Salvo Sottile, la previsione di Paolo Borsellino: “Siamo due morti che camminano”



Salvo Sottile protagonista di una news che lo riguarda da vicino. Il giornalista e conduttore italiano ha deciso di raccontarsi a cuore aperto in occasione di un’intervista rilasciata al programma di Caterina Balivo Vieni da me.



Salvo Sottile contro Asia Argento

Nel 2018 Salvo Sottile è diventato protagonista di una notizia di gossip per via di un conflitto avuto con Asia Argento. L’attrice ha accusato il giornalista di esser andato contro lei nello scandalo relativo alla presunta violenza sessuale che avrebbe fatto a Jimmy Bennett quando aveva solo 17 anni.

Lo scontro si è subito spostato sui social, dove tra i due si è scatenata una vera e propria battaglia a suon di tweet, con tanto di schieramenti di parte da parte del popolo del web che ha seguito da vicino la vicenda. Ma in questi anni, Salvo Sottile è stato uno dei volti più importanti nel panorama giornalistico siciliano e non solo. La conduzione di Quarto Grado gli ha permesso di raggiungere la notorietà a livello nazionale. Ma quando comincia la sua carriera?

Salvo Sottile: “Quando incontrai Borsellino”

La carriera giornalistica di Salvo Sottile comincia quando era solo un ragazzo nella città di Palermo. Facciamo riferimento alla fine degli anni 80’ e l’inizio dei 90’, ricordati ancora oggi per l’esecuzione del maxiprocesso di mafia a cura dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Non a caso, Paolo Borsellino ogni qual volta che viene celebrata la giornata del ricordo per la morte di Paolo Borsellino racconta sempre con estrema commozione il suo esordio giornalistico, legato al periodo in cui da ragazzo seguiva da vicino le loro vicende processuali. Non a caso in occasione dell’intervista rilasciata a Vieni da me ha voluto condividere un nuovo ricordo di quegli anni.

“Siamo due morti che camminano”

Salvo Sottile ospite di Caterina Balivo a Vieni da me ha raccontato: “Ho cominciato a lavorare quando ero molto giovane. Giravo con un vespino e vedevo questi due uomini che giravano da una parte all’altra della città”. Successivamente continua con il ricordo e le parole che Borsellino gli disse in occasione di quel piccolo inseguimento: “Mi avevano detto che sarei diventato un giornalista se avessi raccontato una notizia importante cominciai ad inseguirli e un giorno Borsellino mi incontrò e mi disse: inutile che ci insegui con il motorino perché non possiamo dirti niente e ricordati che siamo due morti che camminano. In quel momento capii il dramma di questi uomini”.



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