Divieto di auto con targa estera: scattano le multe per i furbetti



Quanti di voi circolando con la propria auto sono stati affiancati da un autoveicolo con targa estera? Si tratta spesso di uno strumento sempre più utilizzato da chi ad esempio vuole evitare di pagare in Italia il bollo auto, la revisione, l’assicurazione o le multe.



Non parliamo solo di stranieri residenti in Italia, ma in molte occasioni sono italiani che noleggia auto con targa straniera per sfuggire ai controlli o alle sanzioni imposte dal nostro paese.

Decreto sicurezza: le misure del governo

Di recente il governo ha cercato di trovare un rimedio inserendo nel cosiddetto decreto sicurezza delle modifiche al codice della strada. Oggi veicoli immatricolati all’estero possono circolare in Italia solo per un anno, termine oltre il quale scatta l’interdizione a circolazione ed una sanzione amministrativa.

È difficile se non concretamente impossibile individuare l’esatto momento in cui un veicolo con targa estera entra in Italia, e quindi calcolare il citato periodo annuale. D’ora in poi sarà vietato a chi risiede in Italia da oltre 60 giorni di circolare sul territorio nazionale con vincoli con targa estera per evitare la cosiddetta estero vestizione. In sostanza viene accelerato l’obbligo di nazionalizzare i veicoli immatricolati all’estero per gli intestatari stabiliscono la residenza in Italia, passando dall’hanno concesso in precedenza agli attuali 60 giorni.

In caso di inadempimento all’obbligo, prevista una sanzione da € 712 ad Euro 2840 e l’obbligo di regolarizzare il veicolo in Italia entro i successivi 180 giorni. In questo lasso di tempo il veicolo stesso viene tenuto in deposito o a cura della pubblica amministrazione e se la nazionalizzazione non viene regolarmente effettuata all’ora della confisca del mezzo. Continueranno comunque a resistere delle eccezioni, sarà ancora possibile, circolare con un veicolo a targa estera nell’ipotesi di veicolo concesso in leasing o in locazione senza conducente, da parte dell’impresa costituita in un altro paese membro dell’unione europea che non hanno Italia una sede secondaria.

Il veicolo inoltre potrà circolare con una targa estera nell’ipotesi in cui sia concesso in comodato a un soggetto residente in Italia ma che collabora o al dipendente di un’impresa costituita in un altro paese membro dell’Unione Europea. In questi casi però, a bordo del veicolo dovrà essere un costo di un documento sottoscritto intestatario e recante data certa, dal quale risultino il titolo che la durata della disponibilità del veicolo. In mancanza di tale documento la disponibilità del veicolo si considera in capo a conducente che risponderà personalmente delle relative sanzioni amministrative o addirittura del fermo amministrativo.



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