Roma – CSKA Mosca Streaming Gratis Diretta Live Tv Link (Champions League)



Lo streaming per vedere il derby tra Roma Cska Mosca può essere cercato dagli utenti italiani anche sui siti delle emittenti che operano fuori dai confini italiani. Oltre ad essere un’alternativa gratis e, forse per questo, molto diffusa è anche legale visto che i diritti per le partite della Champions League vengono acquistati nei paesi di origine. Ovviamente la telecronaca non sarà in italiano e le immagini non saranno sempre limpide. L’unico intoppo reale può essere l’intervento dei blocchi geografici che non consentirebbero di vedere lo streaming agli utenti italiani. Intanto i tribunali europei non si sono pronunciati ancora in maniera univoca. Ecco qualche esempio:



  1. Cina China Central Television;
  2. Indonesia Rajawali Citra Televisi Indonesia;
  3. Cipro Cyprus Broadcasting Corporation;
  4. Australia Special Broadcasting Service;
  5. Croazia Hrvatska radiotelevizija;
  6. Honduras Televicentro;
  7. Irlanda Raidió Teilifís Éireann;
  8. Ecuador RedTeleSistema;
  9. Finlandia Yleisradio Oy;
  10. Birmania Myanmar National TV;
  11. Georgia Georgia Public Broadcasting;
  12. Bosnia ed Erzegovina Radiotelevizija Bosne i Hercegovine;
  13. Austria Österreichischer Rundfunk;
  14. Colombia Radio Cadena Nacional;
  15. Kosovo Radio Television of Kosovo;
  16. Grecia Ellinikí Radiofonía Tileórasi;
  17. Germania Zweites Deutsches Fernsehen;
  18. Lussemburgo Radio Television Luxembourg.

Giù la maschera. Questa sera la Roma è chiamata ad una prova d’orgoglio. La gara con il Cska Mosca, ora primo nel gruppo G, è da vincere per poi avere la possibilità, il 7 novembre, di avere a disposizione due risultati su tre. Tuttavia il ko in campionato contro la Spal pesa e si porta dietro ancora degli strascichi. Che inizialmente Di Francesco prova a bypassare, ma sui quali inevitabilmente ritorna durante la conferenza stampa. Sabato aveva parlato di atteggiamenti che gli erano piaciuti poco, sia in gara che in settimana. Ieri s’è capito a chi era indirizzata la reprimenda: «Alla lunga concedo a tutti una possibilità, ma come l’ho data la posso anche togliere. A Fazio (seduto vicino a lui, ndc) posso dire tante cose in campo. Dalla postura al posizionamento oppure quando si è fatto rubare palla da Immobile. Non posso però imputargli nulla a livello mentale. I giovani devono prendere esempio da uno come lui, non gli devo insegnare nulla su come preparare una partita». Poi proseguendo nel discorso, annuncia: «La gara si prepara la settimana prima, non due giorni. Chi non regge questo atteggiamento alla lunga è out, con me non giocherà più. Parlo in generale». Parlerà pure in generale ma il riferimento ai numerosi giovani del gruppo, quelli che non dovrebbero far rimpiangere i senatori nel turnover, è reiterato. Non è la prima volta che accade. Anche a Madrid, Karsdorp e Kluivert, erano finiti in tribuna sempre a causa degli atteggiamenti sbagliati. Ora il terzino è out per infortunio mentre l’attaccante, a sorpresa, dovrebbe partire dal primo minuto nel tridente composto da Under e Dzeko.

Proprio il centravanti, merita un capitolo a parte: «È nervoso? Non possiamo essere felici dopo una sconfitta. Edin deve essere uno dei nostri protagonisti. Contro il Cska avremo un grandissimo aiuto dal pubblico, questa squadra ha bisogno del suo affetto. Dovremo essere bravi noi a trascinarli. La gente vuole vedere atteggiamenti diversi e noi glieli dobbiamo dare. Noi siamo la Roma e qui si è costretti a vincere». I russi guidano il girone: «È una squadra che ha più talento del Viktoria Plzen. Ha buoni giocatori, sono molto bravi i due trequartisti, ma è bravissimo anche l’attaccante Chalov. Sono molto giovani ma con belle individualità e bravi a cambiare spesso il sistema di gioco. Non sapremo che squadra ci troveremo davanti». Se è per questo i dubbi sono estesi anche alla Roma: sarà quella agonisticamente ‘cattiva’ del derby oppure quella svogliata e impaurita scesa in campo contro la Spal?

ROMA Sorride sornione, come chi medita il colpaccio. Tipo interessante Viktor Goncharenko, 41enne tecnico del Cska Mosca, che a parole, aspettando il responso del campo, dimostra di saperci fare: «Non so se la Roma è più forte dello scorso anno visto che ogni estate cambia molti giocatori. Ve lo potrò dire dopo la gara. Chi temo di più? Edin Dzeko, se devo essere sincero. Daniele De Rossi è il secondo, anche se non so se giocherà. Se invece parliamo di un calciatore top c’è Francesco Totti. Sono riuscito a vederlo in questo stadio, stavolta non ci sarà. O meglio, ci sarà ma non in campo».

Senza il portiere simbolo Igor Akinfeev, protagonista della cavalcata della nazionale russa al Mondiale casalingo della scorsa estate (è squalificato), il tecnico recupera in extremis il trequartista Dzagoev: «Siete riusciti a pronunciare il cognome senza problemi, senza l’accento, e questo già lo rende famoso. Ha ancora qualche acciacco che non gli permetterà di poter giocare tutta la partita. Spero tuttavia di vederlo in campo per gran parte del tempo».

«Dobbiamo ritrovare noi stessi, chi non regge questa pressione con me non giocherà più» mEusebio  Di Francesco, 49 anni, ieri durante l’allenamento della squadra giallorossa  a Trigoria A destra, Edin Dzeko impegnato negli esercizi atletici. L’attaccante bosniaco ha segnato una tripletta nell’ultimo match di Champions League disputato il 2 ottobre contro il Viktoria Plzen all’Olimpico vinto dalla Roma 5-0 lapresse

Non è sereno e gli alti e bassi della Roma lo tormentano. Arriva il Cska Mosca e la sua squadra non può sbagliare. Eusebio Di Francesco si fa in quattro per riportare il sereno a Trigoria, mentre fuori la pressione è aumentata dopo la sconfitta con la Spal. L’allenatore è sotto tiro, ma la società le prova tutte per fargli da scudo. Stasera in Champions e domenica a Napoli saranno due partite complicate. Di Francesco non cerca alibi, non critica mai il mercato della società, prova a far quadrare i conti con l’organico che ha. Dopo la brutta figura contro la Spal il tecnico chiede una reazione alla squadra, perchè questa volta non ci saranno appelli: «Dobbiamo ritrovare noi stessi. Non possiamo essere felici dopo una sconfitta in casa, e gli alti e bassi della squadra mi tormentano più di tutto, ma per fortuna non c’è tempo di stare a fare troppe chiacchiere, abbiamo subito una partita importantissima e dobbiamo tornare a vincere, è fondamentale, ci vuole determinazione e cattiveria».

Non ha ricette magiche e neppure può inventarsi sorprese di formazione. Gli uomini sono praticamente contati. Contro la Spal troppi giovani in campo, ma mancavano cinque titolari. Di Francesco è pronto a difendere il gruppo: «Questa è la mia squadra e dobbiamo essere bravi a cercare di valorizzare i giovani. Le carte d’identità lasciano il tempo che trovano. La gente vuole vedere atteggiamenti diversi e noi glieli dobbiamo dare. Noi siamo alla Roma, e nella Roma si è costretti a vincere. Non sempre ti puoi permettere troppi passi falsi. Ma chi alla fine non riesce a reggere questa pressione alla lunga è out, con me non giocherà più. Ma parlo in generale, questo vale per tutti».

Non si cambia modulo, per coerenza e per dare certezze ai giocatori: «In questo momento ritengo opportuno andare avanti con il 4-2-3-1 per sfruttare al meglio alcune caratteristiche. Continueremo con questo sistema di gioco». Dopo essere uscita trasformata dal mercato, questa squadra ha dimostrato di avere poca personalità: «Le analisi sono tante, bisogna far crescere anche in questo senso la squadra, abbiamo dimostrato di avere delle carenze», ha ammesso il tecnico.
Pallotta ha manifestato la sua delusione nei giorni scorsi, ma ieri è intervenuto per dire che quello dell’allenatore non è un tema di attualità. Di Francesco non vuole sentir parlare di programmi ridimensionati: «L’obiettivo è sempre quello di arrivare in Champions, siamo alla nona giornata in campionato, abbiamo ancora tutte le possibilità per poterlo fare. È ovvio che non possiamo più commettere errori e non dobbiamo assolutamente sottovalutare nessun impegno».
Un percorso tortuoso che parte dalla sfida di stasera all’Olimpico contro i russi e si concluderà il 7 novembre a Mosca, passando per Napoli e Firenze: «Il Cska è una squadra che ha più talento del Viktoria Plzen, molto giovane ma con belle individualità».

I dirigenti sperano ancora di poter andare avanti con Di Francesco, al quale appena quattro mesi fa è stato rinnovato il contratto. Monchi e Totti lo sostengono e parlano con i giocatori per uscire dalla crisi, ma il tempo stringe. Lo spagnolo è pronto a difendere l’allenatore fino alle dimissioni. Se la situazione precipitasse prende piede l’ipotesi Blanc, ma Di Francesco è convinto di poter ripartire. E’ il fatto che circolino i nomi di suoi eventuali successori non gli toglie il sonno. Ieri in un paio di passaggi il tecnico ha inviato qualche frecciata: «Quando si perde i migliori in campo sono sempre gli allenatori a casa sul divano e chi non gioca. E si fanno i nomi di cinque, dieci tecnici. Ora serve ricostruire a livello mentale alcune situazioni. Dobbiamo lavorare su questo più che sull’aspetto atletico».

Fuori uno: Pastore. Risentimento muscolare, la spiegazione ufficiale. Il risultato è che il principale acquisto del mercato estivo resti a casa per la terza partita consecutiva in Champions. Tre volte su tre. Aveva saltato per infortunio già la trasferta di Madrid (polpaccio A) e la goleada contro il Viktoria Plzen (polpaccio B). Adesso guarderà in tv (?) Roma-Cska Mosca, snodo cruciale del girone e forse anche della gestione Di Francesco.
ACCLARATO. In qualunque modo si voglia leggere quest’esclusione inaspettata, Pastore diventa un caso: accettando la versione filtrata da Trigoria, il polpaccio destro è stato il suo grande problema parigino. Ergo, l’atleta non sta dando garanzie sul piano fisico. Appena rientra in partita, si fa male. Eppure ad agosto, quando il giocatore annunciò sui social network di aver fatto un check-up in una clinica di Barcellona, la Roma si era affrettata a precisare che il giocatore si trovava in loco per rispettare un contratto di sponsorizzazione, non per un trattamento. Ed è curioso che Di Francesco, di solito molto esplicito sul tema, in conferenza stampa non abbia nominato il Flaco nella lista degli infortunati.

via di corsa. Di sicuro all’allenatore non era piaciuto «l’atteggiamento»: sabato, contro la Spal, Pastore si era lasciato strappare un pallone da Fares senza nemmeno provare a riprenderselo. Forse si aspettava un fischio arbitrale, forse non aveva la brillantezza atletica per rincorrere l’avversario. Oppure ancora: rendendosi conto di essere infortunato, ha evitato che il polpaccio riportasse danni peggiori. Però alla fine della partita, con i compagni ancora nello spogliatoio, Pastore si è allontanato a passo svelto e con lo sguardo scuro dallo stadio Olimpico. Evidentemente l’infortunio è capitato domenica in allenamento, lontano da occhi indiscreti (ieri non è neanche sceso in campo). Capita. Ma non sarebbe scandaloso se invece la Roma avesse preferito “concordare” con il giocatore una pausa strategica, per non demolire il patrimonio tecnico e l’asset finanziario in una fase di scarsa utilità per la squadra.

BILANCIO. Del resto Pastore non avrebbe giocato contro il Cska (in Champions non parte titolare da tre anni e mezzo). E magari sarebbe andato in tribuna, dal momento gli eleggibili in Champions League sono solo 18. Fin qui il suo rendimento, condizionato dai continui problemi fisici, è stato molto inferiore alle aspettative, nonostante i due gol di tacco e i tre diversi ruoli in cui Di Francesco ha tentato di inserirlo. Pagato quasi 25 milioni con un solo anno di contratto davanti, a 29 anni di età, ha dimostrato solo a sprazzi il suo enorme talento.

FUORI DUE. E c’è un altro calciatore scelto personalmente da Monchi, per 14 milioni più 5 di bonus, che si vede costretto guardare di nuovo la Champions in borghese. Si tratta di Rick Karsdorp, a sua volta tormentato da infortuni muscolari ereditati dalle due operazioni al ginocchio. Nel suo caso però, dopo qualche alterco interno, la soluzione sembra scritta: a gennaio lascerà la Roma, probabilmente tornando al Feyenoord in prestito.

Sabato i fischi, nel mesto finale con la Spal; oggi, dagli stessi spalti, la Roma si aspetta un urlo trascinante. Perché la Champions è un’altra storia e la cavalcata dello scorso anno ha dimostrato come l’appoggio dell’Olimpico possa essere un propellente formidabile. A garantire il sostegno, questa sera, saranno più o meno in 45 mila: ai 34 mila che a inizio stagione hanno sottoscritto la mini tessera europea, si aggiunge una prevendita che ieri procedeva verso i 9.000 biglietti. Il resto potrà affluire nelle ultime ore. Il limite “fisiologico” del pubblico pagante giallorosso in questo inizio di stagione si è attestato sulle 40.000 unità. Caso ovviamente particolare il derby, che raduna pubblico da entrambe le squadre ma che comunque, anche per una risposta inferiore alle attese da parte dei tifosi della Lazio, non ha raggiunto i 48 mila spettatori.

SICUREZZA. Quanto alla Champions, l’unico riferimento è Roma-Viktoria Plzen, che ha attirato allo stadio 41 mila tifosi. Per questa sera, Curva Sud e Distinti Sud esauriti, Tribuna Tevere piena nel versante Sud e centrale, ancora qualche posto nei settori Nord. Disponibili Curva Nord, Distinti Nord e Tribuna Monte Mario. Ieri il consueto tavolo tecnico in Questura ha fissato alcune misure. Per l’accoglienza e l’afflusso allo stadio, dalle 17 di oggi, ci sarà il punto di raccolta in piazzale delle Canestre: i tifosi ospiti saranno accompagnati fino all’Olimpico, con autobus Atac e scortati dalle Forze dell’Ordine. Il Prefetto di Roma ha vietato dalle ore 19 del ieri alle 7 di domani, nelle aree del centro storico e in piazzale delle Canestre, la vendita per asporto di bevande in bottiglia o in contenitori in vetro. L’altro ieri, un tifoso del Cska proveniente da Mosca, a Fiumicino è stato fermato per un controllo: risultato con Daspo a carico, è stato reimbarcato.

Tornano i veterani e Di Francesco si sente un po’ più tranquillo. De Rossi, Kolarov e Manolas hanno un peso specifico importante in questa squadra e la loro assenza si è sentita nell’ultima partita. Il tecnico potrà contare anche su El Shaarawy, che contro la Spal nel finale aveva avuto qualche problema fisico legato ai crampi, ma il Faraone questa sera potrebbe avvicendarsi con Kluivert, provato nell’allenamento di rifinitura e favorito per partire titolare. Contro una difesa che appare vulnerabile e che si copre molto l’olandese può essere utile nel saltare l’uomo.

LE CERTEZZE. I cambi rispetto alla partita di sabato potrebbero essere quattro, perchè in questo momento la Roma ha bisogno di certezze. In difesa tornano Manolas e Kolarov al posto di Marcano e Luca Pellegrini, a centrocampo De Rossi si riprende la postazione in mezzo al campo al fianco di Nzonzi e manda Cristante in panchina. De Rossi e Kolarov ieri hanno svolto tutto l’allenamento con la squadra e hanno dato a Di Francesco la loro disponibilità. Il tecnico aspettava il via libera dei medici, annunciando già in conferenza la loro presenza in campo in caso di provino superato. Ma è prevalsa la volontà dei giocatori, che vogliono dare una mano alla squadra in un momento delicato come questo. Entrambi scenderanno in campo in non perfette condizioni. Ma hanno risposto presente.
Sono peggiori le condizioni di Aleksandar Kolarov, che con la frattura al piede ci ha giocato e ora i medici gli hanno consigliato di non fare più uso di anti-dolorifici, mentre Daniele De Rossi è rimasto a riposo grazie alla sosta del campionato. Entrambi scenderanno in campo con speciali protezioni nello scarpino.

L’ORA DI JUSTIN. In attacco le scelte sono quasi obbligate, considerato che Pastore e Perotti sono out. Di Francesco manderà in campo Ünder, Lorenzo Pellegrini e Kluivert alle spalle di Dzeko. L’ex del Sassuolo al momento offre maggiori garanzie di Pastore. Uno dei motivi del cambio di modulo era agevolare l’inserimento dell’argentino, che invece si ferma nuovamente. Non è stato convocato, ufficialmente per motivi fisici. Finora la stagione dell’ex del Paris Saint Germain è stata tutta in salita.
Dzeko non ha alternative, anche se Schick tornerà a disposizione e andrà in panchina. Di Francesco si aspetta dal centravanti bosniaco meno atteggiamenti plateali di insofferenza e più cattiveria sotto porta. Ma non prenderebbe mai in considerazione, almeno non in questo momento, una sua esclusione.

IL PUNTO DEBOLE. Ieri il tecnico tra le righe ha lasciato capire che alcuni giovani devono correggere i loro comportamenti: «Alcuni giocatori vanno bastonati e tutelati». In questi giorni Di Francesco ha fatto molto addestramento tattico per sfruttare le palle inattive.
Sui calci piazzati il Cska Mosca ha dimostrato di essere vulnerabile, degli ultimi sei gol incassati cinque sono arrivati proprio su palla inattiva, uno dei punti forti di questa Roma in fase realizzativa. La squadra giallorossa può sfruttare la fisicità dei suoi uomini dentro l‘area di rigore avversaria. Due difensori centrali come Manolas e Fazio possono fare male nei colpi di testa sui calci d’angolo.

Quello che era un fortino, oggi è diventato un terreno di conquista. Ma almeno in Europa la Roma vuole continuare a mantenere la porta inviolata. Lo scorso anno il percorso in Champions ha testimoniato una tenuta difensiva che è stata uno dei segreti per arrivare in semifinale e anche nella prima partita di questa stagione, la Roma ha mantenuto la porta inviolata. Dallo scorso anno ad oggi, in sette partite di Champions la squadra di Di Francesco ha incassato solo i due gol dal Liverpool. Gli interpreti sono gli stessi di un anno fa. E’ cambiato il portiere, quello sì. Da Alisson a Olsen il passaggio non è stato facile, ma lo svedese tra i nuovi arrivati finora è stato uno dei pochissimi a salvarsi.

Uno dei leader della difesa giallorossa è Federico Fazio, titolare in coppia con Manolas, ma che in questo inizio di stagione non sempre è riuscito a offrire un rendimento all’altezza di quello della passata stagione. L’argentino ha realizzato due gol in campionato e uno valido gli è stato annullato in Champions contro il Viktoria Plzen, cerca di dare il massimo per migliorare. Anche contro la Spal ha qualche responsabilità sul secondo gol, ma Di Francesco non rinuncia a lui. Fazio è convinto che la Roma di sabato scorso sia stata troppo brutta per essere vera: «Dobbiamo pensare alla partita contro il Cska e a prepararla al meglio per vincerla. E’ importantissimo vincere all’Olimpico e a Mosca, sono due partite fondamentali per andare avanti e guadagnare la qualificazione».
Il Cska è in testa al girone e ora punta sorprendentemente alla qualificazione: «E’ una buona squadra, ha vinto l’ultima partita contro il Real Madrid, però la cosa più importante è il nostro approccio alla gara. Dobbiamo scendere in campo con determinazione e cattiveria».

la sentenza dei numeri. La difesa era stata la seconda migliore del campionato scorso, dietro solo a quella della Juve. Oggi sono già quindici le reti incassate, qualcosa non funziona più come prima: «La squadra è un blocco. Non pensiamo che difende solo la difesa e che attacca solo l’attacco. Giochiamo insieme e lo sappiamo fare. Non solo in difesa, dobbiamo migliorare in altri aspetti fondamentali, ma non ho nessun dubbio sulle capacità di questa squadra. Possiamo crescere come squadra. A cominciare dalla difesa».
Fazio preferisce rispondere sul campo a chi gli dice che non è quello della passata stagione: «Io non guardo indietro, guardo avanti. Vorrei essere in palestra e non qui a rispondere alle domande in conferenza stampa. Solo con il lavoro si può migliorare».
Di Francesco considera Fazio un punto di riferimento per i giovani: «Io dico sempre: “Non dare lezioni, dai l’esempio”. E’ quello che facciamo io e gli altri più esperti della squadra».

La Champions League in certi momenti assomiglia a un film hard, nel senso che è un prodotto destinato a un pubblico adulto. E così la Roma si affida all’esperienza per trascinarsi fuori dal fango, più invasivo di quello che ha travolto nelle ultime 24 ore diversi quartieri della città, stazioni della metropolitana incluse.

Parlando di esperienza e di curriculum viene in mente immediatamente la testa brizzolata di Aleksandar Kolarov: terzino vissuto ma per niente sazio, altrimenti non avrebbe deciso il derby con un dito del piede rotto, stasera festeggerà la partita numero 50 in un tabellone di Champions League. Sarebbero 52 in verità comprendendo anche i preliminari, divise tra Lazio, Manchester City e Roma. Sono comunque tante. E servono a sofocare i tremori quando le questioni si fanno delicate. Date il pallone a gente come Kolarov, state sicuri che la temperatura emotiva si abbasserà.

Ha lavorato quasi venti giorni per quest’obiettivo, il Cska Mosca, rinunciando anche alla nazionale serba di cui è capitano. Sarebbe stato troppo rischioso continuare a giocare su una frattura, anche con le infiltrazioni antidolorifiche. A un certo punto quindi ha dovuto fermarsi. Ma come dimostra l’allenamento di rifinitura, al quale ha assistito Monchi, le sue condizioni adesso sono buone. Probabilmente inserirà una protezione all’interno dello scarpino sinistro per non prendere colpi sul dito fratturato, il quinto, però si metterà a disposizione di Eusebio Di Francesco: non si può fare diversamente, ora che Luca Pellegrini ha denunciato i comprensibili limiti dell’età del debutto.

RICORDO. Nella scorsa campagna europea, Kolarov segnò soltanto un gol. Proprio nel mese di ottobre. Ma fu estremamente importante perché avviò la rimonta della Roma a Londra contro il Chelsea: percussione dritto per dritto e sinistro sotto la traversa. Se si creerà l’occasione, cercherà di ripetersi contro il Cska. Ma si accontenterebbe di una vittoria scaccia-crisi, per poi dedicarsi al Napoli e alla scalata della classifica in campionato.

PESO. Per una volta, la Roma ha il vantaggio del pedigree anche in campo internazionale. E cercherà di farlo valere. Da De Rossi a Dzeko, due grandi amici di Kolarov, passando per Manolas, altro giocatore al rientro in squadra dopo la panchina contro la Spal, la differenza di livello rispetto ai giovani avversari può rappresentare un elemento decisivo per la partita. E magari per la qualificazione.

Fanno paura i russi. E non solo perché pare si siano portati da Mosca una bella quantità di freddo per sentirsi meno soli. Il Cska ha battuto il Real Madrid, mica una squadretta qualunque. Ha aperto la crisi dei blancos, rimettendo in discussione tutte le gerarchie del girone G, e ora vuole mandare in tilt anche i giallorossi che sono perennemente in bilico tra l’esaltazione e la tragedia. Il tecnico Hancarenka, invece, è l’emblema della tranquillità. Ha solo un chiodo fisso nella mente: non ripetere gli errori commessi dal Plzen che all’Olimpico è stato travolto da una Roma famelica. Il piano l’ha studiato nei dettagli, anticipando di un giorno la partenza e atterrando nella Capitale già domenica all’ora di pranzo. Il Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” (all’Acqua Acetosa) è diventato il quartier generale dove i vice campioni di Russia hanno preparato la tattica, traducibile in due concetti: contenere e ripartire. Sanno come si fa (chiedere agli spagnoli di Lopetegui, letteralmente ingabbiati) ma dovranno un po’ snaturarsi perché nel dna di questa squadra c’è un calcio offensivo che viene esaltato dalla sfrontatezza di un gruppo di giovani talenti. i protagonisti. Il pericolo principale per la Roma sarà Fedor Chalov, bomber 20enne che ha segnato 9 gol in 14 presenze stagionali.

Tra le linee, nel 3-4-2-1 disegnato dal tecnico bielorusso, si muoveranno due trequartisti dotati di tecnica, corsa e senso del gol: Nikola Vlasic e Alan Dzagoev. Giocheranno entrambi. Il primo, 21 anni, è un talento forgiato nel vivaio dell’Hajduk Spalato con un cognome che in Croazia pesa come un macigno. È il fratello di Blanka, argento olimpico e 2 volte campionessa mondiale di salto in alto. Si trova in Russia perché l’Everton – che lo ha acquistato nell’agosto 2017 – ha deciso che non era ancora pronto per la Premier. Ora però rischia di perderlo e di vanificare un’operazione di mercato (11 milioni) che aveva scoraggiato anche Roma e Milan, le italiane più interessate sul suo conto. Dzagoev è ormai una bandiera da queste parti: è al Cska Mosca da 10 anni e ne ha 28. Le sue condizioni fisiche non sono ottimali e non ha neppure i 90 minuti nelle gambe, ma Hancarenka difficilmente ci rinuncerà in una gara così decisiva. Solitamente preferisce sostituirlo a metà ripresa, come è già accaduto nelle ultime partite. Il centrocampo è giovanissimo: Akhmetov è nato il 31 dicembre 1997, Obljakov è ’98 e Bijol è ’99. Due dei tre giocheranno titolari e secondo le indicazioni della vigilia dovrebbe star fuori il più “anziano”. Sulla fascia destra si alza l’età, ma anche l’esperienza perché c’è uno dei protagonisti della Russia al Mondiale 2018: il brasiliano Mario Fernandes che nel 2016 disse no al CT Dunga pur di indossare la maglia del Paese che lo ha rilanciato nel grande calcio. Oggi vale quasi 20 milioni. Il grande assente è il portiere e capitano Akinfeev, espulso nell’ultima gara di Champions contro il Real. Prenderà il suo posto il 22enne Pomazun che dovrebbe aver superato in volata il collega Kyrnats, classe ’98.



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