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Pensioni ultime notizie: Quota 100, specifiche diverse per privati e pubblico impiego



Finalmente dopo molte discussioni fuori e dentro il governo, adesso abbiamo una data precisa su quando verrà introdotta la misura pensionistica Quota 100. Infatti, fino a poche settimane fa si parlava solamente di una bozza, ma la pressione e la mancanza di tempo ha costretto gli addetti ai lavori ad ufficializzare il decreto.



Va detto che soffermandosi sul testo del decreto si possono estrapolare una serie di indiscrezioni che sono stati divulgati su moltissimi redazioni di giornali le quali hanno affermato che sono piuttosto veritiere. nel dettaglio, ci si riferisce al carattere sperimentale della misura quota 100 da quale sembra sia stata introdotta solamente per 3 anni con molti dubbi riguardanti anche il differimento del pagamento del tfs e TFR rivolta dipendenti pubblici e sul divieto di cumulo e meccanismo delle finestre.

Un’altra novità molto importante è indirizzata l’adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita, la quale verrà bloccata soltanto per i cittadini che hanno diritto alla pensione anticipata. Nel dettaglio, possiamo analizzare quali sono le novità messe in atto nel decreto e nello specifico quota 100.

Per quanto riguarda quota 100 il premier Conte si è espresso nella trasmissione Porta a porta condotta da Bruno Vespa ed ha fermato:

“Quota 100 sarà un ricambio generazionale, ovviamente ci sarà un divieto di cumulo, è da tenere conto che per alcune fasce professionali ed Alcune categorie non sarà conveniente andare in pensione con quota 100, soprattutto come si faceva un tempo”. Bisogna tenere conto che per alcune categorie non c’è una penalizzazione economica, Ma sia chiaro che se si va in pensione anticipatamente ed ovvio che versando meno contributi i primi anni di pensione saranno meno vantaggiosi dal punto di vista economico, e questo potrebbe essere un altro meccanismo disincentivante”.

A trarre vantaggio da questa misura sono tutti i cittadini che hanno un’anzianità contributiva che equivale a 38 anni e che abbia compiuto almeno 62 anni di età.

Su quota 100 ormai si è scritto di tutto virgola e a tutt’ora non sembrano emergere molti dubbi. confermato il trattamento differenze tra dipendenti pubblici e privati, È ovvio che questi ultimi che hanno di requisiti maturati entro il 31 dicembre 2018 possono accedere alla pensione a partire dal primo aprile 2019, mentre per quanto riguarda i dipendenti privati i quali hanno maturato i requisiti entro il primo gennaio 2019, potranno accedere alla pensione una volta trascorsi 3 mesi della maturazione dei requisiti stessi.

Nello stesso decreto inoltre possiamo annotare come ci siano regole differenti per i dipendenti del pubblico impiego, è proprio in questo caso coloro che matureranno i requisiti entro il 31 maggio 2019, possono accedere alla pensione soltanto a partire dal primo luglio virgola viceversa per chi li matura dal primo Aprile 2019 deve per forza aspettare il termine di sei mesi.

La seconda finestra invece è quella corrispondente il mese di ottobre e quindi per andare in pensione, i dipendenti del pubblico dovranno presentare una preavviso di almeno sei mesi. Nel decreto dovrebbe trovare anche posto il blocco dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita, ma soltanto per quelli che hanno diritto alla pensione anticipata. Rispetto allo scorso anno, dunque, a partire dal primo gennaio 2019 per la pensione anticipata occorrono 43 anni e 3 mesi di contributi per i lavoratori e 42 anni e 3 mesi per le lavoratrici donna. È stata anche confermata la proroga dell’opzione donna che darà la possibilità le lavoratrici nate il 31 dicembre 1959 nel caso in cui siano dipendenti o nate entro il 31 dicembre 1958, nel caso di lavoratrice autonoma di poter andare in pensione.

In tema di riforma delle pensioni, il segretario generale Fast-Confsal, Pietro Serbassi, e Il Segretario nazionale FastPensionati-Confsal, Agostino Apadula, in una nota segnalano come sia da considerare una “decisione assai discutibile” quella riguardante “la liquidazione dei Tfs ai dipendenti statali. Qualora essi decidano di accedere alla pensione mediante quota 100, infatti, si vedranno liquidato il trattamento di fine servizio anche dopo 6 anni per effetto delle  normative  di  legge  esistenti”. I due sindacalisti evidenziando anche che “per superare  questa  stortura,  il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, ha annunciato che il governo sta lavorando ad una convenzione con l’Abi per far liquidare agli istituti bancari in tempo reale il Tfs, pagando ovviamente gli interessi, non si sa bene a carico di chi. Una soluzione degna dei passati governi duramente contestati da chi oggi guida l’Italia”.

Serbassi e Apadula non dimenticano poi che è stato fatto scattare l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni, “così come aveva previsto la legge Fornero che si voleva smontare pezzo per pezzo, ma, cosa altrettanto grave, viene introdotta di soppiatto una finestra di ben tre mesi per la maturazione della pensione anticipata. In questo modo il vantaggio del promesso congelamento dell’adeguamento all’aspettativa di vita (che in base alla Fornero dal 1 gennaio 2019 sale da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 3 mesi di anzianità contributiva) si ridurrà a soli due mesi, ben poca cosa”.

” Abbiamo fatto uno studio con l’INPS. Su una busta paga media di pensione di €1500 non percepito per i minori anni contributivi è pari al 16% netto massimo, fino al 2% iniziale di un anno”. Sono queste le parole del sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, secondo cui quindi la quota di pensione alla quale i lavoratori dovranno rinunciare, beneficiando di quota 100 sarà davvero irrisoria. Poi lo stesso è tornato anche a parlare su un tema relativo al ricambio generazionale nel mondo del lavoro e come questo possa andare in correlazione con le misure che sono attualmente in programma. Su questo ha dichiarato che hanno dato un impulso positivo al mercato in uscita e che questo sicuramente sarà un po’ più di vigore all’entrata nel mondo del lavoro e che comunque è una prima picconata.

Sempre nel corso del suo intervento però Durigon non ha perso occasione per richiamare anche l’attenzione su quello che rappresenta essere il vero obiettivo del governo ovvero quota 41. Si tratterebbe di una misura pensionistica che darebbe quindi la possibilità ai lavoratori di poter andare in pensione una volta raggiunto 41 anni di contributi versati a prescindere da quella che sia l’età anagrafica. ” Il nostro obiettivo è la famosa quota 41, Ma oggi sarebbe costato troppo per le casse dello Stato, visto il bacino che la stessa legge Fornero aveva in qualche modo creato. Quindi abbiamo affrontato quota 100 con dei paletti ben prefissati, in modo che il bacino si svuoterà di circa 6 o 700000 persone in tre anni e darà la possibilità, subito dopo questi tre anni, di valutare di fare quota 41″, ha concluso il Sottosegretario Durigon.

I due esponenti del M5S, infatti, hanno rilanciato un altro progetto, ulteriore cavallo di battaglia pentastellato: Quota 41, la riforma pensata per ridurre il numero di contributi versati a 41 anni, a prescindere dall’età anagrafica del richiedente. Sarà questa, hanno sottolineato Di Maio e Di Battista nel corso della loro diretta Facebook, “il vero superamento totale della legge Fornero”.

“Questo viaggio verso Strasburgo – ha detto il vicepremier – ci consentirà di attraversare alcuni paesi europei e vedere come gli italiani hanno situazioni più svantaggiose rispetto ad altri cittadini europei. Questa cosa non ci deve fare arrendere come cittadini italiani: abbiamo chiuso al 2.2 e Quota 100 è un grande risultato. Ma noi dobbiamo fare Quota 41 e aumentare la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza”.



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