Charlene e Alberto di Monaco sono apparsi al settantunesimo Gala della Croce rossa monegasca



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Come una coppia di fidanzati novelli, romantici e d’altri tempi. Così il principe Alberto di Monaco e la moglie Charlene sono apparsi al settantunesimo Gala della Croce rossa monegasca. La coppia, come tradizione impone, ha aperto l’evento estivo per eccellenza, che mescola glamour e solidarietà, ma mai si era vista così affiatata.



Alberto ha infatti esternato l’ammirazione per la consorte con un tenero baciamano in pista. Impossibile, del resto, non restare ipnotizzati dall’ex nuotatrice sudafricana, che per l’occasione ha brillato con un abito lungo con mantello firmato Marchesa Notte. Una mise elegantissima, amata dalle nobildonne di tutto il mondo, dalla regina Letizia di Spagna alle duchesse britanniche Kate e Meghan, più volte immortalate con abiti simili. Da notare anche lo chignon basso sfoggiato dalla principessa con le frange ondulate sul davanti, un’acconciatura opera dell’hair stylist Stéphane Madinier, che si era occupato delle real chiome anche il giorno delle nozze, nel 2011.

Un look studiatissimo, che ha reso Charlene molto simile (senza sfigurare nel paragone) all’indimenticabile Grace Kelly, la suocera mai conosciuta, ma la cui presenza aleggia sempre su Montecarlo. E nonostante qualche maligno abbia fatto notare i lineamenti modificati della moglie di Alberto – il sospetto di ritocchini è diventato quasi una certezza – non c’è dubbio che sia stata lei l’unica stella della serata. Le due primedonne della Rocca, Caroline e Charlene, si sono divise la scena: alla figlia di Ranieri III spetta presiedere il Ballo della Rosa, alla principessa regnante questo di mezza estate. Avvenuto quest’anno in concomitanza del matrimonio civile (e privato) a Palazzo Grimaldi tra Louis Ducruet, primogenito di Stéphanie, e Marie Chevallier, già ribattezzata la Pocahontas del principato per le sue origini vietnamite, splendida con la sofisticata tuta in crepe di seta di Rosa Clará.

La coppia si è poi giurata amore eterno sabato 27 luglio nella cattedrale dell’Immacolata Concezione di Monaco (conosciuta anche come Cattedrale di San Nicola), la stessa dove nell’aprile del 1956 si scambiarono i voti – e sono anche sepolti – i nonni di Louis, il principe Ranieri e Grace Kelly. Una scelta di cuore, come aveva rivelato lo stesso sposo al magazine francese Point de vue: «Crescere nella famiglia principesca ti lega fortemente a questo Paese, per me è stato ovvio scegliere di sposarmi nella cattedrale, saremo vicini a mio nonno: questo sarà il nostro modo di associarlo alla nostra felicità. Era un uomo che ammiravo, gli ero molto legato».

È stata Pauline Ducruet, sorella dello sposo e stilista (ha appena presentato il suo brand, Alter Designs) a ideare l’abito di Marie per la sfarzosa cerimonia religiosa. Un long dress realizzato dall’Atelier Boisanger di Monaco in pizzo chantilly, che ha richiesto 300 ore di lavorazione solo per i preziosi ricami. La sposa ha raggiunto la chiesa su un’auto storica scoperta, le lacrime di gioia impossibili da trattenere. All’altare la aspettava Louis, dopo avere sfilato lungo le navate al braccio della madre in giallo canarino. Tra le damigelle, tutte in abiti nei toni della terra, le amiche più intime di Marie e Camille Gottlieb, ultimogenita di Stéphanie, che con la sposa intrattiene un rapporto davvero stretto.

Il party è andato avanti fino a notte inoltrata. Marie si è scatenata in pista vestendo un altro modello di Rosa Clarà in pizzo, con gonna ben sopra il ginocchio, profonda scollatura sul davanti, applicazioni in perline e lungo strascico. A festeggiare gli sposi, la famiglia quasi al completo: c’erano Alberto a Caroline, Charlotte con Dimitri Rassam, Pierre con Beatrice Borromeo, Andrea con Tatiana Santo Domingo. In coppia anche Alexandra di Hannover, con l’ormai storico fidanzato Ben-Sylvester Strautmann. Resta un giallo, come l’abito di Stéphanie, l’assenza assordante di Charlene. La sua partecipazione al party dopo le nozze civili di Charlotte aveva fatto pensare a una distensione di rapporti all’interno della famiglia Grimaldi. Pare proprio non sia così.



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