Pensione e assegno sociale 2019: aumento età pensionabile e beneficiari



Sono in arrivo delle novità riguardanti l‘assegno sociale 2019 ovvero quella prestazione economica che viene erogata a domanda e dedicata a tutti i cittadini italiani e stranieri che si trovano a vivere in condizioni economiche disagiate e con dei redditi che sono inferiori a quelle che sono le soglie previste annualmente dalla legge. Nel 1996 c’era la cosiddetta pensione sociale che poi è stata sostituita proprio dall’ assegno sociale. Questo come abbiamo già anticipato, è rivolto non soltanto i cittadini italiani, ma anche a quelli stranieri comunitari che risultino iscritti all’anagrafe del comune di residenza e anche a tutti i cittadini extracomunitari rifugiati titolari di protezione sussidiaria che siano in possesso di permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo. Si tratta ovviamente di un aiuto e di una prestazione economica e quindi per questo motivo a definire la platea dei beneficiari è la fascia di reddito di appartenenza.



Le novità di cui vogliamo parlarvi oggi, riguardano proprio l‘assegno sociale 2019 e nello specifico il fattore anagrafico, che è uno dei punti più importanti del messaggio INPS numero 4570 del 6 dicembre 2018. Secondo quanto emerso da questa nuova comunicazione dell’INPS, a partire dal primo gennaio 2018 per poter ottenere un assegno sociale l’età minima prevista dovrà essere pari a 66 anni e 7 mesi. A partire dal primo gennaio 2019 il requisito minimo invece previsto sarà pari a 67 anni e la soglia di età, quindi si può vedere come sia soggetto ad un innalzamento dei requisiti anagrafici e si tratterebbe però dell’ultimo scatto che sarà l’effetto dell’ adeguamento dei requisiti all’incremento della speranza di vita, con decorrenza proprio a partire dal 2019, sta finendo un innalzamento, come già sappiamo di 5 mesi.

Non si tratta di certo dei primi cambiamenti al riguardo, visto che già una volta erano cambiati i requisiti anagrafici per potere richiedere l’assegno sociale e infatti dai 65 anni prima del 2013 si era passati dal primo gennaio 2013 ai 65 anni e 3 mesi nel 2016 e poi passati a 65 anni e 7 mesi. Nel 2018 poi si è ancora passati a 66 anni e 7 mesi e nel 2019 e si passerà a 67 anni. Ovviamente l’innalzamento di questi requisiti anagrafici non possono non portare delle conseguenze. A partire dal primo gennaio 2019, il requisito anagrafico minimo per poter conseguire l’assegno sociale sostitutivo della pensione di inabilità civile e dell’assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali nonché l’assegno sociale sostitutivo della pensione non reversibile sordi, sarà innalzato di 5 mesi e quindi l’età richiesta per poter accedere a queste prestazioni sarà pari a 67 anni rispetto ai 66 anni e 7 mesi previsti per il tutto il 2018.

Nella nota dell’INPS Si sottolinea ancora come tutti i colori quali compiono l’età prevista dalla normativa attualmente vigente, entro il 31 dicembre e dunque 66 anni e 7 mesi a prescindere da quando è stata presentata l’istanza di assegno sociale, si potranno considerare ultrasessantacinquenni. Di conseguenza, questi soggetti saranno titolari del requisito anagrafico, nonostante non abbiano ancora compiuto 67 anni previsti a partire dal 2019 qualora presentino la domanda di assegno sociale successivamente, mentre qualora richiedono il riconoscimento dell’invalidità civile nel corso del 2019 prima di avere compiuto 67 anni in caso di accoglimento della domanda conseguiranno la condizione di invalidi ultrasessantacinquenni per cui sarà preclusa la possibilità di poter richiedere la pensione di inabilità e assegno mensile di assistenza di cui agli articoli 12 e 13 della legge 30 marzo 1971 numero 118, nonché la pensione ai sordi di cui all’articolo 1 della legge 26 maggio 1970 n 381.



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