Intolleranza e allergia, su latte e latticini si fa confusione e non mancano le fake news



Nei blog si leggono spesso post in cui si afferma che – poiché si è intolleranti al lattosio – non si riesce a digerire le proteine del latte. Esprimersi in questo modo non è corretto. Il lattosio e le proteine del latte sono infatti due costituenti del latte che appartengono a due macro-gruppi di nutrienti diversi. Il fatto di non riuscire a digerire uno dei due rimanda a due diManuela Campanelli condizioni diverse che si devono affrontare in modo differente. Mettiamo allora i puntini sulle “i” e – dato che a gennaio inizia l’anno nuovo – partiamo con il piede giusto diventando dapprima consapevoli con quali molecole il nostro organismo non va d’accordo per usare un linguaggio appropriato quando parliamo di noi stessi.



QUANDO IL PROBLEMA È QUESTIONE DI DIGESTIONE Una mancanza parziale o totale della lattasi, l’enzima che scinde il lattosio nei due zuccheri, glucosio e galattosio, fa diventare intolleranti al lattosio. Oltre il 50 per cento dei nostri connazionali ha questa carenza che può essere acquisita o determinata dai geni e manifestarsi pertanto con diversi gradi di variabilità. «A volte si tratta infatti di una condizione temporanea, causata per esempio dall’uso occasionale di farmaci o da una virosi gastrointestinale che impedisce la produzione dell’enzima per un certo periodo di tempo. Nella stragrande maggioranza dei casi il deficit di lattasi – assoluto o relativo – è invece permanente. In ogni caso, il lattosio viene metabolizzato dalla flora batterica intestinale con produzione di gas o eliminato con le feci», dice Riccardo Asero, allergologo e responsabile dell’Ambulatorio di Allergologia alla Clinica San Carlo di Paderno Dugnano, alle porte di Milano. In genere, l’intolleranza al lattosio insorge con l’avanzare dell’età. Capita infatti spesso di sentire persone che ricordano come un tempo potevano bere il latte e il cappuccino o mangiare i formaggi freschi senza problemi e ora invece non possono più gustarli senza avvertire per esempio dolore o gonfiore addominale, meteorismo, pesantezza di stomaco, diarrea o stitichezza. Con il passare degli anni, si riduce infatti la quantità di lattasi prodotta. Altri ancora sono invece nati con il gene mutato per la lattasi o con una predisposizione che consiste nell’avere una sola copia del gene difettoso. Se nel primo caso la persona andrà incontro di sicuro all’intolleranza al lattosio, nel secondo diventerà portatrice di una variazione del Dna per la lattasi che non condurrà necessariamente all’intolleranza.

TRA PROTEINE E SISTEMA IMMUNITARIO Chi è allergico alle proteine del latte ha invece un problema legato a una risposta anomala del sistema immunitario che – se non riconosciuta – può mettere in pericolo la vita. Succede infatti che le proteine del siero e le caseine vengano riconosciute come “nemici” da annientare dalle immunoglobuline E che danno il via a una vera e propria battaglia: attivano i mastociti e i basofili che producono una tempesta di sostanze infiammatorie in grado di scatenare una grave reazione allergica qual è lo shock anafilattico. Questa forma di allergia alimentare si manifesta di solito nei bambini molto piccoli di pochi mesi di vita, si risolve nella maggior parte dei casi con la crescita ed è pertanto rara negli adulti.

SONO DIVERSI ANCHE I PERCORSI DIAGNOSTICI Per riconoscere l’intolleranza al lattosio occorre innanzitutto eseguire una visita medica in cui raccontare i propri sintomi. «Se una persona riferisce che dopo aver bevuto il latte deve correre in bagno – e ha un’età uguale o superiore a 15 anni – è molto probabile che sia intollerante al lattosio», dice Riccardo Asero. Per confermare il disturbo si esegue di solito il breath test, un esame non invasivo che indica l’attività della lattasi quantificando la presenza di idrogeno espirato prima e dopo l’assunzione di lattosio. Se il lattosio non viene digerito, permane infatti nel lume intestinale dove inizia a fermentare producendo acidi grassi a catena corta e gas, quali appunto l’idrogeno. Nei casi dubbi, si esegue il test genetico che analizza il Dna – e quindi il gene della lattasi – contenuto in alcune cellule prelevate dalla mucosa della bocca. Per diagnosticare invece l’allergia alle proteine del latte, è sempre necessaria una visita medica seguita dallo skin prick test, un test allergologico cutaneo in cui una goccia di allergene, in questo caso di latte vaccino o derivati, viene posta sulla pelle per valutare la reattività della persona a esso. Può inoltre seguire un esame del sangue per dosare le immunoglobuline E specifiche per un estratto in toto di latte vaccino o per le sue componenti allergeniche, quali la beta-lattoglobulina, l’alfalattoalbumina e le caseine.

TUTTI GLI ALIMENTI CHE SI POSSONO MANGIARE Chi è intollerante al lattosio, può consumare alimenti che contengono proteine del latte purché siano privi di lattosio. Chi è allergico alle proteine del latte non può invece bere o mangiare nessun latticino perché anche minime quantità di proteine allergeniche del latte potrebbero scatenare una seria reazione. «Gli allergici alle proteine del latte vaccino non possono bere il latte di ovini – pecora o capra – mentre tollerano generalmente il latte di asina, cavalla o cammella poiché le proteine che vi si trovano sono diverse da quelle presenti nel latte prodotto dai bovidi», precisa Riccardo Asero. In entrambi i casi è bene leggere con attenzione le etichette dei prodotti, poiché lattosio e proteine del latte sono spesso addizionati ad alimenti in cui non sono presenti naturalmente. Il lattosio si può per esempio ritrovare nei salumi, nei prodotti da forno dolci o salati, o in quelli destinati alla lunga conservazione. Le proteine del latte si possono trovare anche nei prodotti per sportivi, quali barrette nutrizionali, o usate per aumentare la stabilità e la conservazione degli alimenti.



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