Tassa sui cellulari, discussione accesa sulla proposta. Rincari dai 6 ai 10 euro per ogni Sim



Sul tavolo del governo sembra che invita della manovra siano arrivate tante novità come ad esempio la tassa sui cellulari. In realtà di ciò se era già parlato in precedenza e adesso a distanza di alcuni mesi si continua a parlare di questa proposta che impone una tassa sulle Sim dei cellulari. Ad ogni modo, al vertice si continua a lavorare e le continue riunioni, così come il vertice di ieri notte, non ha sortito i risultati sperati e gli scontri tra Movimento 5 Stelle, PD e Italia Viva sembra che siano rimasti tali.



Ormai la tensione sembra essere alle stelle e dopo essersi scontrati su diversi argomenti come quota 100 e il cuneo fiscale adesso si torna a discutere sull’imposta per le Sim degli smartphone. Al Mef la questione dei cellulari sembra essere al centro dei conti e all’analisi dei tecnici del Governo. Di fatto i Cinque Stelle si sono opposti con il viceministro Castelli, ma poi di fatto Gualtieri non ha abbandonato l’idea di una stangata sui telefonini. Ma a quanto ammonterebbe questa tassa?

Tassa sui telefonini: scontro M5s, Pd e Italia Viva

Si parla di 6-10 ero per ciascun dipendente e andrà ad incidere sugli abbonamenti aziendali e business. Durante il vertice che si è tenuto la scorsa notte, la proposta sarebbe stata respinta ma ancora non sarebbe stata detta l’ultima parola, visto che dalle parti del Tesoro la questione resta in fase di discussione. Per quanto riguarda il fronte fiscale, in questo momento le mosse rimangono congelate, almeno fino ad oggi in cui è previsto un nuovo vertice nel corso del quale il Consiglio dei ministri dovrà definire l’ossatura della manovra, nella speranza di poter offrire una valida soluzione alle coperture. Il governo sembra avere un problema piuttosto importante da affrontare ovvero la lotta all’evasione.

Mancherebbero all’appello ben tre miliardi che molto difficilmente verranno recuperati, nonostante la stretta sui controlli e la lotta al contante. Renzi ha proposto così di bloccare Quota 100, intervento che potrebbe mettere a rischio i programmi previdenziali di tanti italiani che aspettano le prossime finestre per poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. La proposta di Renzi non sarebbe stata presa in considerazione ed il Ministro del Lavoro Catalfo ha fatto sapere che Quota 100 non si tocca. Potrebbe al massimo esserci un cambiamento circa le tempistiche delle finestre che potrebbe portare ad un risparmio di circa 600 milioni di euro. Il centrodestra intanto si è letteralmente mobilitato per dire no alla Legge di Bilancio.



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