Caterina Balivo, un Babbo Natale con gambe mozzafiato: e che scollatura!



Caro Babbo Natale ti scrivo… «Ho impiegato 40 anni per inviare la mia prima letterina dei desideri e l’ho fatto grazie al mio programma in Tv. A casa mia, ad Aversa, per volontà di papà non si faceva l’albero perché considerato un rito pagano. I doni li portava la Befana. Mi toccava aspettare fino al 6 gennaio per scartare un unico pacco e sperare che la calza contenesse più caramelle che carbone. Quest’anno, però, ho giocato d’anticipo e mi sento compensata»



Caterina Balivo atterra da Roma su tacchi dorati per realizzare questo servizio che la incorona regina delle Feste. «Le adoro, le Feste! Quest’anno il mio abete decorato brilla in salotto da metà novembre, ho pecorelle e Re Magi disseminati in tutta casa perché mia figlia Cora, di due anni, li preleva dal presepe per giocarci. E la mia richiesta è stata esaudita». Niente gioielli, né abiti e neppure viaggi. «Ho chiesto qualcosa di più prezioso: volevo avere Pippo Baudo ospite di Vieni da me nella puntata del 24 dicembre. Penso che in Italia non esista nessuno che faccia famiglia, che rappresenti la quiete rassicurante di casa quanto lui.

Ho pensato a chi è meno fortunato, a chi è solo: per loro ricevere i suoi auguri pieni di affetto, su Raiuno, farà la differenza». Una sistemata al fiocco nei capelli e Caterina prosegue: «Ringrazio ogni giorno per quello ho: la famiglia, i miei bambini, Guido Alberto e Cora, mio marito Guido Maria. Sono il regalo più grande che la vita potesse riservarmi. Mi ritengo molto fortunata, ed è per questo che mi piace poter essere d aiuto a chi ha meno».

Nel difficile gioco d’equilibrio e fatica tra vita pubblica, dirette quotidiane e sfera privata, la Balivo riesce a gestire con rara maestria tutti i ruoli e le emozioni. «Sono una mamma imperfetta che cerca di seguire al meglio i bambini. E se fino a poco tempo fa cercavo di accontentarli il più possibile, ora ho capito che i figli hanno bisogno di regole, di sentirsi dire no, di vederti come un punto di riferimento solido che non li asseconda sempre. È un atteggiamento più complesso, ma alla lunga paga».

Parla dei sui figli e gli occhi di Caterina brillano come gli abiti scintillanti con i quali sfila nelle nostre pagine. «Guido Alberto ha 7 anni, è intelligente, molto fisico, biondissimo e sensibile. Cora, pur avendo poco più di due anni, ha già un caratterino ben definito, è una che fa sentire le sue ragioni ed è già pazza delle mie scarpe con il tacco. Quando crescerà dovrò attrezzarmi per evitare di fare Èva contro Èva», scherza.

Ma sarà ardua, avendo una madre così realizzata, di successo e naturalmente bella. Caterina ride. «Mi definirei femminile, curata, ma i 40 anni che compirò a febbraio iniziano a manifestarsi con piccole rughette», sottolinea senza ansie mentre accavalla gambe lunghe, perfette e ci regala il più bel sorriso delle televisione italiana. «A 20 anni non avevo capito che ero bella. Pensavo fossero tutte meglio di me, non mi vedevo sensuale, semmai simpatica, schietta e con la risata sonora sempre pronta. Insomma, tutto tranne che sexy. Ora ho maggior consapevolezza del mio corpo, sto bene nella mia pelle e ho fatto pace con i miei capelli ribelli, che sono sempre stati un cruccio. Se mi guardo allo specchio vedo una donna appagata, ma un po’ sbattuta», ride, «nel senso che do tutto agli altri e tempo per me ne resta pochino. Ma mi basta sapere che per mio marito resto la donna più bella del mondo. Lui mi dice così e io voglio credergli».

Nel 2019 avete festeggiato 10 anni d’amore. «Ho come riferimento i miei genitori e i mie suoceri, coppie solide, legate da 50 anni, il traguardo vero sarà festeggiare i 30 anni d’unione», e scoppia a ridere. «Anche in amore è un continuo imparare, ascoltare, ascoltarsi. I segreti per una lunga tenuta? Cercare di ricucire appena vedi che c’è uno strappo, mettere da parte l ego, cercare di abbozzare e armarsi di pazienza. Ho sposato un uomo meraviglioso, intelligente e sensibile, che mi ha permesso di avere una visione più profonda delle cose. Lavora tanto e quest’anno ci siamo spesso divisi tra Roma, dove da due anni vivo e lavoro io, e Milano, dove prima vivevamo insieme e dove lui ancora lavora.

Confesso che la distanza pesa, la normalità familiare quotidiana mi manca troppo. Per fortuna adesso è Natale ed è bellissimo ritrovarsi tutti insieme nella nostra casa di legno, tra le Dolomiti». L’atmosfera che descrive è da fiaba: «Io cucino un brodo di cappone favoloso, ma voglio sperimentare piatti della tradizione ladina, che mio marito testerà. I bambini sono eccitatissimi per l’arrivo di Babbo Natale, gli amici scaldano l’atmosfera».
E in un balzo ci troveremo nel 2020. «Ho già un buon proposito: non inseguire il tempo, cercherò di fare scelte che non sottraggano troppo tempo alla famiglia. A 40 anni si diventa più grandi, ma anche più sagge e la qualità della vita è un tesoro da preservare. Quando una donna sta bene e trova quel famoso equilibrio tra lavoro e cuore, diventa ancora più bella».



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