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DUDELANGE ED EUROPA LEAGUE
Dobbiamo ricordarci della fatica fatta in casa loro. Sulla carta siamo nettamente superiori ma loro giocano da squadra e dovremo metterci grande attenzione, senza sottovalutare niente. Qualcosina cambieremo, ma non possiamo permetterci di non vincere questa partita. Vietato fare figuracce. Anche se lo stadio sarà vuoto non sarà un problema, dobbiamo vincere a tutti i costi, se no saranno guai“.



ANCORA SULLA PARTITA
Ci giochiamo tanto: dovremo essere bravi a trovare gli stimoli ma siamo consapevoli della grande importanza di questa gara, anche a livello mentale. Per noi l’Europa League è una competizione importante, il Milan deve stare sempre in Europa ed essere protagonista“.

LA SQUADRA
Ci mancano giocatori importanti, ma questo è un gruppo sano. Ci sono fin troppi bravi ragazzi, nel giorno di riposo il 60-70% dei ragazzi si sono comunque presentati a Milanello per lavorare. Dobbiamo continuare così. Se sono ancora in panchina dopo un anno è merito di questi ragazzi, c’è un’atmosfera incredibile. Devo ancora crescere tanto, ma aver fatto 50 partite in un club così, allenarlo e avere tutto quello che ho a disposizione, è un privilegio. Mi sento migliorato“.

I SINGOLI
Abate a Roma ha dimostrato grande voglia e intelligenza tattica. Le prime prestazioni di Bakayoko non sono state molto buone anche perché giocava solo degli spezzoni, poi ha giocato con continuità ed è migliorato. Adesso ha preso sicurezza e confidenza e sta dimostrando di essere un giocatore importante. Higuain sa di essere forte, non è presuntuoso. Gli piace vivere lo spogliatoio e fare gruppo, si diverte. Ma si innervosisce facilmente e deve evitare certe polemiche, anche perché la squadra respira tutto questo. La squadra, però, deve coinvolgerlo di più. Ci ho parlato e non vuole andare via“.

FORMAZIONE
Sicuramente giocheremo con due attaccanti. Simic potrebbe scendere in campo: se sarà titolare schiereremo la difesa a 4, se no quella a 3“.

PUNTO INFORTUNATI
Bonaventura l’ho sentito, adesso resterà un mese in America. Bisogna solo ringrazialo per aver stretto i denti per diversi mesi finché ha potuto. Calhanoglu se gioca da mezzala può assomigliargli. Musacchio domani toglierà il tutore e farà una risonanza per vedere se la prossima settimana potrà tornare ad allenarsi. Per Romagnoli vediamo se in 2-3 settimane riuscirà a tornare a disposizione, speriamo anche prima. Caldara rientrerà a febbraio“.

E lui il primo a mettersi in discussione: Rino Gattuso sa che allenare il Milan è sempre una conquista, un ono­re da meritare partita dopo partita, con risultati e gioco. E i suoi primi dodici mesi da tecni­co rossonero – «compleanno» festeggiato martedì – l’hanno messo a dura prova. La parte veramente difficile, stando alle sue parole, è «gestire l’ambien­te e i rapporti con la stampa, non certo la squadra»: intanto, però, c’è una qualificazione eu­ropea da avvicinare, perché tutte le strade portano alla Champions, mica solo il cam­pionato. In coppa, per adesso, il Diavolo gioca di giovedì, giorno che tanti non-calciofili consa­crano a X Factor: come nel ta- lent show, allora, c’è chi va a caccia di un «sì» insieme a Rino. Di una conferma per la prossi­ma stagione, di un riscatto del cartellino, o semplicemente di spazio nelle partite che verran­no.

TIMÙ E I SUOI FRATELLI L’uomo in missione per eccellenza è Tiemoué Bakayoko. In pochi avrebbero scommesso sulla crescita del centrocampista francese, dopo un avvio tanto incerto: ora, invece, i 35 milioni che servono per riscattarlo dal Chelsea sembrano meno impossibili da trovare. «Bakayoko è un altro giocatore da quando

10 schiero con continuità, è colpa mia se ha faticato a trovare spazio», è Tammissione di Gattuso, che poi accarezza gli altri rossoneri rimasti fin qui ai margini: «Tutti i giocatori che fanno parte della rosa sono da Milan». Serve, però, il conforto del campo. Ed ecco, allora, che

11 match di Europa League col Dudelange diventa una grande chance per ragazzi come Alen Halilovic, uno che in questa stagione ha totalizzato la miseria di 3 minuti di utilizzo e che, però, non vorrebbe lasciare la compagnia a gennaio. Discorso simile, ma con scenario diverso, per Andrea Bertolacci: Gattuso ha voluto trattenerlo in estate, va in scadenza nel 2019 e s’è visto solo in Lussemburgo. Anche per Cristian Zapata il contratto in essere durerà solo pochi mesi, ma la pioggia di infortuni tra i centrali gli ha già ridato palcoscenici importanti. Da ultimo, stasera ci sarà l’esordio di Stefan Simic: il suo accordo col Diavolo termina nel 2020, ma deve assolutamente cogliere questa occasione per ambire alla permanenza.

CALHA JOLLY Restando alla metafora di X Factor, la giuria in questo caso sarà formata da Leonardo, Maldini e dallo stesso Gattuso, ovvero dal giudice che manda i giocatori in campo. Chiusa la polemica col vice premier Matteo Salvini («ci siamo chiariti via sms, tutto a posto, lui ha i suoi problemi e io ho i miei»), il tecnico rossonero può tornare a concentrarsi al 100% sulla squadra, pensando a come ovviare alle assenze dei big lungodegenti. Per rimpiazzare Bonaventura, in attesa del mercato invernale, ci sono poche soluzioni in casa: «Calha- noglu sa inserirsi quando gioca da mezzala», dice Rino, in attesa di capire se Paquetà (in arrivo a Milanello nella prima metà di dicembre) abbia le caratteristiche per diventare un’opzione in quel ruolo. Poi i centrali: «Musacchio domani (oggi, ndr) toglierà il tutore, per Romagnoli è questione di due o tre settimane. Caldara lo rivedremo a febbraio». In attesa dei rinforzi, il pensiero più urgente, ovviamente, è il Dudelange: «Se non lo battiamo, siamo in mezzo a una strada – avverte Gattuso -. Sulla carta siamo nettamente più forti, ma non dobbiamo dimenticare la fatica che abbiamo fatto nella partita d’andata». In Lussemburgo finì 1-0 con gol di Gonzalo Higuain, in campo anche stasera. Anche il Pipita, a modo suo, ha bisogno di conferme, ma solo sul piano del morale. Perché lui l’X Factor ha già dimostrato ampiamente di averlo.

PROBABILI FORMAZIONI MILAN-DUDELANGE

Gattuso è chiamato a fare i conti con i tantissimi infortuni che gli hanno decimato la difesa e mandato ko parte della mediana. Il tecnico rossonero potrebbe quindi proporre un 3-4-3 nel quale potrebbero essere il giovane Simic, con Zapata e Rodriguez, a comporre il trio difensivo davanti al ‘portiere di coppa’ Reina. A centrocampo, possibile chance dal 1′ per Bertolacci, in attacco Higuain squalificato in campionato si riprende una maglia.

Toppmoller dovrebbe disegnare il Dudelange con un 4-4-2. In difesa rientra Malget, in attacco verso la conferma la coppia composta da Turpel e Sinani.

MILAN (3-4-3): Reina; Simic, Zapata, Rodriguez; Calabria, Bakayoko, Bertolacci, Laxalt; Suso, Higuain, Borini.

DUDELANGE (4-4-2): Frising; Malget, Prempeh, Schnell, El Hriti; Stolz, Stelvio, Couturier, Kruska; Turpel, Sinani.

Ecco alcuni suggerimenti utili per vedere Milan– Dudelange in streaming live con i siti delle emittenti che operano fuori dai confini italiani, un’alternativa molto apprezzata dal popolo del web:

  1. Portogallo con l’emittente Rádio e Televisão de Portugal;
  2. Paesi Bassi con l’emittente Sanoma Media Netherlands;
  3. Svezia con l’emittente Modern Times Group;
  4. Serbia con l’emittente Radio-televizija Srbije;
  5. Paraguay con l’emittente Sistema Nacional De Television;
  6. Slovacchia con l’emittente Slovenská Televízia;
  7. Turchia con l’emittente Turkish Radio and Television Corporation;
  8. Repubblica Ceca con l’emittente Ceca Ceská Televize;
  9. Suriname con l’emittente Surinaamse Televisie Stichting;
  10. Svizzera con l’emittente Schweizer Radio und Fernsehen.

Milan-Dudelange, sfida di giovedì 29 novembre delle ore 19:00 presso lo stadio San Siro di Milano, sarà valida per la 5a giornata di Europa League. Il Milan secondo a pari merito con l’Olympiakos nel girone F, ad un solo punto dal Betis Siviglia, ospita il Dudelange, fermo ancora a 0 punti. Mentre il popolo rossonero è in fermento per la clamorosa notizia del possibile ritorno di Zlatan Ibrahimovìc, Gattuso deve fare i conti con numerosi infortuni. Se in campionato Ringhio dovrà fare affidamento sul solo Cutrone in attacco, giovedì potrà contare anche sull’apporto del Pipita Higuain. L’argentino è, per ora, la stella più splendente dei rossoneri e per il Milan di Gattuso costituisce un tassello fondamentale non solo in termini di gol ma anche di gioco. Per la gara di Europa League dovrebbero essere completamente recuperati anche Calabria e Calhanoglu, mentre Biglia, Caldara, Musacchio, Romagnoli e Bonaventura sono già certi di non essere della partita.

Milan-Dudelange: conquistare i sedicesimi per arrivare a Zlatan

Il passaggio del turno gioverebbe senz’altro alle casse rossonere, migliorando un bilancio costantemente sotto la lente d’ingrandimento della UEFA. Andare avanti in Europa significherebbe inoltre avere più appeal per i possibili acquisti e la necessità di avere ricambi in attacco. Un nome su tutti è in cima alla lista di Leonardo e Maldini: Zlatan Ibrahimovìc.

Lo svedese, 11 volte vincitore del Guldbollen (Pallone d’Oro svedese), sembra aver dato il suo benestare al ritorno a Milano, ritorno che dal popolo milanista verrebbe accolto come, citando Tolkien, “Il ritorno del Re“. Ibra ha già conquistato l’Europa League con il Manchester United ma senza giocare le ultime partite per il grave infortunio occorsogli contro l’Anderlecht e con il Milan potrebbe essere quindi l’occasione per rifarlo da protagonista. Visti i suoi 37 anni qualcuno ha dubbi sull’utilità e la tenuta fisica del nativo di Malmo, ma scommettere contro Ibrahimovìc non è mai stato un ottimo affare.

Milan-Dudelange: dove vedere la partita in TV e streaming

Il match sarà visibile in esclusiva sui canali Sky con la diretta che sarà disponibile a partire dalle 18.55 su Sky Sport Uno. Sarà inoltre possibile seguire la partita in streaming su Pc, Tablet e Smartphone tramite l’app SkyGo e in alternativa su Now TV.

A distanza di diciotto giorni da quel rosso sventolatogli in faccia da Mazzoleni in Milan-Juventus, stasera la squadra rossonera ritroverà Gonzalo Higuain. Sarà una parentesi di 90 minuti, visto che domenica contro il Parma il Pipita dovrà scontare la seconda giornata di squalifica. Ma intanto stasera Higuain potrà dare il suo contributo per superare – a Milanello sperano in scioltezza – i modesti lussemburghesi del Dudelange. Ieri Higuain ha voluto metterci la faccia, presentandosi in conferenza al fianco di Gennaro Gattuso. Un Pipita apparso sereno, sorridente, sicuramente diverso da quello non solo osservato nella nefasta serata dell’11 novembre (quando sbagliò anche un rigore), ma in molte delle gare del suo periodo rossonero: «So di poter tornare a fare gol e aiutare il mister e la squadra – ha incalzato l’argentino -: la mia testa è lì, spero di poter contribuire e di aver imparato dall’errore contro la Juventus».

Higuain ha voluto soffermarsi sul suo momento e allontanare le voci su possibili mal di pancia: «Posso dimostrare molto di più e far vedere al Milan che non ha sbagliato a investire su di me – ha proseguito -. Non ho mai pensato di lasciare, la mia testa è tutta sul Milan. Dicono che sto male e sono incazzato, ma tutti qui sanno che sto bene e che sono felice in rossonero. Inoltre non mi sento la stella, ma uno in più di questo gruppo, uno che deve aiutare a raggiungere la Champions». Higuain ha sottolineato il buon rapporto con Gattuso («abbiamo caratteri simili, per quello penso che lui riesca a capirmi di più»), l’ambizione di puntare in alto con la squadra («il Milan, per la sua storia, deve sempre pensare a vincere qualsiasi torneo a cui partecipa; siamo competitivi, ma in campionato non siamo stati fortunati») e ovviamente ha toccato l’argomento Ibrahimovic: «Al mercato manca molto, a chi arriverà a gennaio ci penserà la società. Se mi piacerebbe giocarci insieme? E’ stato un grandissimo giocatore, lo è, a tutti piace giocare con i grandi giocatori – ha rimarcato Higuain -. Però qui abbiamo un ragazzo che ha un grandissimo futuro come Cutrone, ha tanta voglia di imparare e voglio insegnargli tutto quello che so».

E Gattuso? Il tecnico, che il 27 novembre ha compiuto un anno in panchina, ha innanzitutto elogiato Higuain: «Ha una dote, sa di essere un giocatore forte e non è presuntuoso. Quando la linea non è dritta e la vede storta inizia ad innervosirsi – ha spiegato il tecnico -, quando incomincia ad essere polemico e non sereno la squadra respira tutto questo. Lui deve migliorare in questo aspetto». Ma poi Gattuso si è soffermato sulla partita: «Se non si vince siamo in mezzo ad una strada, non dobbiamo fare figuracce». Gattuso stasera dovrebbe optare per un 4-4-2 con Cutrone al fianco di Higuain, visto che Castillejo è ancora squalificato. In difesa possibile chance per Simic.

La lista consegnata dai Los Angeles Galaxy per la prossima stagione ha fatto notizia a causa della presenza di Zlatan Ibrahimovic. Il club della Major League Soccer ha deciso di confermare lo svedese anche per il 2019. Ma di per sé non si tratta di un fatto così significativo per la trattativa che potrebbe portare lo svedese a tornare al Milan a quasi sette anni di distanza dalla cessione al Paris Saint Germain. E’ sempre possibile che il giocatore risolva il contratto a gennaio oppure passi al club rossonero in prestito con la formula usata nello scorso decennio da Beckham. Da questo punto di vista la presenza di Ibrahimovic dimostra solo la volontà dei Galaxy di trattenere il giocatore più rappresentantivo. Una decisione che segue di qualche settimana le dichiarazioni dei dirigenti, sempre molto determinati nel proclamare di voler proseguire con l’ex di Juventus, Inter e Barcellona dopo la prima stagione successiva all’addio al Manchester United.

Adesso il club californiano cercherà di migliorare il trattamento economico della sua stella. Ma non sarà facilissimo spingersi oltre l’attuale ingaggio di 1.2 milioni di euro. Perchè la squadra di Los Angeles non ha un posto libero per assegnare a Ibrahimovic lo status di “designated player”, quello che consente di andare oltre il salary cap. Ogni franchigia della Major League Soccer ha tre finestre a disposizione. I Galaxy le hanno già occupate con Romain Alessandrini e i due fratelli Dos Santons. E nessuno di questi tre giocatori è stato liberato dalla formazione di Los Angeles. Qualche margine di manovra potrebbe essere reso possibile dalla decisione di non confermare alcuni giocatori, tra questi due elementi che hanno giocato in Europa, come l’ex laziale Ciani e il terzino inglese, ex Chelsea e Roma, Ashley Cole. Ma il grande salto sarebbe entrare nel ristretto lotto dei “designated player”. Al momento non c’è spazio. Quindi il Milan può continuare a trattare il giocatore sulla base di un ingaggio non faraonico.

MILANO. Secondo il “The Sun”, Milan e Chelsea sarebbero vicine all’intesa per il trasferimento di Cesc Fabregas in rossonero già a gennaio. Lo spagnolo è nel mirino del Milan, ma avendo il contratto in scadenza a giugno, appare difficile pensare che Leonardo possa sborsare i 10 milioni di sterline (poco meno di 12 milioni di euro) di cui parla il “The Sun” per portarlo subito a Milanello. Per Fabregas, avendo solo sei mesi di contratto, il Milan difficilmente offrirà più di 2-3 milioni, anche perché poi andrà trovata l’intesa sull’ingaggio e lo spagnolo a Londra percepisce ben 9 milioni di euro l’anno, quindi 4,5 da gennaio al 30 giugno. Non pochi. Fabregas comunque rimane un’opzione, anche perché a 31 anni può ancora dire la sua. Per il centrocampo il preferito di Gattuso rimane Paredes dello Zenit, ma i russi lo valutano 30 milioni e, al momento, non vogliono cederlo. A causa dell’infortunio di Rafinha, si allontana invece Vidal.

Il caso nazionale è nato negli studi di Telelombardia. Ore 22,30 circa. In collegamento telefonico con Qui studio a voi stadio c’è Carlo Pellegatti, che prova disperatamente a trovare qualcosa di positivo nel pareggio a tempo scaduto della Lazio con il Milan. Impresa non facile. Quel gol di Correa quando l’impresa sembrava fatta sa di stagione sfortunata. Il buon Pellegatti sta facendo l’elogio di Gattuso: «Ecco la risposta a chi lo critica sempre: ha messo in scacco la Lazio con una squadra ridotta ai minimi termini…». E’ proprio in quel momento che arriva al mio telefono un sms di Matteo Salvini: «Glielo spieghi tu, a Gattuso, che può fare dei cambi durante la partita?». L’occasione è troppo ghiotta per non chiedergli di essere lui a dircelo in diretta, tanto più che era stato inquadrato più volte in tribuna. Il vice premier risponde sintetico: «Sono pronto».
A questo punto è necessaria una piccola digressione. Salvini negli anni è stato spesso ospite a Qsvs e si è sempre divertito a parlare di Milan. Lo stesso dicasi per altri politici di tutti gli schieramenti (tranne i grillini che usano la tv solo quando fa comodo a loro per parlare di politica e per il resto la schifano). L’intervento calcistico del vice premier era sicuramente interessante dal punto di vista giornalistico, come hanno dimostrato le reazioni successive la famosa «vasta eco» che ne è stata conseguenza. Il resto è cronaca recente. Alla fine dello scambio mediatico Salvini-Gattuso è rimasta irrisolta, però, la questione sollevata dal tecnico milanista: un politico può parlare di calcio? L’assioma di Ringhio (condiviso da molti) è: il politico può solo parlare di politica, se si interessa di calcio perde tempo. Pochi giorni dopo Kolarov è andato oltre la politica: perfino il tifoso non può esprimere giudici perché non capisce di calcio. Ecco, io vorrei dire a Kolarov e Gattuso (uomo straordinario e bravo come tecnico) che perfino tra gli addetti ai lavori è praticamente impossibile trovare una versione comune nell’analisi di una partita. Gli allenatori disoccupati passano il tempo a sussurrare che i colleghi in panchina sbagliano in continuazione. Lo stesso Gattuso, un anno fa, accusò Montella di avere sbagliato completamente la preparazione atletica del Milan. Dunque, in assenza di una sola teoria riconosciuta e certa che possa spiegare l’affascinante imprevedibilità del calcio, sarebbe saggio se tecnici e calciatori accettassero più serenamente di essere messi in discussione, sempre. Che sia un vice premier, un taxista, un impiegato statale o un medico. Spesso negli studi di Telelombardia si sono rivelate più azzeccate le analisi di semplici appassionati rispetto a quelle di ex tecnici o calciatori. E, in base al sacro principio che per parlare di ippica non occorre essere stati cavalli, suggerisco a Gattuso di sfogare eventualmente il proprio disappunto nel segreto dell’urna. A Kolarov, invece, di provare a giocar meglio. Così tornerà magicamente a considerare appropriatio i giudizi dei suoi tifosi.

In alcuni momenti dell’anno, i leoni possono arrivare a digiunare forzatamente anche per parecchi giorni. Due settimane e oltre senza campo, però, sono troppi anche per un esemplare di grande esperienza come Gonzalo Higuain: lui si ciba di gol e pallone pratica- mente senza sosta e restare a guardare in tribuna dev’essere stato un tormento. Gli ultimi ruggiti fuori posto, nella sera- taccia contro la Juve, lo hanno costretto alla cattività, quelli attesi stasera a San Siro invece dovranno sfamare l’appetito del Pipita e collocare il suo Mi- lan sui binari giusti per il passaggio del turno nel girone di Europa League. Voglia di partita sì, altri pensieri invece no. Nei venti minuti passati di fronte ai giornalisti nella sala conferenze di Milanello, Higuain ha usato due volte la parola «testa» e in entrambi i casi lo ha fatto per chiarire i concetti che porta bene impressi in mente da agosto a questa parte: fare quello che sa e vincere col Diavolo. «Spero di tornare a segnare e aiutare la squadra – dice l’argentino -, la mia testa è lì. Non ho mai pensato di andare via, la mia testa è tutta sul Mi- lan, con cui ho scelto di giocare sulla base di quanto fatto l’anno scorso dalla squadra. Io qui non mi sento la stella, sono un giocatore in più sul quale la società ha investito per raggiungere i suoi obiettivi, dimostrerò che con me non ha sbagliato».

CONDOTTIERO È un Pipita diverso quello che parla accanto a Gattuso: sorride più del solito, mantiene un basso profilo nei toni ma pronuncia parole da leader. Gonzalo elogia icompagni «che lavorano durissimo in allenamento e mostrano sempre una gran voglia di crescere» e spende parole al miele per il tecnico, «che mi capisce più di altri perché viviamo il campo allo stesso modo». Si prepara ad aprire le porte a Ibra, «un grandissimo giocatore, a tutti piace avere a fianco gente così» ma non dimentica il

«fratellino» Cutrone, con cui stasera farà coppia: «Quando dice che si sente onorato di giocare con me, mi spinge ad alzare il livello e fare sempre di più». Parla da condottiero, Higuain, specialmente quando sottolinea la prestazione dei compagni alFOlimpico con la Lazio: «È stata una soddisfazione vederli lottare così, questa squadra è competitiva ma poco fortunata: meriteremmo di stare più su in classifica, anche se dobbiamo imparare a gestire meglio le situazioni di vantaggio». Per Rino, invece, Gonzalo deve salire di qualche tacca nel controllo delle emozioni: «Ha la grande dote di sapere di essere un numero uno senza risultare presuntuoso, ma quando la linea non è dritta come vuole lui comincia a innervosirsi e il gruppo ne risente».

OBIETTIVI Quegli impulsi, il Pipita sembra averli anestetizzati alla grande, ora serve la controprova sul campo. Contro una squadra che con una mensilità dell’argentino pagherebbe il monte stipendi annuale di tutta la propria rosa (parole del tecnico del Dudelange, Dino Toppmòller) c’è bisogno di un successo decisamente meno sofferto di quello dell’andata, risolto proprio da Higuain, anche perché per il Pipa la sensazione di poter alzare un trofeo alla prima stagione rossonera resta vivissima: «Quando ero alla Juve questa squadra ha vinto una Supercoppa Italiana, giocato la finale di Coppa Italia e sfiorato la Champions. L’Europa è nella storia del Milan, abbiamo tutte le carte per lottare in questo torneo, poi dipenderà da noi e dal destino, il calcio è fatto anche di fortuna». E di gol: stasera il leone torna a caccia.

Un enorme turn over, che alla fine, consentirà di mandare in campo il Milan di Elliott. Ecco cosa propone l’esordio dei rossoneri in Europa League: giocheranno, per la prima volta, tutti i giocatori arrivati in questa ultima sessione di mercato (per correttezza, Reina in realtà è ancora “figlio” della gestione Fassone-Mirabelli), ovvero acquistati quando il fondo inglese aveva già preso possesso del club. Tra i nuovi acquisti rimarranno fuori altri due acquisti della vecchia gestione, vale a dire Halilovic, che si siederà in panchina, e Strinic, sempre bloccato, come è noto da problemi cardiaci.

Esordio assoluto

Per Pepe Reina e Mattia Caldara sarà la prima assoluta con la maglia del Milan. Il portiere è al momento chiuso da Donnarumma, in campionato: il “ragazzino” non è apparso immune da colpe, in alcune circostanze, ma per il momento la gerarchia non si tocca, anche se è evidente che una grande prestazione (difficile ipotizzarla con i dilettanti lussemburghesi, in realtà) potrebbe comunque far capire a Gattuso che l’alternativa è più che valida. «Pepe giocherà – ha spiegato il tecnico – ci sta dando tantissimo e non solo a livello calcistico. Sta dando alla squadra leadership e carisma. Sembra che stia in spogliatoio con noi da anni. E’ un ragazzo solare, che ama questo mestiere ed è coerente con tutto quello che dice. E questo si tocca con mano. Sta ore e ore a Milanello e quando dico che Gigio deve fare copia e incolla, mi riferisco alla passione che ci mette e come si allena all’età che ha». Anche per Caldara sarà la prima volta in assoluto. Esclusioni che inizialmente hanno lasciato perplessi, ma che sono state spiegate con grande sincerità da Gattuso,

controprova

Bakayoko, Laxalt e Castillejo, invece, qualche minuto lo hanno già disputato, in questa prima parte di stagione. Lasciando, peraltro, segnali lusinghieri. Il francese deve ancora prendere confidenza con il campionato italiano, deve trovare un po’ di equilibrio tattico, in un calcio sicuramente nel quale ha molta più importanza rispetto a Francia e Inghilterra, ma alla fine potrebbe risultare molto utile. A centrocampo campo c’era bisogno di un altro giocatore “fisico” da affiancare o da alternare a Kessie. E Bakayoko può sicuramente avere caratteristiche interessanti, seppur leggermente più difensivo. Non solo: è l’uomo che potrebbe consentire a Gattuso, se servisse, di cambiare modulo e di passare dal 4-3-3 al 4-2-3-1 che consentirebbe sviluppi di formazione imprevisti. Laxalt, tra tutti il più conosciuto, visti i suoi pregressi in Italia, è ovviamente il giocatore che ha avuto minori problemi di inserimento. Mandato in campo, è sembrato essere da sempre nel Milan: se ora il titolare della fascia sinistra è Ricardo Rodriguez e l’uruguagio il suo primo ambio, non scommetteremmo sul fatto che a fine stagione le gerarchie siano rimaste le stesse. Anche Castillejo, mandato in campo per complessivi 27 minuti tra Cagliari e Roma, ha trasmesso buone sensazioni. Serve la verifica a tempo pieno, pur con tutte le cautele che una sfida contro i lussemburghesi comporta.

voglia di bis

Facendo due conti, nell’ambito di un turn over pazzesco voluto da Gattuso, rimarranno due soli giocatori impiegati da titolari anche in campionato: Romagnoli, che come capitano del Milan è sempre in prima linea, e anche Higuain, atteso subito da un bis dopo aver realizzato il primo gol in maglia rossonera a Cagliari. Se, da un lato, l’argentino è in continuità con le altre gare, anche lui fa però parte dei giocatori arrivati con la gestione Elliott, che così diventano, appunto, cinque: Laxalt, Bakayoko, Caldara, Castillejo e Higuain sono tutti giocatori voluti e presi da Leonardo. E allora, questa gara di esordio in Europa League, diventa anche un indiretto banco di prova per valutare il lavoro del nuovo direttore generale. L’impressione è che abbia lavorato bene, ma come sempre sarà il campo a dare il verdetto definitivo.

Ignazio Abate ha dato la sua benedizione a Mattia Caldara nella conferenza stampa pre Dudelange-Milan. Il terzino e veterano milanista, a domanda specifica sul centrale difensivo che questa sera farà il suo esordio ufficiale con la maglia del Milan, ha affermato: «E’ un grande professionista, arriva sempre 2-3 ore prima al campo e sta crescendo tanto». Poi arriva l’investitura: «Insieme a Romagnoli è destinato a diventare uno dei più forti nel suo ruolo. Passare dai meccanismi della difesa a tre a quella a quattro non è cosa semplice, ma sono sicuro che presto entrerà a pieno regime nei meccanismi della squadra». Abate ritroverà la maglia da titolare dopo un avvio di stagione da comprimario alle spalle di Davide Calabria e, insieme a lui, scenderanno in campo anche tutti quei giocatori che, fino ad ora, hanno avuto poco spazio. Ecco allora che in difesa, davanti a Pepe Reina (anche lui al debutto in maglia Milan in partite ufficiali), ci sarà anche Laxalt sulla corsia mancina mentre il centrocampo sarà tutto nuovo, con Bakayoko, José Mauri e Bertolacci (che non giocava una partita con il Milan dal maggio 2017, contro il Bologna a San Siro) che prenderanno il posto di Kessie, Biglia e Bonaventura (rimasto a Milanello per lavorare sulla velocità insieme ad altri compagni). In attacco ci sarà spazio per Samu Castillejo e Fabio Borini ai lati di Gonzalo Higuain, in una riproposizione del tridente che ha giocato l’amichevole di due settimane fa contro la Pro Piacenza decisa da un gol dell’esterno italiano su assist dell’ex Villarreal. Per il Pipita, invece, sono attesi gli straordinari a meno che la partita non si mette bene, con Halilovic – altro volto nuovo che ancora non si è visto né in campionato né nelle amichevoli – che potrebbe ritagliarsi uno spezzone di partita.

Più che una trasferta è un viaggio indietro nel tempo. Non fino agli anni in cui era solo una promessa di Pipita – ormai anche qui, dietro le transenne dell’hotel Hilton di Lussemburgo, sono tifosi in fila perii suo autografo -, ma alle stagioni in cui frequentava gli stadi dell’Europa League.

TRE ANNI FA Riprendere U conto delle ventitré partite giocate nella competizione lo rimanda al febbraio 2016 ed è un po’ come ringiovanirsi: allora giocava nel Napoli e non superò il Villane al nel doppio turno dei sedicesimi. Per i gol, dieci in totale, bisogna indietreggiare ancora: nell’ottobre 2015 segnò l’ultimo nello stadio del Midylland, in Danimarca, a una squadra – secondo le stime di tifosi e fatturato – almeno quattro volte più consistente del Dudelange. Entrambi gli accadimenti risalgono alla stagione 2015-16, quella del record in campionato. Gonzalo segnò trentasei gol in A e di nuovo occorre guardarsi alle spalle: superò il precedente primato di Nordhal (a 35) che resisteva da sessantasei anni. Gattuso ha inoltre confessato che per fame, applicazione e condizione fisica, rivede nell’Higuain di oggi il Pipita d’oro di quel periodo, il più «fresco» della carriera. Gonzalo ha giocato a Swansea, Porto, Praga, Bratislava, Berna, Trebisonda, Mosca, Wolfsburg, Dnipro, Bruges, Varsavia, Hearing e appunto Villarreal, ma mai in Lussemburgo: è di nuovo tempo di scoperte.

SFIDE Higuain giocherà anche per via della contemporanea assenza di Cutrone, non al meglio. La sfida a distanza sarà con il «nove» avversario, Danel Sinani, 21 anni, stella della squadra e del caldo lussemburghese: nell’agosto scorso, durante il doppio confronto con il Cluj valido per l’accesso ai gironi, fu derisivo con tre gol in due partite. Un altro centravanti siede oggi in panchina ed è Dino Toppmòller, allenatore del Dudelange: la provocazione al Pipita l’aveva lanciata nei giorni scorsi e ribadita ieri pomeriggio: «Un mese di stipend di Higuain pagherebbe tutto il nostro club per una stagione intera, è di un altro pianeta». Gonzalo è abituato a parlare (e replicare) con i gol: il primo rossonero è stato a Cagliari, quando poi era uscito dal campo nervoso per la mancata vittoria e probabilmente per la scarsa assistenza ricevuta. L’insofferenza di Higuain, strano a dirsi, ha avuto un effetto positivo sui tifòsi del Milan: il disappunto per una partita in salita e con pochi guizzi offensivi è stato lo stesso di chi ha a cuore le vicende rossonere. L’irritazione del centravanti è così diventata la rabbia del trascinatore. A mente fredda, l’attaccante si era fatto sentire sui social dove «posta» solo se ha concetti chiari da comunicare. Il Pipita non spreca voce né accessi alla rete: quello di lunedì scorso è stato il suo post numero 182 (Ronaldo, primo esempio, è a quota 2358). Ha ripreso una sua foto mentre esultava dopo il gol in Sardegna e aggiunto: «Dai ragazzi! Si continua. Non molliamo mai Felice per il mio primo gol con la maglia del Milan». Gattuso ne vorrebbe subito un altro: «Gonzalo è un grandissimo campione, si allena ogni giorno con entusiasmo. Ceno, va servito meglio ma non è vero che è fuori dal gioco: dopo Biglia è quello che tocca più palloni. Ora si è sbloccato e qui avrà altri novanta minuti per segnare ancora». Un gol, stavolta, permetterebbe a Milan del Pipita di guardare già al futuro.

Un Paese sfida una leggenda. Il sogno del Dudelange diventerà realtà questa sera, quando la squadra di Dino Toppmòller debutterà in Europa League, primo club del Gran Ducato del Lussemburgo a qualificarsi a una fase a gironi di una competizione Uefa, ospitando il Milan al Josy Barthel, lo stadio della Capitale e casa della della nazionale. Tutti esauriti gli 8.054 posti, il triplo rispetto ai2.600 delJosNosbaum Stadium, lo stadio di Dudelange,, non idoneo. Nato nel 1991 dalla fusione di tre club in quello che è il quarto comune del Lussemburgo (17mila anime), 1T91 Dudelange ha conquistato 14 campionati e 7 Coppe nazionali. Il club appartiene a Flavio Becca, 56 anni, lussemburghese di origine italiane (il papà è di Vaitopina, in provincia di Perugia), conosciuto perché col marchio Leopard, bevanda energetica, si è fatto strada nel ciclismo e ora vince nel Motomondiale: nel team diretto da Miodrag Kotur, ex uomo Ferrari, e Massimo Vergini, la Leopard ha conquistato il Mondiale Moto3 2017 con Joan Mir e quest’anno ha vinto gare con Enea Bastiamni e Lorenzo Dalla Porta.

Becca, quando ha comprato l’F91 Dudelange? «Nel 1998, e l’anno dopo ecco il primo titolo».

SI è fatto un nome col ciclismo. « Fino a 18 anni correvo in bici, papà sponsorizzava una squadra. Amo i motori, e il caldo è una passione. E poi mi piaceva l’idea una squadra che fermasse il dominio della Jeunesse, la Juve del Lussemburgo».

Quante squadre giocano nella DMslon Natlonale? «Quattordici. Ma in un Paese così piccolo sono troppe. Fossero 3-10 sarebbe un vantaggio».

Da dove arrivano I giocatori? «Abbiamo in rosa 11-12 lussemburghesi su una rosa di 27, gli altri arrivano da Belgio, Germania, branda, Georgia… Abbiamo l’ex difensore di Lazio e Psg, il serbo Milan Bisevac. La stella è l’olandese David Tùrpel, la scorsa stagione è stato con 30 gol il terzo realizzatore in Europa dietro Leo Messi e Mbappé. E c’è l’ex terzo portiere della Juventus, Landry Bonnefoi».

Professionisti e non. «Sette-otto al mattino lavorano. Toppmòller, allenatore del F91, è figlio di Klaus, ex attaccante che da allenatore portò il Bayer Leverkusen in finale di Chairqrions nel 2002».

Dudelange In Italia? «Potremmo giocare in G>. L’Europa League cosa significa?

«Qualificandoci ai gironi d siamo assicurati 3,8 milioni di euro, già più del budget della squadra, che è sui 2,5 milioni».

Lei è tifoso Interista…«Sì, ed ero socio dell’impresa Torno, che ha costruito il terzo anello di San Siro».

Sarebbe contento se…?«Sono realista, ma se arrivasse un pari..

Avendo già perso abbondantemente la pazienza a Cagliari, Rino Gattuso avrebbe voluto evitare che accadesse anche in Lussemburgo. Invece succede ancora prima di giocare, nella conferenza stampa della vigilia, quando un cronista locale chiede – e non era il primo- a lui e ad Abate se conoscono il nome di qualche giocatore del Dudelange. La domanda è parsa in Suona fede, ma a Rino non è piaciuta per nulla: «Vorrei sapere se pensate forse che a Milanello pettiniamo le bambole, o che siamo venuti qui per fare una passeggiata. Siamo perfettamente consapevoli di cosa d aspetta, le partite le prepariamo al meglio e sappiamo che non sarà facile. Cè grande rispetto per il Dudelange». Il giornalista lussemburghese senza saperlo ha toccato il nervo più scoperto, perché il Milan arriva da una partita che all’allenatore non è andata giù proprio per spirito, atteggiamento e organizzazione. Scorie che Gattuso vorrebbe lavare via al più presto anche se «quei venti minuti di Cagliari rimangono e non bisogna ripartire solo da quegli errori: c’è anche Napoli e una piccola parte con la Roma. Stiamo esprimendo un buon calcio ma non siamo costanti, la- sdamo tantissime cose per strada. Ho giocatori bravi, ma a volte se lo dimentica- no. Qui dobbiamo fare attenzione, è molto diffìcile anche se abbiamo qualcosa più di loro. Non voglio sentire alibi, tipo lo stadio piccolo».

CAMBI II Josy Sarthel ha ottomila posti e Gattuso non si fida: l’anno scorso debuttò in Europa al Rujevica di Rijeka, stessa capienza, e sappiamo come finì sebbene il Milan fosse già qualificato. Piuttosto, chi stasera sarà allo stadio assisterà a un piccolo, grande evento: Rino cambierà la squadra per nove undicesimi rispetto a Cagliari, e per un allenatore poco avvezzo al turnover è notevole. Esigenze varie: qualcuno ha bisogno di restare a Milanello a lavorare (Suso, Bonaventura, Rodriguez), altri non sono in condizioni perfette (Cutrone, Musacchio), altri ancora partiranno dalla panchina (Donnarumma, Kessie, Biglia, Calhanoglu). Per tre sarà il debutto stagionale dall’inizio (La- xalt, Bakayoko, Castillejo), per quattro esordio assoluto (Reina, Caldara, Bertolacci, Mauri). «Questi ragazzi mi mettono in difficoltà perché si allenano bene. Mi aspetto certi movimenti, di continuare col nostro calcio, verticalizzare un po’ di più e sapere quello che vogliamo fare. Quando si indossa una maglia gloriosa come questa e si incontra un avversario piccolo hai tutto da perdere».

Lux. O Luxembourg. Qualunque tifoso rosso- nero abbia seguito con un po’ di attenzione le vicende societarie dell’ultimo anno e mezzo, ormai ha dimestichezza con questi termini. Che poi, fino a un paio di mesi fa, di «lux» se n’è vista pochina. Comunque la mano di Crespo a Montecarlo ha regalato al Milan un incrocio emblematico: i rossoneri muove ranno il primo passo della nuova avventura europea proprio in quel Granducato da cui sono transitati i due cambi di proprietà. Qui infatti aveva e ha tutt’ora sede la Rossoneri Sport Investment Luxembourg, ovvero la società veicolo a cui tecnica- mente ha fatto capo il club. La controllante, insomma. Il nome non è cambiato: si chiamava così con Li Yon- ghong e si chiama così anche adesso con Elliott. Rossoneri Lux – la abbrevieremo così – è una holding nata a dicembre 2016 e diventata primaria nel panorama rossonero a marzo dell’anno scorso, quando il fondo cinese Sino Europe Sports creato da Li Yonghong le lasciò il posto – sempre sotto il controllo di Li – allo scopo di «portare a termine la transazione per l’acquisizione del Milan».

BUROCRAZIA Rossoneri Lux opera qui, in Rue Eugene Ruppert, questa via anonima del quartiere «la cloche d’or», distretto finanziario dove hanno sede compagnie come Deloitte e Pwc.

Prima, quando c’erano i cinesi, gli uffici erano in Rue Edward Steichene la sostanza non cambia: insegne di Bnp Paribas, Amazon, Vodafone, impiegati con il badge al collo lungo i marciapiedi. Il traslocè datato 12 luglio, pochi giorni prima dell’avvento di Elh’ott. All’atto pratico Rossoneri Lux è una semplice struttura burocratica, un veicolo normativo. Non d sono insegne e uffici pullulanti di funzionari, anzi La società è insediata, domiciliata presso un grosso studio di assistenza legale, commerciale e societaria che si chiama Intertrust e mette a disposizione i propri servizi. Un modus operandi normale in casi come questo. A occuparsi di Rossoneri Lux sono tre professionisti di Inter- trust in ambito legale. Ma all’esterno non c’è nulla di riconducibile: zero insegne, zero targhe in reception né targhette sulla buca delle lettere. E bocche cucite con occhiatacce ai cronisti curiosi. Contano i fatti allora, che vedono questa holding comparire nei momenti più caldi: il giorno del closing per esempio, quando Eininvest comunicò di aver «ceduto alla Rossoneri Lux la totalità delle azioni» dopo la spasmodica attesa dei soldi di mister Li dal Lussemburgo. Lo stesso Paese verso il quale si erano diretti gli avvocati di Elliott nei giorni della famosa escussione, ovvero il passaggio di proprietà da Li a Elliott per insolvenza. E in tempi più recenti è stata proprio Rossoneri Lux, nell’assemblea dei soci del 21 luglio, a chiedere e ottenere la testa di Li e Passone.

Modulo comprensibilmente difensivo per i padroni di casa che dovrebbero scendere in campo col 5-4-1 con  Frising in porta, Schnell,  Maiget,  Bisevac, Cruz, El Hriti in difesa; Sinani, Courturier, Kruska, Stolz a centrocampo e Turpel unica punta.

Consueto 4-3-3 per Gattuso che dovrebbe fare diversi cambi rispetto all’11 titolare domenica scorsa: Reina in porta; Abate, Caldara, Romagnoli, Laxalt in difesa; Bakayoko; Mauri, Bertolacci in difesa; Borini, Higuain e Castillejo in attacco.

La partita Dudelage – Milan sarà trasmessa in diretta tv sui canali Sky Sport Uno e Sky Sport e in chiaro su Tv8. Per chi intende guardarla in streaming potrà farlo utilizzando la piattaforma Sky Go o il sito di Tv8.



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