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Questo articolo in breve

L’appuntamento è per le 12:30 con un ricco prepartita condotto dal direttore Maurizio Criscitiello, mentre alle 13:30 si scenderà in campo con il match. Juventus – Tottenham può essere vista, oltre che sul sito ufficiale di Sportitalia in alta definizione, anche su digitale terrestre in chiaro alla posizione 60, tramite il mux DFREE (UHF 50).



Sù il sipario al National Stadium di Singapore, la Juve (contro il Tottenham) è servita. Oggi – ore 13.30 italiane, 19.30 locali – riflettori puntati sui Campioni d’Italia in versione tecnicamente rivoluzionata e organicamente puntellata in maniera massiccia. In panchina non ci sarà Pep Guardiola, ma un Maurizio Sarri che sta scalando i gradini della popolarità bianconera anche sul fronte degli scettici in quanto a modo di porsi e feedback che giungono dai suoi giocatori. Mentre in campo ci saranno quasi tutti i nuovi, importanti, in taluni casi costosissimi acquisti.

Ce n’è per tutti i gusti: il predestinato Matthijs De Ligt, il rampante Merih Demiral, il rinato Adrien Rabiot, il ritornato Gigi Buffon. Pure il restituito Gonzalo Higuain. Unico assente è Aaron Ramsey, rimasto a Torino per proseguire nel lavoro personalizzato. Insomma, la curiosità è tanta. E va bene che i giocatori saranno un po’ spossati dal caldo e dall’estenuante lavoro fisico di questi gironi, che il Tottenham sarà assai più rodato, che i succitati giocatori dovranno essere dosati e qualcuno partirà dalla panchina, ma la curiosità è comunque enorme. A prescindere dal risultato, c’è la sensazione che la Juventus stia iniziando un processo di ulteriore crescita dal punto di vista delle qualità, della convinzione, delle ambizioni. Anche perché, oltre agli acquisti estivi c’è ancora un Cristiano Ronaldo carico e motivato che, dalla sua, ha un anno di rodaggio nella nuova realtà bianconera.

Nell’allenamento della vigilia Sarri ha mischiato le carte. Giocatori della prima squadra divisi, Ronaldo “senza pettorina”: non è da escludere che possa subentrare, anche se un suo impiego da titolare resta probabile. La squadra tipo, mettiamola così, potrebbe essere composta da Szczesny tra i pali; Cancelo, Demiral (che dopo la partita anziché volare in Cina con la squadra tornerà in Italia, visto le complicanze con il visto d’ingresso), Bonucci e De Sciglio; a centrocampo Emre Can, Pjanic e Rabiot; in attacco Bernardeschi, Mandzukic e Cristiano Ronaldo rigorosamente a sinistra, come punto di partenza, per poi accentrarsi (Sarri è stato chiarisismo in questo senso). La squadra tipo, però, è soggetta a “variazioni di percorso”. Qualcuno sarà sostituito dai più giovani aggregati in tournée in luogo dei vari Dybala, Ramsey, Cuadrado. Già così, comunque, c’è modo di rendersi conto di quanto sarà agguerrita la concorrenza all’interno di ogni singolo reparto e ruolo. Ma se si vuole puntare alla Champions, questo aspetto non è un ostacolo.

Al contrario. Bene sarà, per i diretti interessati, approfittare subito di ogni occasione pur di mettersi in mostra. «Vogliamo tornare a casa sani e salvi – ha detto Leonardo Bonucci a JTv – perché sarà una tournée intensa con gare importanti. Si vedranno le prime idee del mister e la voglia di questa Juve di crescere. La Juve è migliorata nei punti dove era carente». E ancora: «A livello personale vorrei tornare ad essere quello di due anni fa. De Ligt? E’ il giovane migliore al mondo in questo momento». Infine: «La stagione sarà combattuta, soprattutto in Italia: l’Inter ha preso uno dei migliori allenatori e il Napoli continua a crescere. In Europa le grandi squadre migliorano sempre e ci sarà da dare battaglia. Non vedo l’ora di iniziare». Oggi, appunto. La cornice sarà d’eccezione e all’altezza, l’avveniristico National Stadium di Singapore: giovane e sontuoso con i suoi 55 mila posti sotto un enorme tetto retrattile.

Essì, Maurizio Sarri bada al sodo, alla sostanza. Ad esempio può essere che non dia gran soddisfazione ai giornalisti locali, quando gli domandano se gli piaccia Singapore: niente compiacenti frasi di rito, ma la pura verità. «Non chiedetemelo, perché siamo arrivati da quattro ore ne abbiamo dormite tre, dunque non saprei cosa dire di Singapore ». Poi però, in compenso, da lì a pochi minuti si sdebita concedendo ai tanti appassionati di Juventus giunti apposta al Bishan Stadium (più di mille, esaltatissimi) una intera seduta di allenamento che, di fatto, rappresenta il primo vero squarcio dietro alle quinte della nuova macchina da gol che sta provando ad allestire.

Un assaggio di Sarri-Lab che abitualmente è celata allo sguardo dei curiosi. Sia pure al netto di qualche limitazione logistica detatta da spostamenti e location. Per dire, i famosi droni nell’occasione non si sono alzati in volo, anche se non è mancata una ripresa dall’alto (più precisamente dai piani più elevati della tribuna) di tutta la seduta, effettuata da parte dei match analyst bianconeri. Pure l’allenamento di ieri, insomma, sarà sottoposto a una maniacale visione per capire se e chi abbia mancato in qualcosa. Essì perché Sarri è minuzioso e meticoloso, cura il dettaglio e ha bisogno che ogni piccolo ingranaggio si incastri perfettamente con quello attorno. Non è un caso che i giocatori continuino ad insistere sul fatto che «bisogna capire esattamente quello che ci chiede il mister». L’allenamento inizia alle 18.50 circa locali e termina dopo le 20. Costituito da una prima fase di esercizi di riscaldamento su tappetino, una seconda fase di lavoro su corsa nel breve sino all’avvento di sua maestà la palla in un rapporto di 30 e 70 per cento circa (un po’ come i 70, che «sono i metri di campo in cui voglio che si veda quello che dico io» e 30, come i metri di campo in cui «sono i giocatori a metterci del loro»).

L’utilizzo della palla, del resto, è fondamentale e nodale per due motivi: Sarri vuole che ogni giocata sia automizzata ergo ripetuta all’infinito, eppoi vuole che i suoi giocatori si divertano mentre si allenano, in modo da portarli al massimo dell’impegno senza sfinirli. Ragion per cui anche quando non è prevista partitella (o affini), l’ex Chelsea studia insieme con i collaboratori esercizi stimolanti e insoliti (ad esempio l’utilizzo della fitball: la sfera gigante che si usa per esercizi muscolari a gruppi di due). Illuminante in tal senso, comunque, è Mattia De Sciglio (protagonista ieri in conferenza stampa insieme con Sarri): «E’ cambiato sicuramente tanto rispetto agli altri anni, il metodo di lavoro è totalmente diverso. Fino ad ora abbiamo fatto al mattino sedute specifiche per i reparti: lavoravamo, parlo per noi difensori, sui movimenti della linea visto che il mister vuole che difendiamo a zona rispetto che a uomo. Dunque, abbiamo insistito sui movimenti della linea nelle varie situazioni di gioco. Nel frattempo gli attaccanti facevano un altro lavoro mirato. Invece nel pomeriggio provavamo tutto quello che si era fatto la mattina, ma a livello di squadra. Si tratta di un metodo di allenamento tosto, con esercizi belli intensi, ma che ci piacciono». E ancora: «Lavoreremo sicuramente molto sul gioco di squadra. I risultati del gioco di Sarri si sono già visti nel il Napoli di qualche anno fa e nel Chelsea l’anno scorso.

Il nostro obiettivo sarà lo stesso, perché abbiamo le potenzialità per fare lo stesso e anche di più». Il famoso Sarriball, appunto. Che – tornando alla seduta di ieri – è culminato con una partitella a ranghi misti con i giocatori della prima squadra divisi e le formazioni (4-3-3) completate dagli aggregati: Bonucci e Demiral da una parte, De Ligt e Rugani dall’altra; Emre Can e Rabiot da una parte, Pjanic dall’altra. I due attacchi: Bernardeschi- Mandzukic da una parte, Higuain e Ronaldo dall’altra. Insomma, l’importante era che ogni elemento della prima squadra stesse al posto giusto. In chiusura, le azioni provate a campo libero, senza avversari. La specialità della casa, palla a terra e in velocità con uno, massimo due tocchi a giocatore, che esaltano i tifosi e annichiliscono gli avversari. Ebbene, Ronaldo s’è lasciato andare a colpi di classe per stuzzicare i presenti. CR7 era osannato. Ma attenzione anche a Higuain: i cori per lui erano tantissimi, all’insegna del «resta con noi»

Dopo la presentazione di pochi giorni fa alla Continassa – nella quale ha convinto anche buona parte di chi si diceva scettico, con la schiettezza e le idee chiare che lo caratterizzano – Maurizio Sarri è tornato a parlare della sua nuova creatura. Una Juventus che pian pianino il toscano sta cercando di forgiare a sua immagine e somiglianza e ch nel test in programma oggi contro il Tottenham inizierà a dare un assaggio degli effetti della rivoluzione tattica in corso. Pur al netto, si intende, delle difficoltà climatiche (una umidità che manco in una piscina coperta…) e del poco tempo lavorato. Ecco perché, dunque, nella sala stampa del Bishan Stadium di Singapore, teatro del primo allenamento singaporiano della Juventus, Sarri mette le mani avanti salvo poi puntualizzare ambizioni e obiettivi. «Mi aspetto una partita brutta, in condizioni climatiche difficili, con squadre stanche. Una delle quali, il Tottenham, è più avanti per condizione fisica e aspetto tattico visto che lavora da anni con Pochettino. Noi invece abbiamo lavorato solo su 2-3 aspetti in questi pochi giorni. Io so che vedrò poco di quello provato, ma so anche che sotto l’aspetto mentale mi piacerebbe vedere una squadra che cerca di fare certe cose. E poi, chiaro, gli errori saranno facilmente risolvibili. Sappiamo di essere molto indietro, vediamo di fare un primo passo. Tenendo conto del fatto che siamo a quaranta giorni dalla fine mercato, che aspettiamo 13 giocatori che non ho potuto convocare per infortunio o altri motivi. Insomma, siamo siamo al 50% della rosa». Ci sta, è il classico gioco delle parti cui partecipano tutti gli alenatori in questo periodo. Bramosi cioè di non creare troppe aspettative subito. Onde, semmai, stupire più avanti. Come, stupire? Semplice: Dobbiamo lavorare per costruire una nostra precisa identità di gioco: vogliamo diventare una squadra di forte caratterizzazione. E periamo poi che questo ci porti a vincere qualcosa». Qualcosa come il campionato, magari la Champions League. Fermo restando, però, che «ci sono altre 10-11 società del nostro stesso livello in Europa, anche le altre 9-10 sul mercato si stanno rinforzando molto.» La Juventus, al proposito, si rinforzerà ulteriormente da qui ad agosto. Qualcuno entrerà, qualcun altro saluterà il gruppo. Il sogno dei tifosi è Paul Pogba, ma Sarri ammette: «Non so, dovete chiedere a Paratici. Mi piace molto come giocatore, ma non conosco la situazione e non voglio parlare di un tesserato del Manchester United». Così come Higuain è un tesserato della Juventus, anche se non si sa ancora per quanto… «Io lavoro con i giocatori che la società mi mette a disposizione, in questo momento Gonzalo è a disposizione, lo considero al 100% nei programmi. Se la società prenderà altre decisioni, mi adeguerò». A proposito di giocatori a disposizione, l’ultimo arrivato è De Ligt: «Giocherà per un breve spezzone, contro il Tottenham, perché non ha fatto allenamento ma deve mettere assieme minuti con i compagni». La certezza, però, è che l’olandese (così come i suoi compagni di reparto) non mai giocherà mai in una difesa a tre: «Never», scandisce il tecnico. Mentre invece Cristiano Ronaldo sarà schierato per lo più in un attacco a tre, sul Lato sinistro: «Lui ha vinto tutto partendo leggermente defilato a sinistra: il primo tentativo è di metterlo nelle condizioni ideali per esprimersi al meglio. Bene inteso: è così forte che può giocare in qualsiasi posizione e sono sicuro che se dovrà fare il centrale lo farà. Ma il primo tentativo sarà di farlo partire nella sua posizione tradizionale».

Sarri ha detto che Pogba gli piace molto: il francese può arrivare davvero alla Juventus? Pogba è il sogno che anima l’estate bianconera, anche se non ancora per molto tempo, perché il suo destino, qualunque esso sia, si deve decidere entro l’8 agosto. Poi chiuderà il mercato inglese ed è altamente improbabile che il Manchester United ceda un giocatore (lo potrebbe fare anche dopo l’8) senza avere la possibilità di rimpiazzarlo. Detto ciò, la situazione è semplice: allo stato attuale delle cose la Juventus non può prendere Pogba, soprattutto per una questione di costi. Anche il Real Madrid, dove Zidane lo vuole fortemente, potrebbe avere qualche difficoltà, ma certamente meno della Juventus. In compenso Pogba ha una lieve preferenza per Torino. L’ago della bilancia potrebbe essere Mino Raiola: se l’agente si inventa una magia, ovvero abbassa i costi dell’operazione, magari con l’inserimento di una contropartita (Dybala? Può essere), Pogba alla Juventus può essere un’ipotesi. Altrimenti resterà un sogno, anche perché lo United lo sta mettendo al centro del progetto tecnico. Cancelo verrà venduto? Sì. E’ solo una questione di tempo. Il City ha il posto per Cancelo occupato da Danilo che non riesce a cedere. Ma il portoghese interessa anche ad altri club e al portoghese non sembra interessare più molto la Juventus. Ieri le telecamere lo hanno pizzicato molto svogliato durante l’allenamento (a tratti indispondente), per altro sotto gli occhi di Paratici. E’ chiaro che il suo destino è lontano dalla Juventus, ma si tratta di aspettare che la situazione City si evolva o che arrivi un’offerta che piaccia a tutti. E le altre cessioni? La Juventus deve sfoltire. Al netto della situazione Perin, respinto dal Benfica per i suoi tempi di recupero (che potrebbero essere più lunghi), Paratici  vorrebbe cedere Khedira ed eventualmente Matuidi. In attacco deve essere ceduto almeno uno fra Higuain, Mandzukic e Dybala. Due se si vuole fare spazio a Icardi. Già, Icardi: alla fine andrà alla Juve? Se ci andrà sarà davvero alla fine, nel senso che la Juventus aspetta: più si va avanti più la situazione del bomber si fa spinosa per l’Inter e il suo prezzo inevitabilmente diminuisce. La Juventus, inoltre, deve fare spazio nel reparto e non è detto che riesca a cederne due punte. Resta il forte interesse, l’indizio della numero 9 lasciata libera eil fascino che la Juventus esercita sull’argentino. La concorrenza del Napoli è forte, ma anche De Laurentiis non ha fretta. Il balletto Icardi potrebbe occupare ancora una buona dell’estate di mercato. Neymar è una possibilità concreta per la Juventus? Al momento no. Non risulta una trattativa, né incontri fra la Juventus e l’entourage del brasiliano che vuole lasciare il Psg a tutti i costi (con una netta preferenza per il Barcellona come destinazione finale).



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