“Sono schiacciato dai debiti”, ritrovato il biglietto dell’imprenditore suicida



Nonostante si dica che la crisi sia ormai passata, purtroppo non sembra essere così e sono sempre di più le persone disperate che arrivano a compiere anche i più tragici gesti, come il suicidio. Il protagonista della storia è un imprenditore di Torino  il quale pare si sia suicidato, lasciando un biglietto dove  spiega le sue motivazioni. “Sono schiacciato dai debiti” si tratta di Alessandro Davicino, un imprenditore Edile di 40 anni, il quale si è tolto la vita sparandosi in testa con la pistola del padre. Prima di compiere questo triste gesto, l’uomo ha scritto una lunga lettera alla moglie e alle figlie.



All’indomani del suicidio del titolare di una ditta di Rivoli, che si è gettato dal tetto del capannone a causa del fallimento della sua azienda, un altro imprenditore piemontese si è tolto la vita stamattina e si tratta proprio di Alessandro Davicino. Stando a quanto riferito, sembra che il quarantenne si sia tolto la vita, sparandosi in testa dopo Aver scritto una lettera alla moglie e alle figlie di 11 e 15 anni, esplicitando di essere arrivato alla drammatica decisione perché era schiacciato dai debiti.

La mamma dell’uomo ha raccontato a La Repubblica: “Mio figlio ultimamente era sempre più triste, con me però non parlava dei suoi problemi. Forse non voleva preoccuparmi, sono anziana”. Alessandro però di quei problemi non ne aveva mai parlato, neppure con la moglie alla quale ha indirizzato una lunga lettera di scuse. L’uomo era un muratore unico socio di una piccola azienda individuale, che negli ultimi mesi era rimasta senza commesse.

“A me diceva di avere tanto lavoro”, dice incredula la madre. “Se aveva dei debiti non me ne ha parlato, lo avrei aiutato”, dice la donna. L’uomo si è sparato, utilizzando la pistola del padre, un ex guardiaparco ora in pensione e anche un ex Cacciatore. L’arma era regolarmente detenuta e quindi non ci saranno conseguenze per l’uomo. Sul suicidio stanno indagando i carabinieri di Pinerolo, i quali avrebbero anche avviato un’inchiesta. L’uomo stando a quanto riferito dai familiari, non giocava e non si comprende dove possa aver contratto debiti tali da giustificare un gesto estremo. Le forze dell’ordine hanno già parlato con la moglie e con alcune aziende del territorio per tentare di ricostruire nei dettagli le ragioni che hanno potuto spingere l’uomo a rivolgere un’arma contro se stesso.



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