Francesco Arca nella Vita Promessa interpreta un tipo violento



Affascinante ma aggressivo. Ossessionato da un amore malato e violento verso una donna che lo rifiuta. Lui è Vincenzo Spanò, il nuovo personaggio interpretato da Francesco Arca, protagonista de La vita promess a la fiction di Ricky Tognazzi ambientata alla fine degli anni Venti tra la Sicilia e Little Italy, famoso quartiere di New York. Tra i protagonisti della fiction in onda dal 16 settembre, in prima serata su Raiuno, c’è Luisa Ranieri, la moglie di Luca Zingaretti.



Francesco, chi è Vincenzo Spanò?

«Un campiere senza scrupoli della famiglia Lanza. È uno che non ci pensa un attimo ad agire usando la violenza, anche quando deve esprimere il suo amore nei confronti di una donna. La sua ossessione si chiama Carmela Carrizzo, interpretata da Luisa Ranieri: lei è sposata ed è madre, quindi respinge le avances di lui. Ma per Vincenzo il rifiuto è inconcepibile, tanto da arrivare a perseguitare la donna oggetto del suo desiderio. Così prima le uccide il marito e poi picchia uno dei suoi figli».

Quali sono stati i momenti più difficili sul set?

«Senza dubbio le scene di violenza che ho girato con Luisa Ranieri: è stato difficilissimo lasciarsi andare e perdere il controllo fino in fondo. Fortunatamente avevo già incontrato la mia collega sul set del film di Ferzan Ozpetek, Allacciate le cinture. Lei è davvero una professionista straordinaria, dotata di una grande energia, e che ha facilitato il mio compito».

Com’è stato interpretare un personaggio così negativo come Vincenzo?

«Nonostante tutta la sua violenza e cattiveria, ho cercato di restituirgli un pizzico di umanità. Vincenzo è una persona primordiale, istintiva, che non sa gèstire le pulsioni: per questo agisce sempre in modo negativo. Lui è abituato a prendere senza chiedere e non accetta il rifiuto».

Tu e Spanò avete qualcosa in comune?

«Sicuramente il fatto che ragioniamo con il cuore e non con la testa. Io, però, lo faccio in modo positivo. Sono un animale istintivo, do grande spazio ai rapporti umani e con l’età – diventando più saggio – ho trovato l’equilibrio».

Oggi, a darti l’equilibrio è la tua famiglia?

«Sì, senza dubbio. A un certo punto ho proprio sentito l’esigenza di costituire una famiglia con Irene (Capuano, la compagna, ndr). E così sono arrivati Maria Sole e, cinque mesi fa, Brando».

Che rapporto hai con i tuoi figli?

«Sono un papà giocherellone perché il gioco è una componente fondamentale nella vita di adulti e bambini. Spero di insegnare ai miei figli ad amare le diversità, perché solo così si può crescere in modo sano. L’accoglienza e il rispetto sono valori fondamentali».

Ti sposerai?

«Per il momento no: direi che c’è tempo. E poi è come se lo fossi già».



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