Pensioni 2019, stop all’invio delle buste arancioni dell’Inps. Qual è il motivo?



Questo articolo in breve

Sembra che l’Inps abbia dato lo stop alle buste arancioni ovvero quelle con cui informava i lavoratori su quando e con che assegno si poteva andare in pensione. L’indiscrezione è arrivata nelle ultime ore e pare sia stata anche confermata da alcune fonti molto vicine all’ Istituto Nazionale di previdenza sociale. Ma per quale motivo l’INPS avrebbe dato lo stop alle buste arancioni? La motivazione principale è addebitabile alle risorse con cui si procedeva all’invio di queste buste che invece adesso saranno utilizzate per potere pagare gli stipendi del nuovo consiglio di amministrazione dell’Inps, che è stato voluto dal governo, che ha voluto non soltanto impegnarsi nella riforma pensioni e superamento della legge Fornero, ma che ha voluto procedere con una riforma della governance sia dell‘Inps che dell‘INAIL. Questa riforma prevede oltre al Presidente l’aggiunta di altri 5 membri in qualità di consiglieri.



Ovviamente queste figure bisogna comunque pagarle e trovare le risorse necessarie per poterlo fare. In questo modo l’esecutivo ha deciso di reperire queste risorse, tagliando le comunicazioni per i contribuenti e fissando uno stop riguardo l’erogazione delle buste arancioni. Questi tagli pare siano stati inseriti nella relazione tecnica relativa al Decreto su pensioni e reddito di cittadinanza, di cui all’articolo 25 dove si parla proprio della riforma che toccherebbe all’istituto di previdenza ed è stato quindi specificato come gli stipendi dei nuovi 5 membri del Consiglio comunque non possono comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Nella speranza quindi di trovare le risorse necessarie per poter pagare gli stipendi dei nuovi funzionari INPS, si è  così deciso di procedere alla riduzione strutturale delle spese di funzionamento con il taglio anche delle comunicazioni postali, taglio che molto probabilmente, almeno secondo quelle che sono le Stime, potrebbe far risparmiare circa €800000 soltanto nel 2019.

Purtroppo però ci potrebbe essere la possibilità che questa cifra non sia sufficiente per pagare gli stipendi di questi nuovi consiglieri, che andrebbero a percepire circa €240.000 a testa, una cifra che sarebbe maggiore rispetto a quello che è lo stipendio attuale del presidente dell’INPS di Boeri, il quale percepisce €103000 anni. Ad essere penalizzati però da questo taglio delle risorse per l’invio delle buste arancioni  saranno coloro che percepiscono le pensioni di vecchiaia, mentre coloro che hanno già fatto domanda per poter usufruire di quota 100 non saranno toccati dalla modifica, visto che si tratta di una nuova misura e il calcolo per l’assegno viene seguito direttamente a monte. Ad ogni modo comunque, coloro che sono in possesso del PIN previdenziale potranno benissimo calcolare la propria pensione, accedendo alla sezione del portale “la mia pensione Futura”.



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