Miopia più frequente tra i giovani: ecco le cause e alcuni consigli



Durante la Giornata Mondiale della Vista, in programma l’11 ottobre, l’obiettivo degli organizzatori è proprio quello di ricordare quanto la vista sia importante per ogni individuo e come cercare di salvaguardarla. I dati dell’Organizzazione Mondiale della sanità, Oms, parlano di 253 milioni di disabili visivi sulla Terra, 217 milioni sarebbero ipovedenti e 36 milioni completamente ciechi. Secondo le previsioni di uno studio australiano, pubblicato sulla rivista Ophthalmology, nel 2050 il 50% dell’intera popolazione mondiale potrebbe soffrire di miopia. I maggiori a rischio sono i bambini, sempre più impegnati nell’utilizzo di computer e videogiochi.



La Miopia è uno dei principali disturbi visivi che affligge le società moderne. Secondo alcune recenti statistiche, si stima che l’attuale prevalenza dell’errore miopico caratterizzi un terzo della popolazione mondiale (circa 2.5 miliardi di persone ), dei quali 163 milioni con alta Miopia. I casi sono raddoppiati negli ultimi trent’anni. Gli studiosi sottolineano che la situazione mostrata è solo temporanea poiché prevedono un incremento dei casi fino a comprendere il 49.8% della popolazione mondiale del 2050, circa 4,758 miliardi di soggetti, tanto da imporsi come la futura causa principale di cecità permanente , oggi al sesto posto .

Il quadro delineato è alquanto preoccupante: oltre a rappresentare una perdita irreversibile di capacità visiva, la progressione verso valori sempre più alti (>-5,00D) aumenta il rischio di patologie oculari come Glaucoma, distacchi retinici, Cataratta, Degenerazioni Maculari legate alla Miopia e Stafilomi  che riguarderanno il 10% dei soggetti. In un panorama epidemico  come questo in cui il calo del PIL mondiale per invalidità visiva causato da Miopia  ammonta a 202 miliardi di dollari l’anno, la necessità di un intervento per fermare o quanto meno rallentare la progressione è sensibilmente necessario.

Miopia e dispositivi come smartphone e pc

Oggigiorno trascorriamo gran parte del nostro tempo di fronte ad un computer o ad uno smartphone, o comunque ad uno schermo che mette in grave pericolo la salute dei nostri occhi. Tuttavia, va anche detto che tutto ciò è indispensabile: nell’era moderna in cui viviamo, la maggior parte degli impieghi lavorativi prevede un certo periodo di tempo da trascorrere dinanzi ad un dispositivo digitale; e non solo, viviamo anche nell’era dei social network, della globalizzazione, del mondo nel palmo di una mano, in cui tutto viene fatto tramite l’utilizzo di un dispositivo cellulare in una manciata di secondi. Tutto ciò ci induce a essere sempre in relazione con uno schermo che, come abbiamo già affermato nei capitoli precedenti, danneggia in vari modi la salute del nostro sistema visivo e non solo, anche di tutto il nostro organismo. Ciò però non deve essere un pretesto per arrendersi preventivamente alla correzione di un difetto visivo, perché possono essere messi in atto dei sistemi di prevenzione. Il primo modo per prevenire i disturbi indotti dalla luce emessa dai dispositivi digitali è sicuramente quello di ridurre i tempi di esposizione: spesso trascorriamo al pc/smartphone del tempo eccessivo e non richiesto. Un secondo modo, invece, consiste nell’ottimizzare i tempi di esposizione. Per ottimizzare i tempi di esposizione intendiamo fare in modo di limitare i danni assumendo dei comportamenti mirati a questo. Essi riguardano in particolare:

• la distanza visiva adeguata, che per schermi di dimensioni standard (15-17 pollici) deve essere variabile indicativamente tra i 50 e i 70-80 cm; ovviamente, maggiore sarà la grandezza dello schermo e più elevata dovrà essere la distanza; • posizionare la tastiera sul tavolo di lavoro in modo che ci sia lo spazio sufficiente per appoggiare gli avambracci; • l’altezza dello schermo, che deve essere posizionato leggermente più in basso rispetto all’altezza degli occhi (di 15-20°) e, se possibile, a una distanza di almeno un metro e mezzo dalle finestre; • inoltre, non ci dovrebbero essere fonti luminose poste a meno di 30° rispetto alla direzione del vostro sguardo per evitare di essere abbagliati o infastiditi; • la qualità della visione: è importante a tal riguardo che siano sempre indossati gli occhiali prescritti quando si svolge un’attività di fronte allo schermo.

Fate sapere all’ottico-optometrista che lavorate al videoterminale o passate molte ore al pc, potrà così tenerne conto nella scelta degli occhiali; • il contrasto e la luminosità dei monitor devono essere ben regolati, in modo tale da non dare fastidio. Fate delle prove per trovare la vostra condizione ottimale per svolgere confortevolmente le attività al computer. • evitate che ci siano riflessi sullo schermo che rendono difficoltosa la lettura: in genere il monitor va collocato a 90 gradi rispetto alla fonte di luce naturale o, comunque, in modo tale che la leggibilità sia ottimale. Inoltre anche il piano di lavoro dovrebbe avere una superficie chiara, possibilmente non di colore bianco e, in ogni caso, non riflettente. • fate una pausa della durata di 15 minuti ogni due ore (oppure di cinque minuti ogni tre quarti d’ora o, ancora, di venti secondi ogni venti minuti secondo lo standard americano), cercando di guardare oggetti posti a una distanza di almeno sei metri: questo permette agli occhi di riposarsi; • usate un carattere ben leggibile (almeno corpo 12), preferibilmente in colore scuro su sfondo chiaro. Sono, comunque, da evitare i seguenti abbinamenti cromatici: rosso e blu; giallo e violetto; giallo e verde. Come sfondo di prassi non vanno usati il rosso, il giallo, il verde e l’arancione; • usate applicazioni o programmi che modificano il colore del display dei 21 dispositivi digitali, bloccando la radiazione della luce blu; • quando siamo concentrati sul monitor (ad esempio quando leggiamo un testo) diminuiamo involontariamente la frequenza con cui sbattiamo le palpebre, ossia la frequenza con la quale ammicchiamo. Ciò comporta una minore protezione per la superficie anteriore dell’occhio; per evitare che si incorra in secchezza oculare può essere utile prestare attenzione a non ridurre l’ammiccamento e, se necessario, ricorrere alle lacrime artificiali.



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