Salvatore, il 19enne che nessuno vuole operare alla clavicola



Questo articolo in breve

Ho speranza perché chi la perde è morto“. Uno spintone, l’infortunio mentre gioca a calcio. E a Salvatore cambia la vita per sempre. E’ virale l’appello del 19enne milanese alla ricerca di un chirurgo che accetti di operarlo per le conseguenze di una grave lussazione alla clavicola che minaccia di bloccargli l’aorta. Tutto ha inizio il 2 maggio scorso “dopo essere stato spinto da dietro alle mie spalle ed essere caduto malissimo”, racconta, “ho subito una lussazione sterno claveare (destra)”, una lussazione “rarissima – spiega -, colpisce solo l’1% delle lussazioni totali, questa lussazione ha causato gravi conseguenze sul mio corpo, la spalla si è chiusa e la scapola dietro è completamente uscita”. Un danno che potrebbe potenzialmente avere conseguenze fatali per il ragazzo, che ora soffre di “problemi di respirazione e continui dolori legati alla postura e alla posizione anomala della clavicola”. L’osso, continua Salvo, si è “insaccato all’interno dello sterno, vicino all’arco aortico (a soli 7mm) e altri vasi sanguigni e strutture importanti”.



Un vero e proprio calvario che per il ragazzo, che sembra non finire mai: “Ho girato molti medici e ospedali a Milano e altre regioni, ma nessuno se la sente di fare questo intervento perché è rischiosissimo, oltre ad essere rarissimo, ci saranno 10 casi in tutta Italia”. Il rischio di morte, spiega Salvatore senza giri di parole, è “alto”, insieme a quello di “perdere la mobilità del braccio legati all’intervento, ma rimanere in queste condizioni essendosi posizionata la clavicola a soli 7 millimetri dall’aorta è altrettanto grave, in quanto basta un brutto colpo e ci rimango secco, non essendo salda in questa posizione”.

Un caso complicato che finora è sembrato impossibile trattare. Ma Salvatore non perde le speranze e decide di divulgare sui social la sua storia, in attesa che finalmente qualcuno si faccia avanti: chiede aiuto il calciatore, sperando “che arrivi qualcuno che ha subito questo tipo di infortunio ed è riuscito a risolverlo o qualche medico/chirurgo che per caso ha operato questo tipo di caso, o qualcuno di importante che mi aiuti a diffondere il messaggio… dato che non le mie forze e quelle della mia famiglia non riusciamo a trovare soluzioni dopo aver cercato tanto…”.

La maggior parte delle operazioni alla spalla sono interventi cosiddetti elettivi e quindi pianificabili secondo le esigenze del paziente e la disponibilità delle sale operatorie e del chirurgo. Secondo l’intervento da eseguire il trattamento chirurgico può essere effettuato in day hospital, in modo ambulatoriale, oppure con una breve degenza di pochi giorni. Visita pre Visita pre-operatoria: prima di qualsiasi intervento chirurgi -operatoria: prima di qualsiasi intervento chirurgico il paziente o il paziente è o il paziente è sottoposto sottoposto sottoposto a un controllo presso il medico anestesis controllo presso il medico anestesis medico anestesista  il quale, previa valutazione della situazione clinica previa valutazione della situazione clinica previa valutazione della situazione clinica generale del paziente, della presenza di allergie o generale del paziente, della presenza di allergie o intolleranze a farma intolleranze a farmaci, d elle indagini ci, delle indagini diagnostiche già eseguite (esempio esame del sangue, elettrocardiogramma, risonanza magnetica ecc) proporrà al paziente il tipo di anes magnetica ecc) proporrà al paziente il tipo di anestesia di anestesiapiù adatta più adatta più adatta.

Dopo l’intervento è necessario fare un controllo della ferita recandosi dal proprio medico curante. I punti utilizzati per chiudere la ferita possono essere riassorbibili oppure no. L’inabilità lavorativa in genere è stimata intorno a due settimane, successivamente è consigliabile recarsi dal proprio medico curante per ulteriori controlli. Il giorno della dimissione dall’ospedale il paziente riceverà dal personale sanitario tutte le informazioni necessarie alla continuazione della cura presso il domicilio. In particolare riceverà la data del controllo postoperatorio, la lettera di uscita da consegnare al proprio medico curante, la ricetta medica per la terapia analgesica, la prescrizione per la fisioterapia da eseguire ambulatorialmente.

Gli interventi alla spalla sono eseguiti in tecnica aperta, mini-invasiva o in artroscopia secondo la patologia da trattare. La chirurgia artroscopica consente di operare all’interno delle articolazioni attraverso 2 – 4 piccoli fori evitando ampie incisioni. In questo modo, abbiamo la possibilità d’ispezionare e visionare direttamente l’interno delle articolazioni mediante l’uso di microscopi di piccole dimensioni (gli artroscopi), che amplificano le immagini in modo da aumentare l’accuratezza diagnostica e di fotografare l’interno delle articolazioni durante l’intervento chirurgico . Grazie a questa tecnica non è più necessario praticare grandi aperture per accedere alla parte da operare, quindi si tratta di una tecnica mini-invasiva (le incisioni sono tra i 5 e i 10 mm). Spesso per questi interventi sono usate delle “mini viti” che sono fissate nell’osso con dei fili attaccati . Alcuni interventi invece devono essere eseguiti in tecnica tradizionale “aperta”, come ad esempio la chirurgia protesica.

La decisione se utilizzare la tecnica artroscopica o quella tradizionale aperta è di competenza del chirurgo in base alla patologia da trattare. Indipendentemente dalla tecnica, le operazioni alla spalla sono eseguite con una procedura combinata di anestesia totale e loco-regionale (anche se teoricamente possibile, è sconsigliato eseguire questi interventi esclusivamente in anestesia locale).

La spalla è composta da tre ossa che si articolano tra loro: scapola scapola scapola, clavicola clavicola clavicola e omero (figura 3). Quest’unità è congiunta alla gabbia toracica, attraverso strutture muscolari e legamentose . Tra la clavicola e la scapola si trova l’articolazione acromio l’articolazione acromio articolazione acromion-claveare rivestita da legamenti e da una capsula, all’interno della quale vi è un disco fibrocartilagineo simile a un menisco nel ginocchio. La mobilità dell’articolazione acromion-claveare è relativamente modesta e le principali problematiche di questa regione sono l’artrosi e l’instabilità. Un persistente sovraccarico causa il logoramento della cartilagine e del disco. L’articolazione si gonfia e si formano osteofiti ossei, che possono generare lesioni della cuffia dei rotatori. Inoltre, in seguito a lussazioni acromion-claveari può residuare un’instabilità a volte molto fastidiosa.

Tra l’omero e la scapola vi è l’articolazione gleno-omerale. Per la maggior parte dei pazienti, quest’articolazione è sinonimo di spalla. Per permettere l’ampia mobilità di quest’articolazione, la testa dell’omero è più grande rispetto alla piccola cavità articolare composta dalla glena. In aggiunta, per stabilizzare meglio l’articolazione, un anello circolare chiamato labbro (labrum) contorna la glena, ampliando il diametro dell’articolazione.



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