Per recuperare 400 euro sgozza la vicina 85enne



Quei due nomi incisi sulle fedi nuziali, Emma e Alfio e la data lontana delle loro nozze, ha insospettito l’impiegata del negozio Compro Oro di Falconara. La donna aveva letto sul giornale del delitto di Chiaravalle, avvenuto lo scorso 17 luglio, qualche giorno prima dell’acquisto degli anelli. La commerciante si ricordava bene il nome della vittima, EmmaGrilli di 85 anni, uccisa a coltellate in cucina e ritrovata cadavere poco dopo da Alfio, il marito novantenne. Allora ha preso il telefono e ha chiamato i carabinieri di Ancona. Ha parlato con il colonnello Stefano Caporossi e ha raccontato ciò che sapeva: «Un uomomi ha venduto le fedi e due ciondoli e una collana in oro bianco. Li ho pagati400 euro. In negozio ho la fotocopia della carta d’identità del cliente ».



L’impiegata delComproOro è stata determinante nel risolvere il caso e in manette è finito Maurizio Mariangeli, 57 anni, disoccupato, affetto da ludopatia, vicino di casa di Emma Grilli e Alfio Vichi. Su di lui già c’erano sospetti: «I suoi ricordi – spiegano i carabinieri – riguardo il giorno del delitto, presentavano lacune e contraddizioni ed erano stati smentiti da altri condomini del palazzo dove è avvenuto l’omicidio». La testimonianza della commerciante di Falconara e il riconoscimento delle fedi da parte dell’anziano marito della vittima, hanno chiuso il cerchio e il disoccupato di Chiaravalle è stato arrestato. Di fronte al procuratore di Ancona Irene Bilotta e al suo sostituto Paolo Gubinelli, l’uomo non ha confessato: «Quegli anelli – ha detto – li ho trovati nel cassonetto della spazzatura vicino casa, non sapevo a chi appartenessero ».

LA COMUNITÀ DI RECUPERO Solo qualche mese fa Mariangeli aveva abbandonato una comunità di recupero per la dipendenza dal gioco. Aveva ripreso con il vizio che in passato gli era costato un patrimonio. Figlio unico, si era giocato le proprietà della famiglia ai videopoker e la moglie lo aveva lasciato. Con la signora Emma c’era un rapporto, ha spiegato il marito, «di buon vicinato» e il 17 luglio l’anziana signora non si era insospettita quando dallo spioncino della porta d’ingresso del suo appartamento aveva riconosciuto il vicino di casa che suonava il campanello. Secondo l’accusa, il delitto sarebbe stato pianificato. Mariangeli aveva atteso che Alfio Vichi uscisse dal palazzo per fare «il solito giro in bicicletta». Entrato nell’appartamento dei due pensionati, il killer avrebbe minacciato di morte la donna se non gli avesse indicato dove nascondeva i soldi, «alcune migliaia di euro in contanti – ha poi raccontato Vichi ai carabinieri – che dovevamo consegnare ad un impresario che ci aveva messo a posto la tomba di famiglia».Mariangeli sapeva di quei soldi: «Stupidamente lo avevo informato io – ha confessato il novantenne -, il giorno prima che uccidesse mia moglie. Ci trovavamo sul pianerottolo di casa, si stava discutendo di sport, lui mi ha confuso con la sua parlantina».

«CAPACE DI TUTTO» Dopo aver indicato dove si trovavano i risparmi, la donna è stata ripetutamente colpita con un coltello (l’arma non è stata trovata) al petto e alla gola. Ferite anche sulle mani, segno che la vittima ha cercato di difendersi. Dopo il delitto, Mariangeli, secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbe messo a soqquadro l’appartamento e si sarebbe portato via soldi e gioielli. Mercoledì scorso, quando il disoccupato era a piede libero, i carabinieri avevano effettuato una perquisizione nel suo appartamento. Sono stati sequestrati abiti, calzature, telefono cellulare e computer. Materiale che è stato inviato ai laboratori del Ris di Parma per essere analizzato. Poche parole e non certo per scagionarlo, sono state pronunciate dall’ ex moglie di Mariangeli sentita dai carabinieri: «Per il giocoMaurizio è capace di fare qualunque cosa. Sì, anche di uccidere».



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