Pensioni Opzione Donna ultime notizie, requisiti e beneficiari



Opzione Donna , viene chiamata anche regime sperimentale donna – è un sistema che prevede l’opportunità per le lavoratrici del settore pubblico e privato di andare in pensione in anticipo. Questo è però concesso a patto di accettare un assegno calcolato interamente con il sistema contributivo.



Opzione Donna è stato introdotto con la legge Maroni (n.243/04) per poi essere ripreso ed inserito sia nella legge Fornero che nella manovra di Bilancio 2017. Per quanto riguarda una sua proroga anche nel 2019, essa è stata inserita nel testo della manovra ma si attendono ancora conferme ufficiali.

Non si sa ancora che cosa effettivamente il governo deciderà in tema di pensioni. Al momento è soltanto certa l’introduzione di quota 100, anche se non è stata ancora ufficializzata la misura e non si conoscono bene i termini. Ad ogni modo, si parla anche della proroga di opzione donna e della volontà così di voler bloccare l’avanzamento di 5 mesi dell’ aspettativa di vita. Per giuste motivazioni, ovvero mancanza di coperture economiche, è stata rimandata la cosiddetta Quota 41, la quale potrebbe arrivare soltanto nel 2021, al posto di Quota 100. Cerchiamo di procedere con ordine e di capire bene quale potrebbe essere la situazione per il prossimo anno. Per avere l’ufficialità di quelle che sono le misure, bisognerà attendere l’apposito decreto e soltanto qualche settimana fa è stata approvata la nota di aggiornamento al DEF.

Questo è un documento piuttosto importante, nel quale sono state stilate quelle che sono le priorità dell’agenda di Governo e che daranno atto effettivamente al programma del Governo del cambiamento, tanto voluto dal Movimento Cinque stelle e Lega Nord. In questo documento è stato previsto anche lo stanziamento dei 6,7 miliardi di euro per poter superare la tanto odiata legge Fornero. La manovra avrà un impatto complessivo di ben 40 miliardi di euro e sono stati confermati anche 7 miliardi di euro da impiegare nelle misure previdenziali. Ma quali sono le misure previste per il 2019? Tra queste non possiamo non parlare di Opzione Donna.

Questa misura è rivolta essenzialmente alle donne che abbiano maturato dei requisiti ben specifici, ovvero un requisito contributivo di 35 anni ed un requisito anagrafico di 58 anni o 59 anni a seconda che si tratti di una lavoratrice autonoma o dipendente. Una volta maturati questi requisiti, l’attesa per la liquidazione dell’assegno pensionistico è rispettivamente di 12 e 18 mesi. Il metodo di calcolo utilizzato per questa misura è quello contributivo, che viene definito svantaggioso proprio perché si basa su contributi accreditati piuttosto che sulla media degli stipendi o redditi, ovvero il cosiddetto metodo retributivo. Nonostante, ad ogni modo, il calcolo della pensione sia sottoposto a variabili diverse, nel caso di Opzione Donna si parla di un taglio sull’assegno del 25-30%.

Le lavoratrici che abbiano, dunque, maturato i requisiti richiesti potranno andare in pensione con Opzione Donna anche sin da subito. Da una stima, i costi per potere proroga opzione donna fino al 31 dicembre 2019, considerando una platea di beneficiari pari al 100% degli aventi diritti saranno i seguenti opere 300 milioni nel 2019 e 770 milioni Nel 2020. La proroga di opzione donna potrebbe garantire, comunque nel medio termine circa 23 miliardi di euro di risparmi da poter utilizzare la proficuo sopporto del sistema previdenziale delle future generazioni.



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