Sergio Marchionne: l’operazione alla spalla e i “polmoni aggrediti”, tante ipotesi e poche conferme



Restano stabili le condizioni di Sergio Marchionne, ricoverato da fine giugno in una clinica a Zurigo, dove ha subito un intervento chirurgico. Il 21 luglio è giunta la notizia dell’abbandono anticipato del gruppo Fca, che il manager ha guidato per 14 anni.
Al termine dei cda che hanno nominato i successori di Marchionne alla guida di Fca, Cnh e Ferrari, una nota del gruppo ha comunicato “con profonda tristezza che in settimana sono sopraggiunte complicazioni inattese durante la convalescenza post operatoria, aggravatesi ulteriormente nelle ultime ore. Per questo motivo il dottor Marchionne non potrà riprendere la sua attività lavorativa“.



L’UniversitätsSpital mantiene il più stretto riserbo mentre i media attendono all’esterno del polo ospedaliero: non sono previsti bollettini medici o note ufficiali. Il manager è stato ricoverato nel polo di eccellenza per un intervento alla spalla destra che prevedeva poi una breve convalescenza: la situazione è precipitata e le sue condizioni si sono aggravate tanto da essere definite irreversibili. Sulle cause al momento solo tante supposizioni, senza conferme ufficiali.

L’avvocato Franzo Grande Stevens, da sempre molto vicino alla famiglia Agnelli e amico di Marchionne, ha ricordato “incapacità” dell’ex a.d di Fca “di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette“, parlando del fatto che “i suoi polmoni erano stati aggrediti“: parole che fanno riflettere ma su cui non si ha alcuna certezza ufficiale.

John Elkann, sempre al fianco del manager in questi anni, si è detto “profondamente addolorato per le condizioni di Sergio. Si tratta di una situazione impensabile fino a poche ore fa, che lascia a tutti quanti un senso di ingiustizia. Quello che mi ha colpito di Sergio fin dall’inizio, quando ci incontrammo per parlare della possibilità che venisse a lavorare per il Gruppo, più ancora delle sue capacità manageriali e di una intelligenza fuori dal comune, furono le sue qualità umane, la sua generosità e il suo modo di capire le persone. Negli ultimi 14 anni, abbiamo vissuto insieme successi e difficoltà, crisi interne ed esterne, ma anche momenti unici e irripetibili, sia dal punto di vista personale che professionale. Per tanti Sergio è stato un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile. Per me è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e soprattutto un amico. Ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare, spesso anche in modo non convenzionale, agendo sempre con senso di responsabilità per le aziende e per le persone che ci lavorano“. “Le transizioni che abbiamo appena annunciato, anche se dal punto di vista personale non saranno prive di dolore, ci permettono di garantire alle nostre aziende la massima continuità possibile e preservarne la cultura“. “Per me è stato un privilegio poter avere Sergio al mio fianco per tutti questi anni. Chiedo a tutti di comprendere l’attuale situazione, rispettando la privacy di Sergio e delle persone che gli sono più vicine.

Tumore ai polmone, sintomi e cause: colpisce i fumatori in 8 casi su 10

Senza il vizio del fumo si tratterebbe di una malattia rara, ma il tumore al polmone miete in Italia circa 34mila vittime ogni anno. Nella maggior parte dei casi si tratta di fumatori ed ex fumatori, ma è coinvolto anche chi è esposto al pericoloso fumo passivo. La malattia è subdola e letale, dato che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è molto bassa.

Il tumore ai polmoni, l’80% delle volte si forma nei soggetti fumatori. Questo bruttissimo tumore, nel 2017 è stato riscontrato oltre 41 mila persone e per oltre l’80% si è trattato di persone fumatrici o ex Silvio novello, membro eccellente dell’associazione italiana di oncologia medica, ha voluto sottolineare come il tumore polmoni rappresenti… “Ancora oggi la prima causa di morte per cancro, purtroppo, cinque anni dalla diagnosi è vivo solo 18 centri pazienti, anche perché in più di sette casi su 10 viene scoperto tardi, quando è più difficile da curare e ha già dato metastasi, perché nei suoi stadi iniziali spesso non rappresenta sintomi”.

Fattori di rischio Il tumore del polmone è la forma di cancro in cui il fumo di sigaretta rappresenta il più importante fattore di rischio. La probabilità di sviluppare la malattia è più alta di 14 volte nei tabagisti rispetto ai non fumatori. Aumenta fino a 20 volte in chi consuma oltre 20 sigarette al giorno. In Italia i prodotti a base di tabacco sono responsabili di oltre 9 decessi su 10 per cancro al polmone.

Il fumo passivo è associato ad un aumento del rischio di sviluppare questa neoplasia di circa il 30%. Gli altri fattori di rischio sono: inquinamento atmosferico (nel 2013 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro – IARC – ha classificato l’inquinamento atmosferico e le polveri sottili fra i carcinogeni umani di tipo 1), esposizione all’amianto in fibre (causa soprattutto il mesotelioma, ma accresce anche il pericolo di insorgenza del carcinoma polmonare), esposizioni ad alcune sostanze chimiche e minerali (tra cui radon, asbesto, cromo, cadmio e arsenico), età (passando dalla fascia d’età di 35 a quella di 75 anni, l’incidenza cresce di 20 volte per le donne e di 100 per gli uomini) e la predisposizione personale. Il ruolo della predisposizione genetica è stato al centro di molti studi negli ultimi anni. In ogni caso rimane preponderante il ruolo del fumo di sigaretta. Smettere di fumare è di primaria importanza nella prevenzione, in quanto l’85% dei casi di carcinoma polmonare è causato proprio dalle sigarette.

La diagnosi precoce (prevenzione secondaria) è auspicabile, specialmente se associata alla prevenzione primaria (disassuefazione dal fumo), per ridurre la mortalità. Il tumore del polmone si distingue in due grandi gruppi: 1. Il carcinoma non a piccole cellule è la forma più comune, si estende e si diffonde più lentamente. I tipi più frequenti sono: · Carcinoma a cellule squamose: è il tipo più diffuso negli uomini, originato dalle cellule che rivestono le vie respiratorie · Adenocarcinoma: si sviluppa dalle cellule che secernono il muco · Carcinoma a cellule grandi: il nome deriva dalle grandi cellule tondeggianti che si evidenziano quando si esamina un campione di biopsia al microscopio. 2. Il carcinoma a cellule piccole o “a chicco d’avena”, così definito dalla caratteristica forma delle cellule. È meno comune, cresce più rapidamente e presenta maggiori probabilità di diffondersi ad altri organi. Un altro tipo meno frequente di tumore al torace è il mesotelioma, che ha origine dalla pleura, il foglietto di rivestimento dei polmoni. Il tumore polmonare si suddivide in quattro stadi. Per ognuno è previsto un trattamento specifico:

Gli stadi I e II sono potenzialmente candidabili all’intervento chirurgico radicale. Talvolta è necessario anche eseguire una chemioterapia prima dell’intervento (chemioterapia neoadiuvante) per ridurre le dimensioni del tumore, o dopo l’intervento per ridurre le possibilità di recidiva. · I tumori in stadio III non vengono, di solito, operati e il trattamento di scelta è rappresentato dalla combinazione radio-chemioterapica. · Nei carcinomi polmonari non a piccole cellule in stadio IV l’approccio terapeutico prevede diversi schemi di chemioterapia o farmaci a bersaglio molecolare. · Per tutti gli altri tipi di tumore è fondamentale un’adeguata terapia di supporto, che migliora i sintomi e l’efficacia dei trattamenti. La diagnosi A causa della presenza di sintomi non specifici, la diagnosi delle neoplasie polmonari è spesso tardiva. Ad esempio la tosse, la raucedine o la mancanza di fiato sono sintomi comuni nel fumatore e, proprio per questo, vengono spesso trascurati. Quando una persona presenta segni e/o sintomi che facciano sospettare la presenza di un tumore del polmone (tosse secca o con catarro, piccole perdite di sangue con i colpi di tosse, difficoltà respiratorie, dolore al torace, perdita di peso non giustificata da dieta o stress), è fondamentale fare riferimento al medico di base o a uno specialista. – La radiografia del torace rappresenta di solito il primo esame effettuato, che però non consente di giungere ad una diagnosi di natura e non è comunque un’indagine precisa. – Sicuramente più accurata è la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) che permette di localizzare la malattia, i suoi rapporti con altri organi, oltre che di definire lo stadio del tumore quando venga estesa oltre che al torace, anche al cranio e all’addome. –



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