Intolleranza al glutine, nuova possibile terapia made in Italy contro la celiachia



Potrebbero esserci delle novità piuttosto interessanti nella trattamento e cura dell’ intolleranza al glutine. Si tratterebbe di una possibile terapia contro la celiachia e la scoperta è addebitabile ad un team di ricercatori di cui fa parte anche Luigi Maiuri professore di pediatria all’università del Piemonte orientale nonché ricercatore. Per chi non lo sapesse, la celiachia è una malattia autoimmune piuttosto grave che riguarda l’intestino e si verifica nel momento in cui le persone sviluppano una sensibilità al glutine che è una sostanza presente nella segale, nel grano e nell’ orzo. Interessante scoperta arriverebbe, come già abbiamo anticipato, da un gruppo di ricerca internazionale composta da scienziati francesi e italiani, i quali hanno scoperto un nuovo attore molecolare nello sviluppo dell’intolleranza al glutine ed hanno pubblicato poi esiti di questa scoperta su The EMBO Journal.



Sulla base di questa interessante ricerca, sembra che il glutine sia stato considerata una proteina piuttosto difficile da digerire in molte sue parti soprattutto quelle lunghe che entrano direttamente nell’intestino. Adesso dunque utilizzando le linee cellulari intestinali umane sensibile al glutine,  i ricercatori pare che abbiano scoperto che uno specifico peptide ovvero il P31- 43 si va a legare direttamente al CFTR e ne va a compromettere la funzione. Ciò non fa altro che scatenare stress cellulare e l’infiammazione, suggerendo in questo modo che CFTR agisce giocando un ruolo centrale nella mediazione della sensibilità al glutine nei pazienti celiaci.

In base a questa scoperta, dunque, l‘interazione tra P31-43 e CFTR può essere inibita da un potenziatore della CFTR che è stato chiamato VX-770 e che è stato utilizzato anche nei pazienti affetti da Fibrosi Cistica. I risultati sono stati davvero sorprendenti visto che nel momento in cui le cellule intestinali oppure i campioni di tessuto che sono stati prelevati dai pazienti celiaci, sarebbero stati pre-incubati con VX-770 prima di essere esposi a P31-43 ed il peptide non sembra aver provocato alcuna reazione immunitaria. Si è capito, dunque, come il VX-770 vada a proteggere i topi sensibili al glutine dalle manifestazioni intestinali, che sono state indotte dall’ ingestione di glutine.

“Non esiste ancora alcuna cura per la celiachia; allo stato attuale l’unica strategia terapeutica è quella di mantenere una rigorosa dieta priva di glutine. Tuttavia, lo studio attuale è un passo promettente verso lo sviluppo di un trattamento. Suggerisce che i potenziatori CFTR, che sono stati sviluppati per trattare la fibrosi cistica, possono anche essere esplorati come punto di partenza per lo sviluppo di un rimedio per la celiachia”, è questo quanto dichiarato dal Professore Maiuri. Si tratterebbe, dunque, di una ricerca piuttosto interessante che potrebbe aprire nuovi scenari in termini di cura e trattamento della celiachia.



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