Ci incontrammo nel mio ultimo anno di università. Doveva essere solo un’avventura, nulla di più. Eppure, lui volle rivedermi. Iniziò a mostrare un interesse per me che nessuno aveva mai dimostrato prima, e senza quasi rendermene conto, mi ritrovai a innamorarmi perdutamente.
Per me, uomo gay, costruire una relazione vera è sempre stato difficile: spesso mi sentivo fuori posto, come se non appartenessi a quel mondo. Con lui, invece, mi sentivo al sicuro. Ho provato un amore più forte e profondo di qualsiasi altro nella mia vita.
Ci siamo detti “ti amo” al terzo mese. Al settimo, abbiamo preso un appartamento insieme. All’inizio tutto sembrava perfetto, ma poi, lentamente, le cose cambiarono. La nostra intimità svanì: è passato più di un anno dall’ultima volta. Iniziò anche a essere diverso con me, meno gentile. Non urla, niente di eclatante, ma piccoli commenti taglienti sul mio aspetto, sulla mia intelligenza. Osservazioni sottili che, giorno dopo giorno, mi consumavano. Alla fine smise anche di cercare il contatto: niente più coccole, niente più mani intrecciate.
Poi, qualche mese fa, conobbe un amico, un ragazzo trans, e iniziò a parlare spesso di quanto fossero “fighi” i ragazzi trans, di quanto lo affascinassero. Gli chiesi chiaramente se tra loro ci fosse qualcosa. Mi disse di no, e in quel momento gli credetti.
Fino a qualche giorno fa. La costante mancanza di affetto e attenzione aveva finalmente raggiunto il limite. Lo feci sedere e misi fine alla nostra storia. La conversazione sembrò civile, quasi amichevole. Avevo una sola, semplice richiesta: non parlarmi di altre persone che avrebbe frequentato e, soprattutto, non portare nessuno nell’appartamento che ancora dividevamo.
Giovedì ero a una festa, ma mi sentivo a pezzi e decisi di tornare a casa prima. Quando entrai, li trovai insieme. Lui e il suo “amico”. Nel nostro letto.
Scoprii così che tra loro era una storia seria, iniziata poco dopo essersi conosciuti, e che ora erano innamorati e in una relazione vera e propria.
Qualcosa, dentro di me, si è spezzato. Lo ammetto: nonostante tutto, provo ancora qualcosa per lui. Ma lui mi ha confessato di volermi lasciare da quasi un anno, trattenuto solo dall’impossibilità economica di permettersi un’altra casa. E ora, il colpo finale: mi ha chiesto se posso continuare a vivere con lui per altri due mesi, il tempo di mettere da parte i soldi per andarsene.
So perfettamente che dovrei dire di no. Ma c’è una parte di me, ostinata e ferita, che lo ama ancora. E ho paura che, se ne parlo con qualcuno nella vita reale, verrei giudicato come un illuso, un incapace, un imbarazzo.
Quindi sì, è stata una settimana orribile. E ancora non so davvero cosa farò.



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