Pensioni ultime notizie oggi, Fornero contro il governo: “Operazione vigliacca”



Ai microfoni di InBlu Radio, l’ex ministro attacca, senza usare giri di parole, l’esecutivo gialloverde:



“La scommessa di mandare in pensione i lavoratori più ’anzianì per far entrare i giovani non ha funzionato in passato, non funziona negli altri Paesi e non si capisce perchè oggi dovrebbe funzionare”. Poi, dopo aver smontato la riforma voluta dal governo, arriva l’affondo:

“La personalizzazione delle campagne elettorali contro la mia persona – ha risposto l’ex ministro – è un’operazione cinica e vigliacca della politica. Io non parlo mai delle mie personali sofferenze però questo metodo è da politica vigliacca pronta a tutto per occupare il potere. Il governo precedente aveva avviato l’Ape social e volontaria. Erano due innovazioni che cercavano di introdurre un pò di flessibilità nel pensionamento badando soprattutto a chi lavora in condizioni di maggior disagio mettendo i costi di questo anticipo a carico della collettività, come è giusto, e dicendo ad altre persone ’se proprio vuoi andare in pensione e non sei in condizione di necessità l’anticipo te lo paghì. Questa era un’innovazione intelligente. Questo governo invece non fa una riforma ma una controriforma. Si poteva continuare con la precedente riforma ma ci sarebbe voluta una cosa che manca alla politica: l’onestà dell’intelligenza”.

Un attacco durissimo quello della Fornero che di fatto tenta di screditare il nuovo sistema previdenziale voluto dalla Lega esaltando addirittura quello introdotto da Renzi. “Mi sembra che il governo – ha aggiunto la Fornero – manchi il punto centrale. Le riforme si possono correggere. Se la politica avesse spiegato la riforma l’avrebbe potuto aggiustare con calma. Quando si parla in maniera pacata, chiara e non tecnica le persone capiscono. Magari non sono contente ma capiscono. Se invece si alimenta la loro rabbia è un grosso guaio”.

La campagna elettorale 2018 in molti la ricordano, Matteo Salvini a proposito della riforma delle pensioni torna a ribadire alcuni concetti. Stando a quanto afferma il leader della lega, il ritorno alle quote si può fare. Nel dettaglio qual recente quota 100 e quota 41 devono entrare a tutti i costi per abrogare la legge Fornero.

Pensioni ultime notizie oggi: annullare la legge Fornero

“Abbiamo firmato un patto, sulle pensioni c’è scritto nel programma azzeramento della Fornero, anche Berlusconi l’ha firmato”. Lo ha dichiarato Matteo Salvini ieri alla radio dopo che le dichiarazioni di Berlusconi a favore dell’Europa hanno fatto vacillare il patto. Nel dettaglio ha spiegato “chi dice che la Fornero non si tocca fa il male dell’Italia e dei ragazzi che non trovano lavoro”. Infatti “La proposta della Lega è quello di consentire il ritiro dal lavoro “con 41 anni di contributi o con quota 100 tra età e contributi”, ho concluso il segretario.

Matteo Salvini ancora una volta in tv, sulla sette al programma Dimartedi è intervenuto in un collegamento esterno pronunciandosi sua Elsa Fornero: “Aspetto di confrontarmi in studio con Elsa Fornero e abbracciarla”, inviando quindi un segnale distensivo dopo le tensioni del passato. “Salvini si sta travestendo da agnello, ma rimane un lupo” il commento pochi minuti dopo a caldo della diretta interessata.

Pensioni notizie oggi: Quota 100 e Quota 41 si fanno

A proposito delle quote Salvini ha detto “Voglio restituire ai pensionati quegli aumenti che la Legge Fornero ha cancellato ingiustamente.” Poi il segretario ha spiegato “Dopo 41 anni di contributi visto che è sufficiente per qualche anno di meritata pensione”. La Quota 100 e la Quota 41 permettono anche il ricambio generazionale e sono a favore dei giovani. “quei posti di lavoro verranno occupati da ventenni che diversamente al momento sono costretti a scappare all’estero” ha concluso.

“Se non ci fosse stata la riforma delle pensioni attuata con la legge Fornero nel 2011 l’Italia avrebbe fatto la fine di Grecia, Portogallo e Irlanda”. Lo ha dichiarato l’economista Lucrezia Reichlin, primadel Forum Internazionale di Conftrasporto.

“Stabilire dei meccanismi causali è complicato e dunque stabilire se” alcuni dei problemi del Paese “sono colpa della riforma Fornero” non è possibile – spiega l’economista. “Quindi, quando si sostiene che la Fornero sia stata un disastro, si deve pensare allo scenario alternativo, quale altra traiettoria sarebbe stata possibile. In quel momento l’Italia (in crisi di liquidità, ndr) sarebbe dovuta andare in quel programma (l’assistenza finanziaria dell’Europa e Fondo monetario internazionale, la famosa Troika, ndr)”.

Che cosa è la Troika

Agitando lo spettro della Troika i detrattori delle misure economiche progettate dal Governo Conte vanno a rievocare i piani di salvataggio dei paesi all’interno della zona euro che in seguito alla grande recessione videro una crisi del debito pubblico: la Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale concessero linee di credito esigendo in cambio l’istituzione di politiche di austerità a tutela dei propri prestiti.

Nel 2011 Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna vennero accumunati  dagli investitori finanziari con l’acronomio PIGS per indicare i  Paesi dell’eurozona in crisi da debito sovrano. Benché la situazione greca sia sempre stata la più grave, il Portogallo appariva come il secondo anello più debole dell’eurozona.

Pensioni Quota 41, Salvini confessa che il Governo… Pensioni news

Pensioni, sempre pensioni. Tema caldissimo. Matteo Salvini ha sottolineato come il Governo non ha la ‘bacchetta magica’ e se quota 100 va avanti a tutta (ma addio cumulo), Quota 41 subirà un rinvio. Non che la notizia sia clamorosa e spiazzante: come Affaritaliani.it ha spiegato in queste ultime settimane, era chiaro che la priorità nel 2019 sarebbe stata quota 100. Ora il leader della Lega e vicepremier, non volendo illudere nessuno, spiega chiaramente: ‘Abbiamo 5 anni davanti l’obiettivo è quello di arrivare ai 41 anni di contributi e dare la possibilità a chi ha cominciato a lavorare da giovanissimo, per esempio a 17 anni, di poter accedere alla pensione a 58 anni’. Insomma, si parte con la riforma pensioni quota 100 (senza dimenticare le pensioni di cittadinanza), poi tra un anno il governo Lega-M5S farà nuovi passi importanti per aiutare centinaia di migliaia di persone a uscire dal mondo del lavoro e altrettante contestualmente a trovare un impiego.

Pensioni, 750mila assegni sono pagati da più di 37 anni. Pensioni news

All’1 gennaio 2018 risultano in pagamento presso l’Inps ben 758.372 prestazioni pensionistiche

Pensioni Quota 100: nuovo paletto? Ecco quale. Pensioni news

Pensioni, spunta un nuovo paletto, ma siamo ancora alle ipotesi sulla Quota 100. Matteo Salvini nei giorni scorsi parlava di quota no limits, senza paletti. Ma qualche logica limitazione ci sarà. E’ nota quella dei 38 anni di contributi (62+38 si può, 63+37 no ad esempio).

Pensioni, dopo quota 100 si è aperto il fronte di quota 41. Pensioni news – Uil, 41 anni contributi a prescindere da eta’

Quota 41 è un fronte in tema di pensioni ora tiepido, ma destinato a diventare bollente dopo la definizione di quota 100 (su cui Salvini nelle scorse ore ha sottolineato che non ci saranno paletti). Anzi, c’è già chi apre la discussione. Secondo Domenico Proietti, segretario confederale Uil La prossima legge di Bilancio deve continuare a cambiare profondamente la legge Fornero, introducendo una piena flessibilita’ di accesso per tutti i lavoratori tra i 62 ed i 63 anni. In quest’ottica 41 anni di contributi pensionistici “devono bastare per andare in pensione a prescindere dall’eta’;

Pensioni ultime notizie, vinti e vincitori con l’ultima riforma pensioni

Ci sono vinti e vincitori in quest’ultima manovra per le pensioni? Ecco le ultime notizie su tutti i provvedimenti introdotti dal governo lega movimento cinque stelle messi in atto per la prossima manovra finanziaria.

Se verrà applicata l’ipotesi di inserire quota 100 questa manovra, la somma fissa di età pensionabile a 62 anni con relativi contributi di 38, nel 2019 possono andare in pensione addirittura i nati nel 1957 che hanno iniziato la loro vita lavorativa 24 anni ovvero all’inizio degli anni 80.

Tuttavia, gli individui che avranno i requisiti indicati nel 2019 saranno loro a beneficiare dell’operazione: infatti, potranno anticipare di cinque anni rispetto le condizioni attuali della legge Fornero che prevede la pensione di vecchiaia 67 anni dal 2019. Va bene anche per chi è nato nel 56 anticipando quattro anni di pensione, 55 tre, nel 54 due tutti coloro che sono 53 un solo anno.

Ovviamente, sempre coloro raggiungano i 38 anni di contributi, è logico che se la somma dovesse scendere a 36 anni i conti cambieranno per tutti.

Quota 100

La cosiddetta quota 101 sorta di mix per andare in pensione che si basa solamente tra l’età anagrafica e gli anni di contributi. In poche parole, l’attuale misura rivolta a tutti coloro che hanno una situazione di cui la somma tra la proprietà il numero di anni contributi versati, via la somma di 100.

Son dall’ultimi rumour che trapelano, la legge approvata dal consiglio dei ministri dice che può usufruire di questa misura che abbia compiuto almeno 62 anni. Questa è la soglia minima con il quale Matteo Salvini prevede il rilancio dello Stato pensionistico italiano.

Un grande passo avanti a differenza di quanto prevedeva il governo all’inizio, ossia, 64 anni di età. Quindi, per usufruire della quota 100 basta avere 62 anni d’età e 38 di contributi versati, o in alternativa 63 anni e 37 di contribuzione e così via.

Pensione di vecchiaia nel sistema retributivo

È il pensionamento “tipo”, valido per chi poteva far valere almeno un contributo accreditato prima del 1996. Richiede il raggiungimento congiunto di 2 requisiti, quello anagrafico e quello contributivo. Mentre il requisito contributivo, salvo qualche particolare eccezione, è fissato in 20 anni di versamenti, pari a 1040 settimane, quello anagrafico, nell’anno 2018, è stabilito, senza più alcuna differenza tra uomini e donne e tra “autonomi” o dipendenti, in 66 anni e 7 mesi

Una volta raggiunti ambedue i requisiti si può andare in pensione dal mese successivo. Si deve cessare l’attività da lavoro dipendente e la pensione è calcolata con il sistema retributivo o misto, a seconda se si fossero raggiunti o meno entro la fine del 1995, 18 anni di contributi accreditati.

Pensione di vecchiaia nel sistema contributivo

È il tipo di pensione che riguarda coloro che non possono far valere neppure un contributo prima del 1° gennaio del 1996. Come per la pensione di vecchiaia del sistema retributivo, occorre anche qui, maturare congiuntamente i 20 anni di versamento e l’età pensionabile che è fissata, senza più alcuna differenza tra uomini e donne e tra “autonomi” o dipendenti, in 66 e 7 mesi. Ma c’è un’altra condizione: per i soli destinatari del sistema contributivo puro, l’accesso a pensione è consentito soltanto qualora, in aggiunta ai suddetti requisiti anagrafici e contributivi, risulti soddisfatta anche la condizione dell’importo della pensione che deve essere pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale (circa 679 euro). Se non si hanno 20 anni di versamento oppure la pensione maturata è inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale si va in pensione a 70 anni e 7 mesi e con soli 5 anni di contributi. Il calcolo della pensione è fatto con il sistema contributivo.

Pensione di vecchiaia in regime di totalizzazione

Chi ha periodi accreditati in diverse gestioni previdenziali (Inps, ex Inpdap, Casse per i liberi professionisti, ecc….) può ottenere un unico trattamento pensionistico, chiamato “pensione di vecchiaia in totalizzazione”. Occorre avere almeno 20 anni complessivi di versamenti ed aver compiuto, nel 2018, almeno 65 anni e 7 mesi di età ma, una volta raggiunti ambedue i requisiti, la decorrenza della pensione è fissata dal 19° mese successivo. Il calcolo della pensione è, di norma, effettuato con le regole del sistema contributivo. Salvo particolari casi, il “cumulo contributivo” – di cui parleremo più avanti – ha reso assai poco appetibile questo tipo di trattamento pensionistico.

Pensione di vecchiaia in totalizzazione con paesi esteri

Chi ha versamenti previdenziali in paesi dell’Unione Europea o in quelli che hanno sottoscritto convenzioni con l’Italia, per ottenere la pensione di vecchiaia, beneficia di un riconoscimento gratuito del lavoro svolto nei paesi esteri. C’è, però, un’importante peculiarità: il periodo di lavoro all’estero viene valutato esclusivamente ai fini del diritto alla pensione, e non per determinarne l’importo. Ciò significa che, per esempio, se un lavoratore è stato assicurato in Germania per 3 anni di lavoro svolti come dipendente e ha in più 17 anni di contributi in Italia, una volta compiuta l’età pensionabile dei 66 anni e 7 mesi, matura regolarmente la pensione di vecchiaia, avendo cumulato 20 anni di contributi, tutto compreso. La pensione “in pagamento” sarà però determinata soltanto con i 17 anni versati in Italia, mentre la Germania riconoscerà la quota corrispondente ai 3 anni secondo le norme interne del Paese e al compimento dell’età pensionabile vigente in Germania. Per quanto attiene al sistema di calcolo, i contributi esteri valgono anche per stabilire il metodo di calcolo da applicare: retributivo, misto o contributivo.

Pensione di vecchiaia per le lavoratrici dipendenti nate nel 1952

Il comma 15 bis dell’articolo 24 della Legge 214/2011 (cioè la Riforma Fornero) prevede una agevolazione per le lavoratrici dipendenti nate da aprile a dicembre del 1952 e che possono far valere, al 31 dicembre del 2012, almeno 20 anni di versamenti. In questi casi la pensione di vecchiaia si matura con uno “sconto” rispetto alla normale età pensionabile ovvero a 64 anni e 7 mesi di età. La pensione è calcolata con il sistema retributivo o misto, a seconda se si fossero raggiunti o meno entro la fine del 1995, 18 anni di contributi accreditati. Inizialmente questa deroga era riservata solo a chi era al lavoro, come dipendente alla data del 28 dicembre del 2011. Successivamente, però, la deroga è stata ampliata ed ha riguardato anche le lavoratrici dipendenti del settore privato che al 28 dicembre 2011 fossero prive di occupazione, avessero avviato attività di lavoro autonomo oppure fossero divenute, nel frattempo, dipendenti del settore pubblico, a condizione, però, avessero maturato i 20 anni di versamento con i soli contributi versati come dipendente del settore privato.

Pensione di vecchiaia in regime di “cumulo”

La Legge 228/2012, aggiornata con le disposizioni contenute nella Legge di Bilancio per il 2017 (è la n.232/2016), ha previsto un’ulteriore possibilità di mettere insieme la contribuzione “frammentata” ovvero quella versata in più gestioni assicurative. Il “cumulo contributivo” (è questo il termine tecnico utilizzato per contraddistinguere questa opportunità) consente ai lavoratori iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e superstiti dei lavoratori dipendenti e degli autonomi, a quelli iscritti alla Gestione Separata oppure alle forme sostitutive ed esclusive della medesima nonché, dal 2017, alle Casse di Previdenza dei liberi professionisti di cumulare tutti i periodi non coincidenti ai fini del conseguimento della pensione di vecchiaia.

È necessario aver compiuto l’età pensionabile, occorrono 20 anni complessivi di versamenti e non è più richiesta la condizione di non aver raggiunto il requisito contributivo in nessuno dei fondi interessati. La pensione è calcolata con il meccanismo del “pro quota” ovvero il metodo secondo il quale ognuna delle Gestioni interessate liquida la parte di propria competenza con le regole specifiche della Gestione.

Le cose si modificano se, per maturare il diritto alla pensione di vecchiaia, concorrono i contributi versati in una Cassa di Previdenza dei Liberi professionisti. In questo caso se i requisiti per la prestazione di vecchiaia nella Cassa Professionale sono superiori a quelli vigenti nell’Inps (o negli altri fondi pubblici), quest’ultimo erogherà subito la propria quota mentre per quella maturata nella cassa professionale occorrerà attendere i requisiti anagrafici e contributivi per la prestazione di vecchiaia previsti dall’ordinamento della cassa in questione.

La pensione sarà comunque unica sebbene composta da distinte quote di pensione a seconda del numero degli enti previdenziali interessati.



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