Pressione: Le elevate temperature non sono certo una manna per chi ce l’ha alta


L’ipertensione arteriosa è ” definita anche “killer silenzioso”, poiché spesso non si manifesta con sintomi chiari ed evidenti, almeno all’inizio. È il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari nel mondo. Questa condizione tende a insorgere con l’aumento dell’età, ma non ne sono immuni i giovani, anzi: il 10% di loro è a rischio, soprattutto se sovrappeso.


Pericoli per il cuore «E bene tenere regolarmente monitorata la pressione in ogni fascia di età, per coglierne un eventuale aumento. La precocità della diagnosi, infatti, influenza la possibilità di ottenere una protezione completa contro il rischio di complicanze cardiovascolari. In chi è in terapia per l’ipertensione occorre controllare regolarmente il livello raggiunto con i farmaci per mantenere una protezione costante. Ciò vale anche in estate, perché il caldo influenza i livelli di pressione arteriosa», premette il professor Gianfranco Parati, direttore scientifico dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano e ordinario di Medicina cardiovascolare all’Università di Milano-Bicocca.

Le nuove linee guida

Un soggetto con valori di pressione sistolica di 120 mm Hg si può considerare normale. E chi avesse spontaneamente una pressione sistolica di 110 mm fig, sarebbe in condizioni ancora migliori, se tale condizione è ben tollerata. «Fino a poco fa si riteneva che il rischio cardiovascolare aumentasse al punto di giustificare un intervento terapeutico, anche farmacologico, in presenza di valori pari o superiori a 140 mm Hg per la sistolica (la “massima”) e/o pari o superiori a 90 mm Hg per la diastolica (la “minima”)», commenta l’esperto.

«Le linee guida europee presentate a Barcellona lo scorso giugno indicano ora, come obbiettivi ideali da raggiungere per sistolica e diastolica, valori uguali o appena inferiori a 130/80 mmHg», spiega il professor Parati. Valori tra 140/90 e 160/100 sono definiti ipertensione arteriosa di grado 1, tra 160/100 e 180/110 si ha un’ipertensione di grado 2 e oltre i valori di 180/110, si sale al grado 3. «Bisogna agire subito sullo stile di vita con l’adozione di abitudini sane e ritmi equilibrati. Una dieta che comporti un’assunzione di sale da cucina inferiore a 5-6 g al giorno, ricca di frutta e verdura e povera di grassi d’origine animale ha benefici sulla pressione. Analogo beneficio è dato da un’attività fisica regolare aerobica o mista (nuotare, camminare o andare in bicicletta) almeno 4-5 volte la settimana per 30-45 minuti», sottolinea l’esperto.

La cura appropriata deve essere ritagliata sul singolo paziente.I vari farmaci hanno meccanismi d’azione differenti: alcuni proteggono di più i reni, altri sono dilatatori arteriosi o possono ridurre la frequenza cardiaca se troppo elevata, altri ancora possono equilibrare la ritenzione idrica.

In estate va prestata qualche attenzione in più: può essere necessario rimodulare terapia e dosaggio, in collaborazione col medico. La pressione va poi misurata costantemente. In questa stagione è importante anche contrastare gli effetti del caldo. «Non state al sole nelle ore centrali della giornata. Limitate l’alcol e bevete circa 2 litri di acqua al giorno, lontano dai pasti», conclude il professor Parati.


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