Luciano Spalletti va forte in panchina ma non scherza nemmeno passando da un microfono all’altro. C’è il Cagliari da battere, soprattutto, ma Luciano deve rispondere all’eco delle polemiche post Fiorentina e delle anticipazioni del libro di Totti. «Ci serve il ghigno del giocatore che ambisce a fare qualcosa di importante per farlo vedere ai tifosi dell’Inter – attacca l’allenatore nerazzurro -. Sto vedendo giocatori molto motivati, stiamo lavorando bene. Anche se non capisco i momenti di flessione che ci capitano, questi cali di autostima, di personalità. Come successo dopo aver preso il pari della Fiorentina, oppure all’inizio del secondo tempo contro il Torino». Come sempre Spalletti pungola il pupillo Nainggolan: «Per quello che ha fatto finora gli do 6, credo che meriti solo la sufficienza rispetto alle potenzialità. Radja non ha ancora trovato la condizione, ma lui è quello che i suoi strappi li fa ogni 2-3 minuti, ora 2-3 per tempo sono pochi».

POLEMICHE Poi rewind al dopo 2-1 alla Viola: «Firenze è la mia città e voglio rimanere in buoni rapporti con la Fiorentina, però i fatti sono chiari. Il difensore viola la prende con la mano e poi gli sfiora le dita. È netto il fallo, in campo se ne sono accorti tutti. Poi se è volontario o no, non me ne frega niente. Ma se mettete in discussione il fallo di mano io non ci posso stare. Penso anche alla prima ammonizione di Asamoah: è fuorigioco di due metri quando Chiesa prende la palla. Poi se si vuole fare casino, si può fare quanto si pare». E il libro di Totti, in cui il capitano giallorosso non gli ha risparmiato critiche? «I nostri tifosi vogliono sapere del- l’Inter, vogliono conoscere il nostro futuro visto che li abbiamo fatti soffrire. Devo parlare di questo, devo respirare l’aria che respirano i tifosi: in quest’aria non c’è Totti. Qui c’è leardi, c’è Zanetti, qui si parla di Inter. Leggerò con calma il libro ma è molto lungo, spero però che non ci siano tante parolacce. Ora non ho spazio per fare altre cose. Ora pensiamo solamente all’Inter».



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