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Deluso? «No, con me lui si è comportato molto bene, accetto la sua scelta, il rispetto rimane». Contento? «Sono preoccupato perché il giorno prima della partita si parla solo di lui e oggi (ieri, ndr) è stato uno dei più brutti allenamenti della mia gestione». Gennaro Gattuso ha dato il suo saluto a Gonzalo Higuain, non convocato per la trasferta a Marassi contro il Genoa. L’addio del Pipita, seppur compensato dall’arrivo di Piatek, non può farlo felice. Avrebbe preferito un esito diverso di questa storia, una gestione differente della vicenda a tutte le latitudini.



Invece il tecnico non ha potuto pensare solo al campo, a preparare in maniera serena la Supercoppa e adesso la delicata trasferta di Genova, prima tappa di un fine gennaio-inizio febbraio tostissimo (a seguire Napoli in casa, prima in A, poi nei quarti di Coppa Italia, poi trasferta a Roma). La gara di Gedda ha lasciato al Milan l’amarezza per il risultato, ma buone sensazioni sul momento della squadra, «ma da parte mia l’orgoglio possiamo anche metterlo nel… visto che la coppa è nella bacheca della Juve – ha ringhiato Gattuso -. Dobbiamo ripartire con la voglia e l’atteggiamento messo in campo con la Juve, altrimenti diventa tutto inutile. Vorrei rivedere il Milan dei primi due mesi. Le polemiche? La mia espulsione è meritata, mi sono comportato da dilettante. Chiedo scusa, però aggiungo una cosa: se in questo calcio ci sono la tecnologia e il Var, vanno usati».

Ecco una breve lista che potrebbe risultare utile ai fini delle ricerche:

Portogallo con Rádio e Televisão de Portugal;
Svizzera con Schweizer Radio und Fernsehen;
Turchia con Turkish Radio and Television Corporation;
Serbia con Radio-televizija Srbije;
Paesi Bassi con Sanoma Media Netherlands;
Paraguay con Sistema Nacional De Television;
Slovacchia con Slovenská Televízia;
Suriname con Surinaamse Televisie Stichting;
Repubblica Ceca con Ceská Televize;
Svezia con Modern Times Group.

DOVE VEDERE GENOA MILAN  IN TV

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Se da un lato Gattuso ha cercato di accompagnare l’uscita di Higuain in maniera morbida, non sono però mancate parole che hanno fatto intendere il suo fastidio: «Dopo la seduta video, ho parlato con lui – ha spiegato -. Non l’ho convocato perché è giusto andare a fare la guerra con chi dà disponibilità fisica e mentale e in questo momento Higuain non era pronto». Gattuso non ha voluto parlare di Piatek e, nonostante cercasse di chiudere l’argomento, è rimasto sul Pipita: «Se andrà via, perderemo un giocatore importante – ha aggiunto -. Di sicuro noi potevamo farlo esprimere meglio, ma lui poteva fare qualcosa in più. Se sono preoccupato in vista degli obiettivi da raggiungere? Sì, sono preoccupato dal fatto che in questo momento devo andare alla ricerca della tranquillità, far ritrovare alla squadra entusiasmo». E in chiusura Gattuso ha fatto un paragone con la sua esperienza da calciatore, parallelo forse un po’ azzardato considerando le squadre prese in esame, ma che fa capire come Higuain, così come Bonucci prima, non siano arrivati con la testa giusta in questo Milan: «Io dopo 13 anni di Milan, sono andato a Sion e dopo tre giorni volevo andare via, non mi divertivo. Però mi sono seduto e mi sono detto: “Un passo indietro devo farlo io”. Dovevo immedesimarmi, ero abituato a vincere, a giocare con campioni. Bisogna essere bravi a mettersi a disposizione, non cercare le cose perfette». Più chiaro di così. Comunque un motivo per sorridere c’è: il Milan in questa stagione quando non ha potuto contare su Higuain, non ha mai perso: 2 vittorie e 3 pareggi, più il successo di Udine arrivato dopo l’uscita dal campo dell’argentino.

 Senza Calabria, Romagnoli e Kessie appiedati dal giudice sportivo dopo la Supercoppa Italiana e con Gonzalo Higuain lasciato a Milano per evidenti motivi legati al mercato, Gattuso – che sarà in tribuna al Ferraris in quanto squalificato anche lui per un turno – vara una nuova versione del suo 4-3-3. La novità principale sta nelle due mezzali, non tanto per i nomi che sono obbligati, ma per come giocheranno. Paquetà, al suo esordio in Serie A nello stadio in cui ha bagnato la sua prima assoluta con il Milan una settimana fa contro la Samp in oppa Italia, giocherà da mezzala destra mentre Calhanoglu agirà alla sinistra di Bakayoko. Chiaro l’intento di Gattuso di provare a impostare la partita sul possesso palla e sulla qualità della manovra offensiva, che vedrà nel tridente composto dal rientrante Suso, Cutrone e Borini i terminali scelti. Va in panchina Samu Castillejo, che non ha convinto sia in oppa Italia sia in Supercoppa. Ancora panchina anche per Andrea Conti, che era dato in ballottaggio con Abate, che sarà certamente utilizzato a gara in corso. In difesa, per sopperire all’assenza di Romagnoli, ci sarà il ritorno di Musacchio al fianco di Zapata. Da segnalare come oggi Gigi Riccio, vice di Gattuso, farà il suo esordio da allenatore in prima vista la squalifica di Rino. 

Arrivano buoni segnali dall’infermeria e, in particolar modo, da Lucas Biglia. Il regista argentino, fermo dai primi di novembre a causa di una lesione della giunzione miotendinea del gemello mediale del polpaccio destro, alla quale è seguita l’operazione in Finlandia a cura del professor Orava, sta correndo bene in allenamento e tra circa 15 giorni tornerà in gruppo. Nel suo mirino c’è la partita con l’Empoli del 23 febbraio. Anche Caldara procede spedito e anche per lui la seconda metà di febbraio potrebbe essere quella giusta per rivederlo in campo.

Non entra e uno esce. La Juventus ha in pugno Matteo Darmian e il maggior indiziato a lasciargli il posto è Leonardo Spinazzola. L’incastro è imbastito, ma non ancora completato del tutto. «Spinazzola andrà via se arriverà un sostituto. Leonardo è da Juve, ma ha bisogno di giocare con continuità», ha spiegato ieri Massimiliano Allegri. L’idea è condivisa con Fabio Paratici, che come sempre ha puntato sul “gioco d’anticipo”. Il responsabile dell’area sport bianconera di fatto ha “bloccato” il 29enne terzino del Manchester United. L’ex Torino è un’opportunità (ha il contratto che scade a giugno, seppur gli inglesi possano rinnovare automaticamente di un anno) e dirigenti juventini non se la vogliono far scappare. Il progetto, infatti, è quello di prendere subito Darmian a cifre da saldi. L’ok del giocatore c’è e con il club inglese è stata raggiunta un’intesa di massima. L’azzurro per trasferirsi alla Juventus immediatamente e in prestito con diritto di riscatto (4 milioni subito e 8 in estate), dovrà prolungare l’attuale accordo con il Manchester United. La pista è caldissima e ben avviata: nelle ultime ore sono cresciute le possibilità che la fumata bianca arrivi entro il 31 gennaio. Il laterale lombardo ha superato il più costoso Emerson Palmieri del Chelsea, sondato dai campioni d’Italia a margine dell’affare Higuain, ma per diventare juventino deve aspettare che qualcuno gli faccia spazio.  

 La staffetta più probabile, anche per una questione di ruolo, resta quella con Spinazzola, richiesto da mezza serie A e in particolar modo dal Bologna. La Juventus ha già un accordo con il club emiliano, il quale pur di arrivare all’ex atalantino è disposto a riscattare subito Riccardo Orsolini versando alla Juventus 15 milioni (i bianconeri manterrebbero comunque una corsia preferenziale sull’attaccante), ma Spinazzola non ha tutta questa voglia di lasciare Cristiano Ronaldo e compagni. Il jolly di Foligno ha conquistato un posto nella rosa di Allegri dopo una lunga gavetta in giro per l’Italia e l’operazione ai legamenti della scorsa estate. E adesso che ha esordito con i bianconeri negli ottavi di Coppa Italia (proprio contro il Bologna) e si sente sempre meglio, non vorrebbe traslocare da Torino. In dieci giorni possono cambiare tante cose, ma ora come ora Spinazzola non è convinto di lasciare la Juventus in prestito. I dirigenti bianconeri proveranno a fargli cambiare idea, però la sensazione è che non sarà automatico l’ok dell’ex atalantino al Bologna. La priorità di Spinazzola è quella di restare alla corte di Cristiano Ronaldo. Tra la permanenza e il prestito al Bologna, esiste anche una terza ipotesi: la cessione a titolo definitivo.  

 Aspettando l’evolversi dell’incastro Darmian-Spinazzola, la Juventus deve fare i conti con il “mal di pancia” crescente di Medhi Benatia. Il difensore marocchino ieri è stato avvistato all’aeroporto di Parigi scatenando i rumors di mercato. L’ex Bayern è infortunato e nella città della Tour Eiffel è andato per questioni famigliari. A prescindere dall’avvistamento parigino, Benatia ha voglia di essere protagonista ed è orientato a lasciare i bianconeri già in questa sessione di mercato. Allegri e Paratici non vogliono cederlo, ma l’addio è tutt’altro che improbabile. Borussia Dortmund, Schalke 04 e Milan sono in agguato, ma la pista più concreta è un’altra: l’Al Ittihad. Il club di Gedda ne ha già parlato con la Juventus a margine della Supercoppa. L’offerta è importante e il 31enne di Courcouronnes è molto più che tentato. Stando a quanto filtra dagli Emirati Arabi, il matrimonio con l’Al Ittihad si farà entro il 31 gennaio o al più tardi a giugno. Dovesse salutare Benatia, probabilmente non basterebbe l’ingresso del jolly Darmian. Occhio a Cristian Romero del Genoa, già prenotato per il futuro, o a qualche opportunità di lusso. 

Scorrono i titoli di coda di un film troppo corto, con note sgradevoli che risuonano in sottofondo. Di certo non sono idilliache le ultime immagini con cui Gonzalo Higuain si congeda da Milanello (oggi la squadra è a Genova, domani non sono previsti allenamenti e martedì è facile che Pargentino sia già volato a Londra). Una sessione di lavoro, quella di ieri, che ha indispettito parecchio Gattuso: «Ho visto uno dei più brutti allenamenti della mia gestione, tutte

queste chiacchiere non fanno bene», sono state le dure parole di Rino in conferenza. Da quanto filtra, il destinatario della lamentela era proprio Higuain, reo di aver sostenuto la rifinitura con un approccio sbagliato. Svagato, deconcentrato, disinteressato a ciò che avveniva, tanto da influire – a quanto pare – anche sulla resa e sulla concentrazione dei compagni. «Voglio vedere a livello mentale gente pronta. È giusto andare fare la guerra con chi è pronto e Higuain in questo momento non lo era», ha aggiunto Gattuso. Parole che trovano spiegazione in un antefatto preciso: al termine

dell’allenamento, prima che Gattuso gli comunicasse le sue intenzioni, il Pipa gli avrebbe chiesto di non essere convocato. Chi ha visto l’allenatore nei momenti successivi (di lì a poco ci sarebbe stata la conferenza stampa) lo descrive furente, per evidenti motivi, di certo indipendenti da un impiego a Genova che non ci sarebbe comunque stato.

DARE DI PIÙ Prima di sedersi davanti al microfono, Rino fa in tempo a recuperare un po’ di tranquillità. E sceglie con cura le parole. Che ricordano, in alcuni momenti, quelle che ave- va speso a luglio per la partenza di Bonucci: «Gonzalo con me s’è sempre comportato bene, non sono deluso da lui, il rispetto rimane. Sono stato calciatore e accetto la scelta». Come dire: siamo tutti professionisti, sono cose che nel calcio accadono. Aggiunge, però, che in questa storia tutti quanti avrebbero potuto fare di più: allenatore e squadra per mettere Higuain in una condizione migliore, e il diretto interessato per aiutare se stesso e i compagni. Un’ultima sessione di allenamento degna di tal nome avrebbe forse alleviato un po’ il dispiacere di non aver potuto trattenere il Pipita. Invece niente, il finale è amaro.

AMBIENTAMENTO Quello che preoccupa maggiormente il tecnico rossonero è la ricaduta emotiva sul gruppo, impegnato nella rincorsa alla zona Champions («non ci sono solo le romane, l’Atalanta fa paura»). E dunque, dopo la terza risposta su Higuain e Piatele, arriva lo stop alle domande. Poi, però, è lo stesso Rino a raccontare un episodio della serie «chi ha orecchie per intendere, intenda». Parlando delle difficoltà di ambientamento che alcune stelle hanno avuto nel Milan, ammette di aver vissuto un’esperienza simile: «È successo anche a me, dopo una vita al Milan sono andato a Sion, venivo da un problema agli occhi e volevo abbandonare. Poi però ho riflettuto e sono rimasto. Non ho rotto le scatole lamentandomi di quello che non andava bene. Ero abituato a vincere e giocare coi campioni, ho fatto passi indietro, mi sono messo a disposizione. Non bisogna andare sempre alla ricerca delle cose perfette». Chissà se Higuain va in cerca delle cose perfette, volando verso Londra. O semplicemente di se stesso e del gol perduto.

«L a squalifica me la sono meritata, a Gedda non avrei dovuto mancare di rispetto all’arbitro», ammette Rino Gattuso in conferenza, pur ribadendo che «la Var bisogna usarla». Il turno di stop deciso dal Giudice sportivo farà sì che a dirigere le operazioni, a Genova, oggi tocchi a Luigi Riccio. Uno che per Rino è più di un vice: è un amico, un prezioso consulente tattico, quasi un fratello. È difficile trovare nel calcio una storia simile a quella di «Rino & Gigi», gemelli del destino ormai da un quarto di secolo. Vivono in simbiosi dal !94, l’anno in cui si incontrarono a Perugia (entrambi lóenni, sono nati a 12 giorni di distanza l’uno dall’altro). Un calabrese e un napoletano in cerca di fortuna, prima in Umbria e poi a Glasgow: entrambi ai Rangers nel ‘97, poi le loro strade si divideranno per un tratto nel ‘98 (Rino va alla Salernitana, Gigi continuerà a girovagare prima di diventare una colonna del Piacenza in B) e torneranno a incrociarsi in Svizzera nel 2012.

ALLENATORI Sì, perché il sogno di allenare li accomuna, e l’idea di farlo insieme li affascina. Cominciano a Sion, dove Gattuso finisce la carriera come «player-manager». Proseguono a Palermo, Creta e Pisa, esperienze calcisticamente traumatiche, ma formative. Poi il Milan Primavera, e infine il Milan dei grandi. Rino è sempre il frontman, Gigi la sua ombra. Ma non è un vice di contorno: la sua opinione tattica è tenuta in gran conto. È quella di un ex regista, del resto. Era a un passo da Rino anche là, in campo.

Se quello di Higuain bè stato un film troppo corto, quello di Cutrone invece è un film già visto. Stesso attore protagonista – cambiano solo

le comparse -, stessa trama: la sceneggiatura scorre e il Milan continua ad appoggiarsi sulle spalle di Patrick. Che, per quanto larghe ormai, hanno pur sempre soltanto 21 anni. Cutrone continua ad attraversare le bufere che periodicamente investono il reparto avanzato e ne esce sempre indenne. Lui, col suo 63, ha «ammazzato» tutti i 9 passati da Milanello. Cronaca dell’ultimo anno e mezzo alla mano, è Patrick Punica certezza, capocannoniere della squadra la scorsa stagione e anche in quella attuale.

VITTIMA La sorte a Gedda non gli è stata amica: se quel sinistro fosse entrato invece di stamparsi sulla traversa, la storia della partita sarebbe cambiata e magari anche la bacheca in cui esporre la coppa. E pensare che non doveva nemmeno giocare: destinato alla panca, vittima sacrificale dell’ingombrante ombra di Higuain, che nel sistema a tridente era ovviamente il titolare della cattedra. La situazione ha iniziato a cambiare il giorno della partita, fin quando la febbre (e tutti i pensieri di mercato) ha tolto di scena l’argenti-

no. Entrare nel vivo di una partita che mette in palio un trofeo a pochi respiri dalla sfida non è facile, ma Patrick si è come sempre calato subito nella parte. Facendo quel che poteva.

EXPLOIT Ora, in questo breve interregno fra l’addio del Pipa e l’arrivo di Piatek, toccherà con certezza a lui. E poi? Come saranno rimodulate le gerarchie? Domanda lecita, perché con Higuain la situazione era chiara. Piatek arriva come sostituto di Gonzalo, ma è poco più vecchio di Patrick e il suo grande exploit più limitato nel tempo. Ragionevole pensare che Cutrone non dia per scontato di tornare in panchina solo perché considerato abile a spaccare le partite a gara in corso. Gattuso dovrà essere abile a gestire due ragazzi di ottime prospettive, che in due sommano 44 anni. Intanto oggi pomeriggio Patrick ha l’opportunità di lasciare un altro autografo. Potrebbe anche essere quello che riporta il Milan al quarto posto: la trama del film entra nel vivo.

La stella rossonera di Higuain è definitivamente tramontata nella tarda mattinata di ieri quando, al termine della rifinitura pre-Genoa, Rino Gattuso ha diramato l’elenco dei convocati dove non figurava l’argentino. «Deluso da Higuain? Non sono deluso, so come ragionano un calciatore e le persone che lo circondano – ha puntualizzato il tecnico – Io ho fatto di tutto, mi sono comportato da persona perbene e lui nei miei confronti si è comportato molto, molto bene. Accetto la sua scelta. È successo anche con Bonucci». 

Ma il Pipita ha la coscienza a posto? «Poteva fare qualcosa in più e noi potevamo metterlo in condizioni di esprimersi al meglio. Ma va bene cosi». Il caso-Higuain sembra avere lasciato scorie pesanti a Milanello. «Questa situazione in questo periodo specifico non ci ha aiutato – ha ammesso Gattuso – La rifinitura odierna è stato uno dei più brutti allenamenti della mia gestione. Le chiacchiere vanno messe da parte, è una squadra preoccupata. E anche io sono preoccupato perché quando mancano tranquillità ed entusiasmo non va bene».

Genoa–Milan Verona sarà visibile su Sky Sport e Sky Sport Serie A, canale che ha in esclusiva i diritti di sette partite della Serie A. La partita sarà disponibile anche su Sky Go per gli abbonati e potranno vederla da tablet, pc o smartphone. Fischio d’inizio alle ore 20:30 di lunedì 21 gennaio 2019. Non consigliamo tutti i siti come Rojadirecta perché si rischia di incorrere ad una multa oltre che ad una qualità non eccezionale.

Il Pipita è stato avvisato dallo stesso Gattuso: «Ho parlato con Higuain. Per andare alla guerra serve gente pronta a livello fisico e mentale, lui ora non lo è». Fra l’altro nelle cinque partite in cui l’ex-Juve è stato assente, il Milan non ha mai perso ottenendo tre vittorie e due pareggi. 

FRECCIATA. Ma a Gattuso l’atteggiamento di Higuain non è mai piaciuto al di là del rendimento in campo. «È successo anche a me: dopo 14 stagioni di Milan sono andato in un contesto piccolo, al Sion – ha ricordato – Venivo da un problema agli occhi, dopo tre o quattro giorni mi ha preso la “scimmia” di abbandonare, non mi sentivo a mio agio, non mi divertivo. Mi sono seduto, ho detto che il passo indietro dovevo farlo io. Allora ti immedesimi, inizi a ragionare come fanno gli altri, non rompi le scatole. Io ho fatto tre-quattro passi indietro: bisogna essere bravi a mettersi a disposizione, non andare alla ricerca delle cose perfette». 

La nevrosi del Pipita, accompagnata spesso e volentieri da plateali gesti di stizza verso i compagni di squadra, non è mai stata apprezzata da Gattuso e da Casa Milan che non ne ha fatto mistero tramite le esternazioni pubbliche di Leonardo e Maldini. Da mercoledì (al ritorno da Genova, Gattuso ha concesso un giorno di riposo ai suoi calciatori) il tecnico rossonero dovrebbe avere a disposizione il sostituto di Higuain, il polacco Piatek. 

 NO PROBLEM. Gattuso ieri ha voluto attenuare la tensione che sembra regnare a Casa Milan a proposito delle strategie mercantili che vedono in contrapposizione l’ad Gazidis da una parte e il binomio Leonardo-Maldini dall’altra. «Parlo spesso con i miei dirigenti, non è vero che c’è una guerriglia in atto – ha assicurato – La società ci dà le linee guida. Vediamo se possiamo fare qualcosa». 

Il vero problema è quello relativo al quarto posto che vale la Champions League. «Si tratta di un obiettivo molto, molto difficile: non dobbiamo perdere tempo ed energie. Anche se il nostro punto debole è quello mentale. Quando ci troviamo in difficoltà spesso non sappiamo reagire. Questo non va bene, ma non possiamo più sbagliare» ha sottolineato il tecnico, che ha chiesto scusa per le intemperanze a margine della Supercoppa d’Italia (a causa delle quali oggi non potràessere in panchina). «Ero arrabbiato nero e mi sono comportato da dilettante, ho perso la testa, chiedo scusa – ha commentato – Mi sono meritato l’espulsione, dovevo portare rispetto, non dovevo dire ciò che pensavo. Contesto solo una cosa: se c’è il Var si usa. Sui fuorigioco si poteva andare a vedere, non costava nulla». 

Piatek-Milan, contatto? No, non dovrebbe avvenire questo pomeriggio al Ferraris poco prima del fischio d’inizio di Milan-Genoa. Il bomber polacco (squalificato dal giudice sportivo), dopo un allenamento leggero in mattinata a Pegli, assisterà alla partita davanti alla tv. In un eventuale ma piuttosto improbabile “blitz” in tribuna d’onore il neo-attaccante rossonero potrebbe conoscere i suoi nuovi dirigenti. Sono sicure le presenze dell’ad Gazidis “scortato” da Leonardo e Maldini. In questa eventualità, ci potrebbe essere spazio solo per i convenevoli in attesa di perfezionare l’accordo fra i due club.  

 TUTTO OK. L’ufficialità per il passaggio di Piatek al Milan dovrebbe esserci nella giornata di domani, quando sarà definita nei minimi dettagli la trattativa con il Genoa. Confermato il valore complessivo di 40 milioni di euro (bonus compresi), è da certificare la formula del pagamento, che prevede o un prestito oneroso con l’obbligo di riscatto o, addirittura, il saldo immediato dell’intero importo da parte di casa Milan. 

Quindi Piatek si presenterà mercoledì a Milanello (alla ripresa degli allenamenti dei rossoneri) per prepararsi al debutto già sabato a San Siro quando il Milan affronterà il Napoli. Prima del suo ingresso nel quartier generale rossonero, il polacco firmerà un contratto quinquennale che prevede, da subito, un ingaggio, comprensivo di bonus, di 2 milioni di euro netti. 

HIGUAIN. Lo scambio di maglia (ma il polacco è così sicuro di voler indossare la “maledetta” numero 9 che non conosce pace da quando è stata dismessa, nell’estate 2012, da Filippo Inzaghi?) fra Piatek e Higuain è ormai imminente. L’argentino potrebbe partire domani per Londra dove lo aspetta Maurizio Sarri, che lo vorrebbe convocare già per giovedì quando il suo Chelsea affronterà a Stamford Bridge il Tottenham nella gara di ritorno di Coppa di Lega. In palio c’è la finale del torneo. Nella gara d’andata l’ex tecnico del Napoli era stato costretto a cedere il successo con il minimo scarto (1-0) al collega Pochettino. 

ADDIO. Quindi quello di ieri è stato l’ultimo allenamento del Pipita a Milanello. Senza reciproci rimpianti. Soprattutto da parte del Milan, che, con l’addio anticipato dell’ex Juve, risparmierà anche 18 milioni di euro fra ingaggio e prestito residuo da riconoscere alla società biancomnera. A questo proposito il nuovo accordo fra la Juventus e il Chelsea prevede inizialmente solo 6 mesi di prestito, fino al 30 giugno. Poi la situazione verrà rinegoziata alla luce del rendimento del Pipita agli ordini del suo allenatore preferito Sarri. La Juventus punta a una soluzione definitiva, che, negli accordi stabili con il Milan, prevedeva un riscatto di 36 milioni di euro. 

Comunque vada finirà nei libri di storia, sarà sempre la partita dello sciopero del tifo rossoblù. Colore e calore resteranno fuori dal Ferraris: silenzio, si gioca Genoa-Milan. Gradinata Nord vuota, pochi intimi negli altri settori dello stadio. Il popolo genoano ha preso una posizione chiara dopo la decisione di programmare il match alle ore 15 di oggi. 

Non sarà facile per la squadra di Cesare Prandelli, l’ex ct azzurro ha preparato Criscito e compagni per dribblare questa variabile: un’atmosfera ovattata dove non ci potrà essere quella scarica di adrenalina che porta sempre in dote il pubblico che ama il Genoa. «Sarà uno svantaggio non godere del solito clima. Sono sicuro che chi entrerà proverà a sostenerci in qualche maniera, noi speriamo di non deluderlo», spiega il portiere Radu. 

Non è stata una marcia semplice verso il fischio d’inizio, tra le polemiche per l’orario e il destino rossonero del “Pistolero” Piatek, che oggi però resterà fuori dal ring per un turno di squalifica. Un addio, praticamente certo, che ha ulteriormente messo di cattivo umore una tifoseria già amareggiata per il calcio d’inizio proprio nel cuore di una giornata lavorativa. 

Genoa-Milan? Eppur si gioca anche se sarà ricordata come la partita più lunga del decennio fuori dal campo. Prandelli chiede ai suoi ragazzi di andare oltre tutto questo, vietato sbagliare l’approccio iniziale in un match che potrebbe dare linfa alla classifica genoana. Ieri a Pegli c’è stato l’abbraccio con i tifosi che si sono presentati al “Signorini” per commemorare la perdita di Federico, grande supporter del Genoa, scomparso sabato in un incidente stradale. Un lungo striscione ma non c’è stata la manifestazione annunciata qualche giorno fa: è stata annullata dopo il lutto che ha colpito la tifoseria rossoblù. 

MILANO – Cinque squalificati, compreso il medico sociale Mario Brozzi. Un vero e proprio record del quale Gattuso avrebbe fatto volentieri a meno, tanto più che nella “manita” del Giudice Sportivo compare anche il suo nome. Il tecnico rossonero oggi pomeriggio (ore 15) verrà sostituito in panchina dal suo fidatissimo storico “vice” Luigi Riccio. Ovviamente Rino sarà presente al “Ferraris” in tribuna per una sfida assolutamente da vincere, considerando anche i risultati delle dirette rivali per il quarto posto registrati nella prima giornata di ritorno. Le postazioni degli squalificati Calabria, Romagnoli e Kessie saranno rispettivamente occupate da Abate, Musacchio e Paquetà. Il promettente brasiliano, dopo aver affrontato Sampdoria e Juventus come mezzala sinistra, sarà spostato sulla corsia opposta con Calhanoglu a completare la catena mancina insieme a Rodriguez e Borini, quest’ultimo avanzato sulla linea offensiva. 

RIECCO SUSO. Finalmente Gattuso da oggi riavrà nella piena disponibilità Suso. Lo spagnolo sembra aver debellato la fastidiosa pubalgia che l’ha condizionato nel finale dello scorso anno solare. Quindi Cutrone avrà a sua completa disposizione il meglio della… fantasia rossonera (Suso, Calhanoglu, Paquetà) per poter fare breccia nella difesa genoana. Gattuso per completare la panchina ha chiesto aiuto all’amico Giunti (neo-allenatore della Primavera) che gli ha concesso il centrocampista Torrasi e l’attaccante Tsadjout. 

 EMERGENZA. Quindi Gattuso pensa positivo nonostante le numerose e qualificate assenze di questo pomeriggio a Genova. Anche perché, a breve, dovrebbe tornare disponibile (fra un paio di settimane) anche Biglia. Contro il Genoa, Andrea Conti ripartirà dalla panchina. Gattuso sta calibrando con grande attenzione il suo inserimento a tempo pieno. Finora l’esterno destro ex-Atalanta ha disputato solo qualche spezzone di partita. Sicuramente con profitto ma certamente con altrettanta prudenza, considerato il doppio infortunio (sempre al crociato anteriore del ginocchio sinistro) che ha messo a rischio la sua carriera.  



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