Osama bin Laden: Oggi, però, sta venendo a galla una nuova verità…



La versione ufficiale fornita dalla Casa Bianca del blitz di quattro anni fa in un compound ad Abbottabad, in Pakistan, compiuto da un commando di Navy SEALs degli Stati Uniti in cui venne ucciso Osama bin Laden, è falsa e «potrebbe essere stata scritta da Lewis Carroll», l’autore di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Parola di Seymour Hersh, uno dei più noti giornalisti investigativi statunitensi, in un’inchiesta al vetriolo pubblicata sulla “London Review of Books”. Collaboratore del “New Yorker” fin dagli anni Novanta, Hersh ha vinto il suo primo premio Pulitzer nel 1970 e da allora è stato considerato uno dei massimi reporter al mondo, con fonti dirette nell’intelligence e nell’esercito statunitense ad alti livelli.



Secondo Hersh, il governo pakistano – che aveva catturato bin Laden nel 2006 e lo teneva nascosto ad Abbottabad, con la complicità e il sostegno del governo saudita – avrebbe consegnato lo sceicco del terrore a Washington in cambio di aiuti militari e di un ruolo nel futuro politico dell’Afghanistan. Un ex-ufficiale dell’ISI avrebbe inoltre incassato gran parte dei 25 milioni di dollari della taglia che Washington aveva spiccato su bin Laden dopo aver passato nel 2010 l’informazione alla CIA sulla sua localizzazione ad Abbottabad. Il blitz sarebbe stato dunque inscenato ad arte e il corpo di bin Laden non sarebbe stato gettato in mare, ma fatto a pezzi e abbandonato sulle montagne dell’Hindu Kush.

«Il blitz dei Navy SEALs ad Abbottabad è una farsa totale, una finta. Siamo in un teatro americano dell’assurdo», aveva già dichiarato il membro del CFR ed esperto di relazioni internazionali – il dottor Steve Pieczenik – nel 2011, in una diretta radiofonica con Alex Jones. Pieczenik, che è stato anche vice-sottosegretario con ministri quali Henry Kissinger, Cyrus Vance, James Baker negli anni della Guerra Fredda, ha motivato le sue dichiarazioni spiegando che si sarebbe trattato dell’ennesima messinscena per motivi geopolitici. Nel 2002, sempre ospite dello show di Jones, Pieczenik aveva già dichiarato che bin Laden era morto da tempo e che il governo stava aspettando il momento “politico” più adatto per rendere pubblica la notizia.

La notizia della morte di bin Laden, diffusa il 2 maggio 2011, aveva risollevato il primo mandato di Obama, nascondendo il fallimento del suo team che, secondo alcuni, aveva disatteso punto per punto le promesse elettorali. La notizia dell’uccisione del nemico numero uno aveva riportato quella speranza che Obama era riuscito a creare in campagna elettorale grazie al carisma trasmesso nei suoi celebri comizi. In meno di due settimane dalla notizia della morte di bin Laden, Obama era risalito di ben undici punti percentuali nei sondaggi, arrivando a quota 60% di gradimento. L’intervento in Pakistan dei Navy SEALs era stato davvero propizio per il futuro di Obama, che sarebbe stato poi riconfermato alla Casa Bianca per il suo secondo mandato.

La settimana prima della cattura, il presidente americano era stato costretto a rendere pubblico il suo certificato di nascita dopo quasi tre anni di battaglie legali per impedirne la pubblicazione, a causa dell’insistenza del repubblicano Donald Trump. Si era infatti diffusa la teoria che Obama non fosse nato alle Hawaii ma – come raccontato dalla stessa nonna paterna Sarah Onyango ai giornalisti – a Mombasa, in Kenya. La tempistica “provvidenziale” del blitz ad Abbottabad suscitò numerose perplessità. Il capo dei servizi segreti iraniani dichiarò pubblicamente che si trattava di una montatura elettorale per far risalire il presidente USA nei sondaggi, perché bin Laden era morto da tempo… 0 meglio, lo sceicco era stato dato per morto già numerose volte.
Come spiego in “Governo Globale. La storia segreta del Nuovo Ordine Mondiale” (Arianna, 2013) era infatti la nona volta dal 2001 che un capo di Stato o un alto funzionario governativo annunciava ufficialmente la morte di bin Laden.

L’UOMO CHE MORI NOVE VOLTE
La FOX il 26 dicembre 2001 aveva rivelato che secondo i talebani afghani bin Laden era morto all’inizio del mese ed era stato sepolto in una tomba senza alcun contrassegno come prescritto dalla pratica dei sunniti wahabiti.
Il 17 luglio 2002 Dale Watson, all’epoca capo dell’antiterrorismo dell’FBI, aveva rivelato nel corso di una conferenza dei funzionari incaricati dell’applicazione della legge: «lo penso personalmente che bin Laden non sia più con noi», prima di aggiungere con cautela: «Non ho però alcuna prova per supportare questa mia affermazione». Lasciando però trapelare che forse qualche prova ce l’aveva eccome…
Nell’ottobre 2002 il presidente afghano Hamid Karzai dichiarò alla CNN: «Giungerei a credere che bin Laden probabilmente sia morto».
Nel novembre 2005 il senatore Harry Reid ha rivelato che gli era stato detto che bin Laden poteva essere deceduto nel corso del terremoto in Pakistan nell’ottobre dello stesso anno.
Nel settembre 2006 i servizi segreti francesi fecero trapelare un rapporto che suggeriva che bin Laden fosse stato ucciso in Pakistan. Il 2 novembre 2007, l’ex primo ministro pakistano, Benazir Bhutto, dichiarò all’inviato di Al Jazeera, David Frost che Omar Sheikh aveva giustiziato Osama bin Laden, come vedremo tra poco.
Infine, nel maggio 2009, il presidente del Pakistan, Asif Ali Zardari, ha confermato che le sue «controparti nelle agenzie dei servizi segreti americani» non erano venute a sapere più nulla su bin Laden negli ultimi sette anni, aggiungendo:
«Non penso che sia vivo». Mentre, secondo la nuova versione “ufficiale” americana, bin Laden avrebbe trovato rifugio proprio in terra pakistana… all’oscuro del governo e dei servizi segreti locali.
PER I SERVIZI SEGRETI FRANCESI AL QAEDA NON ESISTE PIÙ
I servizi segreti francesi sostengono dal 2010 che al-Qaeda non esiste più dal 2002. Lo aveva dichiarato il capo dei servizi segreti francesi al Senato della Repubblica francese, il 29 gennaio 2010.
Un anno e mezzo fa Allain Chouet, già capo della DGSE (Direction Générale de la Sécurité Ex- térieure, il controspionaggio francese) sostenne: «Come molti miei colleghi professionisti nel mondo, ritengo, sulla base di informazioni serie e verificate, che al-Qaeda sia morta sul piano operativo nelle tane di Torà Bora nel 2002 […] Sui circa 400 membri attivi dell’organizzazione che esisteva nel 2001, meno di una cinquantina di seconde scelte (a parte Osama bin Laden e Ayman al-Zawahiri, che non hanno alcuna attitudine sul piano operativo) sono riuscite a scampare e a scomparire in zone remote, vivendo in condizioni precarie e disponendo di mezzi di comunicazione rustici o incerti». E ha concluso: «Del resto appare chiaramente che nessuno dei terroristi autori degli attentati post 11 settembre (Londra, Madrid, Sharm el-Sheikh, Bali, Casablanca, Bombay, ecc) ha avuto contatti con l’organizzazione». Il colpo di coda è stata l’accusa diretta ai media di fomentare l’odio verso i musulmani. In questo senso al-Qaeda appare sempre più come lo spauracchio evocato da governi o giornalisti quando occorre per giustificare una “guerra infinita” in Medio Oriente che è costata agli USA 2.000 miliardi di dollari, ma che è sempre più necessaria per accaparrarsi le risorse energetico-petrolifere del Nord Africa, cercando di battere sul tempo la Cina.



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